APPROFONDIMENTI
La Filosofia del Senso© (o Teoria del Senso)
Premessa: La “Teoria del Senso”, come qui è esposta, è una mia invenzione.
1. CINQUE PUNTI DELLA TEORIA DEL SENSO
La Teoria del Senso
La Teoria del Senso afferma che l’uomo cerca senso e produce senso. In ciò sta il senso della vita: cercare continuamente senso e produrre continuamente senso. Nel senso l’uomo prende consapevolezza.
La Teoria del Senso afferma, inoltre, che il mondo è costituito dai sensi che l’uomo ha prodotto. E’ un mondo di sensi. In questi sensi l’uomo ritrova sé e spiega se stesso.
La Teoria del Senso è una teoria generalista e onnicomprensiva. E’ generalista perché si pone come teoria sopra ogni altra teoria; è onnicomprensiva perché racchiude il senso della vita.
E’ una teoria hegeliana per il carattere della sua compiutezza.
Perché una teoria
L’idea di esporre sotto forma di teoria una serie di pensieri, di riflessioni maturati in un lungo periodo, è nata dalla convinzione che la conoscenza attuale prenda sul serio i pensieri enunciati sotto forma di teorie piuttosto che come libere creazioni di pensiero, e cioè, che il senso della conoscenza dominante sia costituito da teorie, da leggi, da principi. Il vero o il falso sono dati da teorie vere o false
La conoscenza umana
La conoscenza umana è conoscenza di sensi che l’uomo produce in combinazione di diverse circostanze. Il variare delle circostanze comporta nuove formazioni di sensi.
La “teoria di Michelangelo”
La conoscenza si sviluppa secondo la teoria dello scultore Michelangelo Buonarroti . Egli sostiene che la statua è intrappolata nel blocco di marmo e lo scultore non deve far altro che liberare col suo scalpello la forma ricoperta. Chi scommetterebbe un solo centesimo che chiunque altro scultore avrebbe potuto tirar fuori dal blocco di marmo quello stesso David? Michelangelo trovò nel blocco ciò che egli stesso vi pose. La Teoria del Senso è il grado di consapevolezza che riconosce che l’uomo ritrova nel mondo il senso che egli stesso produce.
Il Mondo
Il mondo di sensi e di senso in cui vive l’uomo è un mondo da lui stesso creato. Il mondo a cui egli da senso è quello nel quale si muove, pensa, produce, fa, ama.
2. I LUOGHI D’ORIGINE DELLA TEORIA DEL SENSO
Kant
La prima evidenza è che all’origine della Teoria del Senso si trova la cultura kantiana. Kant rappresenta uno spartiacque nella storia della filosofia occidentale: prima e dopo “la rivoluzione copernicana” di Kant. Tutta la cultura post-kantiana poggia su tale rivoluzione: l’uomo è condizione a priori della conoscenza. Già la filosofia kantiana è impregnata di teoria del senso. L’uomo è condizione di possibilità del senso dell’oggetto conosciuto. Ad esso, all’oggetto, l’uomo conferisce connotati, misurazioni, colori, odori, forma, dandogli un senso. La Teoria del Senso da me adottata si spinge oltre: l’uomo vive in un mondo di senso. Il Senso è la sua realtà. Egli crea senso, questo conosce, di questo si nutre e da questo riparte. Lo produce, lo mescola, ad esso si mescola e ne produce ancora.
Come si produce il senso? Esso è il risultato del soggetto produttore, con tutte le sue varianti, che riceve stimoli dall’esterno.
La Teoria del Senso è una filosofia kantiana innalzata alla dimensione del senso.
Freud
Freud partecipa alla Teoria del Senso direttamente e indirettamente. Direttamente perché egli stesso ha formulato una teoria del senso attraverso l’elaborazione dell’inconscio, laddove l’inconscio è un gioco di sensi.
Ha partecipato indirettamente perché io sottoponendomi ad un training psicanalitico (invenzione di Freud) ho sperimentato quel gioco di sensi. Ho sperimentato come l’inconscio è un evocare sensi creati. Inoltre, i conflitti inconsci dell’individuo non vanno soltanto portati alla coscienza e ad essa spiegati, ma hanno bisogno anche di un senso che consenta loro di poter essere accettati nella vita.
Nietzsche
La Teoria del Senso trova in Nietzsche il luogo naturale della sua nascita. Nella fattispecie la teoria affiora, in concomitanza al training psicanalitico, durante l’analisi del testo La nascita della tragedia di Nietzsche. In questo libro il filosofo enuncia una “metafisica estetica” i cui autori-attori sono Apollo (l’apollineo) e Dioniso (il dionisiaco), le due figure che Nietzsche ha imposto all’attenzione della cultura del XX secolo. Nel tentativo di spiegare Apollo, Dioniso e la “metafisica estetica”, l’analisi fa emergere il nocciolo della teoria del senso.
3. SULL’ ESISTENZA DI DIO
Formulata una teoria dobbiamo dimostrane una qualche validità. La prova più dura da superare è certamente il confronto con l’ardua e tanto dibattuta questione dell’esistenza di Dio. Com’è risolta tale disputa dalla Teoria del Senso? Una teoria del senso non può che ricondurre Dio ad una dimensione di senso. Dio non ha più valore di una sedia sdraio in quanto senso tra i sensi, né meno valore della legge della relatività di Einstein per quel che concerne la validità che può avere per la nostra vita. Quello della legge di Einstein è un senso utile alla fisica, quello di Dio è un senso utile allo spirito. Entrambi utili o dannosi, a secondo l’uso, per la vita.
Note
1. L’ “apollineo e il “dionisiaco” sono i due aspetti fondanti dell’uomo che il filosofo tedesco F. Nietzsche ha presentato nella sua prima importante opera La nascita della tragedia (tr. it. di E. Ruta, Laterza, Bari 1995) scritta nel 1872. Apollo e Dioniso sono due divinità dell’antica Grecia. Apollo è il dio del sole, pertanto rappresenta la chiarezza, l’armonia, l’ordine, l’equilibrio e la razionalità. Al contrario, Dioniso è il dio del vino e rappresenta l’ebbrezza, la vitalità, l’istinto, il disordine e l’irrazionalità. L’apollineo è la dimensione razionale mentre il dionisiaco quella irrazionale: le due facce della medaglia-Uomo.
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