APPROFONDIMENTI
Ma è veramente possibile un dialogo tra Occidente e Islam, tra Illuminismo e Medioevo?
Mi chiedo: ma è veramente possibile un dialogo tra Occidente e Islam, tra Illuminismo e Medioevo? Perché è di questo che si tratta. Nel precedente articolo, Papa Ratzinger contro Nietzsche, per il destino del mondo, spiegavo come il Cristianesimo e l’Islamismo fossero dalla stessa parte, due religioni che lottano per la sopravvivenza, attaccate dal dilagante “pensiero debole” (cerca articolo in questo sito). Per gli stessi motivi vedo difficile un incontro senza scontro tra “ragione occidentale” e “ragione islamica”. La ragione occidentale nella sua evoluzione si è già scontrata e sta mettendo a K.O. il cristianesimo, a meno che questo non scenda a compromessi (come sta facendo da almeno un secolo) che gli consentano di tirare a campare (ammodernamento della Chiesa). La ragione islamica non è quella occidentale, è la ragione del Corano, la ragione vincolata al testo sacro. Ciò in Occidente accadeva ai tempi del Medioevo. Ma c’è di più. La ragione occidentale è quella che nei secoli si è liberata dalle catene della fede cristiana, ma è, ancor prima, la ragione autocritica, dialettica, filosofica nata presso gli antichi greci duemila e cinquecento anni fa. Questa ragione, la nostra, è critica, s’interroga incessantemente e non è mai soddisfatta dei risultati ottenuti, pertanto si dice dialettica, produttiva. Non solo, il suo punto di forza è di essere al contempo critica ed autocritica. Si mette sempre in discussione. E’ ciò che hanno fatto i pensatori di ogni tempo che criticavano quelli a loro precedenti. Questa ragione greca è la stessa ragione che permea il cristianesimo sin dalla sua nascita. Il primo grande Padre di questa religione fu il filosofo S. Agostino il quale fece della ragione greca un’arma eccezionale nella difesa della fede, usò la ragione critica per dimostrare l’esistenza di Dio: “si fallor sum”, “se dubito sono”. Se io dubito (di Dio) allora significa che esisto, e se esisto qualcuno mi ha creato. E’ lo stesso ragionamento che oltre mille anni dopo fece il suo collega filosofo Cartesio (“Penso dunque sono”) con l’effetto contrario di avviare drasticamente l’emancipazione dell’uomo da Dio: nel mio pensiero trovo la giustificazione della mia esistenza. Come si vede, i risultati sono diversi ma la ragione è sempre quella, la ragion critica. La nostra è una ragione critica e il Cristianesimo ha in germe questa ragione greca, una ragione che lo ha fatto grande, con i suoi grandi pensatori cristiani, e lo ha fatto piccolo una volta emancipata.
Io confesso di non avere una conoscenza della cultura islamica al di là di quella scolastica, a dir poco nulla, e di ciò che leggo qua e là sui giornali. Ma l’impressione che ho, avendo anche dialogato con qualche islamico ai tempi dell’università, è che la ragione dell’Islam sia inequivocabilmente subordinata alla legge del Corano. Si tratta di leggi eterne scritte dal profeta Maometto su ispirazione divina. Leggi immutabili, assoluti che condizionano la libertà critica della ragione. Ma la differenza che mi sembra avvertire tra il medioevo cristiano e il l’islamismo e che in quest’ultimo mancando l’esperienza della ragione greca vi sia più difficoltà all’apertura critica e, soprattutto all’autocritica, anzi quest’ultima è totalmente bandita, mentre nel medioevo cristiano la ragione greca, grazie a pensatori come S. Agostino, S. Tommaso, S. Anselmo, penetrava nella dottrina consentendone la messa in discussione, anche se con l’obbiettivo di avvalorarla.
Questo atteggiamento critico, anche in germe, a me sembra estraneo all’islamismo. C’è da concluderne che la ragione islamica sia differente da quella occidentale e da quella del cristianesimo, se non con quest’ultimo l’avere in comune il rispetto per il dogma, rendendoli partecipi dello stesso destino nello scontro con il “pensiero debole”.
Alla luce di tutto ciò riformulo la domanda: è possibile un dialogo senza scontro tra un Occidente che ormai da anni ha portato la sua ragione nella fase illuminata e che procede senza sosta, con un Islam che di quella ragione sembra non condividerne neanche le radici? Un confronto, un dialogo sincero è impossibile, perché la ragione illuminata non accetterà mai di scendere a compromessi con ciò che ha criticato e superato da secoli, mentre l’islamismo, estraneo finora a tutto questo, non starà a guardare il proprio annullamento, la propria morte. La ragione illuminata non accetta neanche minimamente di accogliere una qualsiasi legge o proposizione senza criticarla. La ragione islamica non tollera la messa in discussione di una sua qualsiasi legge coranica. Non concede il beneficio del dubbio, mentre noi occidentali abbiamo tanto bisogno di dubitare.
Uno scontro che vedrà lacerare corpi e anime.
Ma se è vero che questa ragione greca-filosofica-illuminata-dialettica-produttiva ha generato benessere economico, agio materiale e diletto spirituale, nella misura in cui farà ciò con chiunque ad essa si pieghi non sarà lontano il giorno in cui l’Islam reinterpreterà la parola di Maometto.
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