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Il personale della riforma protestante secondo Maritain


Personale nel significato che proponeva Maritain, distinguendo la persona della Chiesa e il suo personale. Innanzi tutto vi è il papato (papa, cardinali, curia romana, nunzi), che è inseparabile dalla città di Roma; l’episcopato (diverso a seconda delle nazioni); il punto è che i poteri politici si ritenevano responsabili della riforma religiosa e intendevano far presa sui vescovi che esercitavano la loro giurisdizione sul loro territorio. In realtà il 500 ha sancito il declino dell’elezione del vescovo da parte del capitolo della cattedrale diocesana, qual era praticata nel medioevo. La scelta passò allora nella mani del sovrano, legato da un accordo con la Santa Sede. Se in Spagna, come in Italia, la scelta si concentrava sui membri dei capitoli o sui religiosi mendicanti, diversamente in Francia si favorì l’accesso all’episcopato ad un personale politico con una situazione influenzata da un certo clientelismo. Un posto particolare va poi riservato ai principi che svolgono un ruolo decisivo nell’ambito della cristianità; i parroci, i principali mediatori che la chiesa procura ai suoi fedeli; religiosi/e, capaci di fornire tutti i servigi sociali e caritativi che lo Stato si aspetta dalla religione costituita; il Cinquecento infatti ha assistito ad una fioritura di ordini e congregazioni che contribuiranno ampiamente alla diffusione del messaggio cattolico (Teatini, Cappuccini, Orsoline, Gesuiti, ecc..). Infine i laici
impiegati, pii uomini riuniti in congregazioni, che conferiscono alla chiesa la sua struttura di base e leassicurano i suoi intermediari locali.

Tratto da LA RIFORMA PROTESTANTE di Alessia Muliere
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