Le condizioni per contrastare i rischi della governance
Le PA hanno dimostrato negli ultimi anni segnali positivi di apertura, in alcuni casi si è dimostrato addirittura un eccesso di attivismo e imprenditorialità, che ha creato troppe iniziative senza un minimo di coerenza e coordinamento. Questo perchè siamo in una fase di "grande laboratorio" in cui non è ancora possibile dare un giudizio. Possiamo affermare che questo processo è stato fino ad oggi fortemente guidato dalle PA, ma senza coordinamento tra di loro. Si è proceduto per grandi progetti che però non si sono ricomposti in un grande disegno di rilancio. Si sono moltiplicati i tavoli, gli accordi, gli esperimenti, con rischi di duplicazione e dispersione. Inoltre ci si è concentrati prevalentemente sulla fase preparatoria e non su quella realizzativa e per niente su quella di valutazione. Da questo quadro emerge una goverance abbozzata che richiede ancora un lungo percorso e che è minacciata da due rischi: l'effetto vetrina e il rischio di burocratizzazione. Quali sono le condizioni di base per contrastare questi rischi?
1. innalzare la qualità del processo di elaborazione strategica del sistema: continua ad emergere un deficit di strategia. Occorre per lo meno nel breve termine coordinare i vari enti con i vari tavoli;
2. semplificare la rete di confronto e relazione: bisogna evitare di frammentare troppo gli interessi e i luoghi della governance, facendoli piuttosto convergere attorno a grandi tematiche;
3. adeguare gli assetti organizzativi, i ruoli e le professionalità: si devono affermare le organizzazioni a rete e a livello micro si devono sviluppare capacità progettuali e di iniziativa (nuove figure, come gli agenti di sviluppo, il network manager, i negoziatori, i project manager);
4. condividere informazioni e conoscenze;
5. definire i luoghi e le regole decisionali: bisogna distinguere tra momenti di mera informazione, consultazione ed effettiva decisione. Per ora prevalgono i primi due tipi. Quando e se prevarranno i momenti di co-decisionalità è importante definire le regole del gioco, ovvero come arrivare alle decisioni;
6. aggiornare gli strumenti di regolazione dei rapporti: gli accordi finora sottoscritti hanno molti limiti (essere generali e di mero orientamento, non configurare specifiche responsabilità in caso di non rispetto, essere ancora troppo burocratici);
7. definire le responsabilità di attuazione: si suggerisce la leadership a rotazione;
8. promuovere sistemi incentivanti: bisogna attivare meccanismi premianti per i comportamenti virtuosi;
9. attivare la funzione di monitoraggio e valutazione.
Ci si muove verso sistemi realmente multi-attoriali, all'interno dei quali la PA esercita un ruolo di facilitatore, aggregatore e promotore di sviluppo. In questa accezione è insita l'accettazione di un maggior grado di "disordine", che non significa però rinunciare a una funzione di guida e scelta politica, ma mutare le modalità, gli attori, gli strumenti e i processi attraverso i quali tale funzione di concretizza.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Giulia Dakli
[Visita la sua tesi: "Gas e petrolio nello sviluppo della Russia contemporanea"]
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Scienze Politiche
- Titolo del libro: Management pubblico. Temi per il cambiamento
- Autore del libro: Giovanni Valotti
- Editore: EGEA
- Anno pubblicazione: 2005
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