Dall'unilateralismo egemonico al multilateralismo imperialista
Inizialmente le istituzioni multilaterali sorte nel dopoguerra ebbero un ruolo limitato. L'unilateralismo di Truman fece dell'ONU uno strumento della politica estera americana, tuttavia col tempo l'ONU divenne tribuna per i paesi non allineati e dunque un ostacolo per la politica americana. Anche FMI e Banca Mondiale erano messi in secondo piano, perchè gli Stati Uniti preferivano operare mediante accordi bilaterali, tuttavia, con l'aumento della concorrenza internazionale gli Stati Uniti cominciarono a contare sempre più sulla loro posizione preminente all'interno di questi organismi. La modalità del voto ponderato garantiva e garantisce agli Stati Uniti una maggioranza sicura, inoltre i Direttori di Banca Mondiale e FMI per tradizione devono essere approvati da Washington. Il ruolo della Banca Mondiale cambiò con la presidenza di McNamara, che pose come nuovo obiettivo della Banca la lotta alla povertà. Sotto la direzione di McNamara i fondi e le attività della Banca aumentarono fino a quasi a raddoppiare. Anche McNamara condivideva la causa anticomunista, ma sosteneva che eliminando le cause della sofferenza umana (fame, povertà) ci sarebbe stato terreno meno fertile per rivoluzioni socialiste. In realtà però la Banca Mondiale ebbe un ruolo importante nell'espansione del debito dei PVS, in un'epoca di esplosione della liquidità disponibile. La direzione di McNamara non colse i segnali di una progressiva inversione di tendenza a livello internazionale, McNamara lasciò la Banca Mondiale proprio prima dell'esplosione della crisi del debito, alla quale la sua strategia aveva contribuito i modo determinante. Prima di andarsene però introdusse il concetto di "aggiustamento", ovvero di aiuti concessi su base strategica e a determinate condizioni.
Nel sistema post Bretton Woods l'avvento dei cambi flessibili e lo smantellamento dei controlli sui capitali hanno fornito ai governi margini di manovra supplementari nel perseguimento dei loro obiettivi interni. Nel nuovo sistema gli shock vengono assorbiti attraverso la politica dei cambi e con la possibilità di accumulare debiti gli squilibri correnti non sono limitanti. In questa configurazione i movimenti di capitali diventano i giudici delle politiche economiche, assumono la funzione di aggiustamento degli squilibri delle bilance dei pagamenti e di finanziamento dei disavanzi persistenti. Il sistema finanziario privato si sostituisce al Fondo nell'arbitraggio tra le due possibili conseguenze di uno squilibrio esterno: il finanziamento di deficit o l'aggiustamento delle parità. La tendenza vedeva le Banche commerciali sostituirsi al fondo, le cui risorse non progredivano di pari passo con quelle dei mercati.
Continua a leggere:
- Successivo: Conseguenze dello shock petrolifero degli anni '70
- Precedente: Dal nazionalismo benevolo al nazionalismo aggressivo
Dettagli appunto:
-
Autore:
Giulia Dakli
[Visita la sua tesi: "Gas e petrolio nello sviluppo della Russia contemporanea"]
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Scienze Politiche
- Titolo del libro: Globalizzazione: breve storia di un’ideologia
- Autore del libro: Oreste Ventrone
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2004
Altri appunti correlati:
- Storia della Politica Economica Internazionale
- La Guerra Fredda: Analisi Approfondita delle Relazioni Internazionali e degli Sviluppi Storici (1946-oggi)
- Nozioni di International Management
- Manuale di Sociologia
- Le Nazioni Unite
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- La condizionalità nelle organizzazioni internazionali economiche
- Dalla periferia al centro: viaggio tra le disuguaglianze del sistema mondo
- I profili della Globalizzazione con un particolare approfondimento sul Commercio equo e solidale
- Sulla “Terza Via” problemi di identificazione e definizione
- Il ruolo degli organismi internazionali nei processi di sviluppo e crescita economica
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.