Declino dell'ideologia della modernizzazione

Nel frattempo dalla periferia provenivano tensioni. Le prime voci di dissenso all'ideologia della modernizzazione si levarono dall'ECLA (United Nations Economic Commission for Latin America). Sotto la guida del Direttore Prebisch, prese vita un progetto di misure alternative per il superamento del sottosviluppo. Prebisch sosteneva che vi fossero fattori strutturali del sottosviluppo. Egli vedeva il mondo diviso in due poli caratterizzati da diverse strutture produttive. L'esito della diffusione del progresso tecnico è stato, per Prebisch, la formazione di distinte strutture produttive tra centro e periferia. Il centro presenta una produzione diversificata e omogenea, mentre la periferia specializzata (materie prime) e eterogenea (coesistono settori arretrati e moderni). L'ECLA sostiene che sviluppo e sottosviluppo sono espressioni di un processo unico e che le disparità si formano e acuiscono con i meccanismi del commercio internazionale. Prebisch elaborò poi la tesi strutturalista sul deterioramento delle ragioni di scambio. Le cause del deterioramento erano da trovarsi nella tendenza degli incrementi di produttività a condurre nei paesi centrali ad aumenti dei salari e nei prezzi degli altri fattori produttivi. Gli aumenti di produttività nei Paesi Avanzati non si traducevano in una riduzione dei prezzi dei manufatti importati dai PVS. Nello stesso periodo anche la Commissione Economica dell'ONU per l'Europa, diretta da Myrdal, arrivava alle stesse conclusioni. L'ECLA proponeva come soluzione la promozione di una rapida industrializzazione nei PVS e il sostegno a tariffe protezionistiche e all'azione regolatrice dello Stato in difesa dell'industria nascente.