Definizione di baie storiche
La nozione di baia storica non è codificata nel diritto internazionale. La normativa vigente prevede infatti che baie storiche costituiscano una eccezione al principio secondo cui lo stato costiero ha il diritto di indicare come acque interne le insenature aventi una superficie almeno uguale a quella del semicerchio il cui diametro sia costituito dalla linea di base non eccedente le ventiquattro miglia tracciata tra i punti di entrata, o le profonde frastagliature all’interno di un sistema complessivo di linee di base anche mediante il tracciamento di linee di entrata superiori alle ventiquattro miglia. In assenza di norme specifiche è pertanto necessario rifarsi ad una prassi generale che annovera numerosi esempi di baie proclamate storiche come quella Hudson (cinquanta miglia di apertura), quella di Pietro il Grande (centododici miglia di apertura), il Golfo di Taranto (sessanta miglia), il Golfo della Sirte (trecentosei miglia) o lo stesso Mar del Plata. Il termine fu usato per la prima volta alla fine del diciannovesimo secolo nel corso di una riunione dell’Istituto di Diritto Internazionale ove fu riconosciuta come legittima la proclamazione di sovranità su una baia purché supportata da un uso costante e secolare da parte del paese interessato. Successivamente la nozione fu applicata dalla corte di giustizia dell’America centrale nel caso della rivendicazione del Golfo di Fonseca da parte di….. considerata l’esistenza di tutte le condizioni necessarie ed il consenso da parte delle altre nazioni e la necessità degli stati costieri di possedere le acque del golfo per le proprie esigenze vitali.
Un esempio significativo di baia storica potrebbe essere quello del Golfo di Venezia, termine con cui la Serenissima indicava l’intero Adriatico su cui pretendeva di esercitare giurisdizione marittima esclusiva interdicendo l’accesso di navi da guerra e mercantili stranieri non autorizzati. La pretesa veneziana era teorizzata da Paolo Sardi e più tardi ridimensionata dal Cussy che più realisticamente limitava il Golfo di Venezia alla parte più settentrionale dell’Adriatico tra la foce del Po e l’Istria.
Altro caso emblematico può essere considerato quello del Golfo della Sirte chiuso dalla Libia nel 1973 tramite il tracciamento di una linea di base di trecentosei miglia tra le città di Bengasi e Misurate. La superficie dell’area, nettamente inferiore a quella del semicerchio avente come diametro la linea di chiusura e le stesse connotazioni generali della costa fanno si che l’insenatura non possa definirsi baia né dal punto di vista giuridico né da quello geografico. Per questi motivi gli Stati Uniti eccepivano la risoluzione sin dal primo momento per passare poi tredici anni più tardi alla nota fase di confronto militare che vedeva contrapposti i due paesi. Le pretese libiche si rifacevano in parte all’affinità con il prospiciente golfo di Taranto e all’esercizio della giurisdizione sull’area nel periodo della dominazione italiana quando, furono emanate disposizioni intese a regolamentare la pesca delle spugne al di là del limite delle acque territoriali, estese allora a tre miglia. In relazione a queste premesse è opinione quasi generale che la chiusura del golfo della Sirte, riconosciuta formalmente solo da Siria e Sudan, sia illegittima.
Il golfo di Taranto è chiuso da una linea della lunghezza di sessanta miglia tracciata tra Capo di Santa Maria di Leuca e Punta Alice. Le sue dimensioni sono tali da legittimarie la qualificazione, in senso giuridico, così come la sua particolare conformazione, ne rende evidente la sottoposizione al dominio terrestre che è uno dei presupposti fondamentali per l’esercizio dei diritti esclusivi di sovranità. Gli elementi su cui si basa la storicità non sono per altro mai stati indicati dal nostro paese, tanto che non poche sono state le riserve avanzate da parte della dottrina internazionalistica ed in particolare dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Di riscontro, la storicità del Golfo di Taranto è meno evanescente di quanto affermato da gran parte della dottrina internazionalistica. La chiusura del Golfo rappresenta infatti un punto di arrivo di un millenario processo storico nel corso del quale, a più riprese, vi è stata coscienza e volontà di considerare il Golfo come area di esclusivo dominio.
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