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Principali difficolta'

Principali difficoltà


-differente definizione e tutela dei diritti;
-cultura della salute orientata alla medicalizzazione;
-differenti logiche amministrative non facili da far convergere;
-squilibrio di potere fra sanitario e sociale: la regione decide riguardo il sanitario, mentre il sociale è frammentato fra tanti comuni, spesso di modeste dimensioni: il potere di contrattazione di questi ultimi è più basso;
-differenza in termini di prestigio: spesso vi è la sudditanza del sociale verso il sanitario;
-in alcune regioni manca ancora la divisione in distretti;
-forte divario fra sociale e sanitario nell'entità delle risorse disponibili e forti tensioni per il loro controllo ed utilizzo.
Un primo tentativo per risolvere questi conflitti viene fatto dal piano sanitario nazionale 1998-2000 che indica precise strategie per attuare un'effettiva integrazione tra assistenza sanitaria e sociale:
(a)    il distretto è la sede privilegiata per il governo dei processi integrati fra istituzioni, e per la gestione unitaria di diverse fonti di risorse, dell'Asl e del comune;
(b)    l'organizzazione dei servizi deve essere fondata non sull'erogazione, bensì sulla metodologia di lavoro per progetti, sull'approccio interprofessionale, sulla predisposizionedi percorsi assistenziali che assicurino agli utenti la continuità terapeutica.
Per quanto riguarda i distretti, nacquero con la legge 833/1978 ma furono scarsamente attuati negli anni '80. con il D.lgs 229/99 il distretto assume la funzione di governo della domanda, centro di offerta di servizi sanitari e socio-sanitari territoriali, di integrazione e di accesso; esso è individuato garantendo una popolazione minima di almeno 60.000 abitanti, salvo che la regione disponga diversamente.
Sia la 229/99 sia la 328/00 prevedono un reingresso dei comuni che si ferma però sull'uscio delle aziende, ovvero i comuni partecipano alla programmazione e alla valutazione non alla gestione dei servizi. Ma la debolezza e la frammentarietà dei comuni ha rappresentato una ragione forte per la loro estromissione dalla sanità: l'unica soluzione, per diventare contraenti rilevanti in grado di fronteggiare le Asl, per i comuni era aggregarsi in consorzi.

Tratto da ECONOMIA SANITARIA di Angela Tiano
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