Legge 3/2001: riforma del titolo V della Costituzione
la riforma del titolo V ha dato autonomia alle regioni per scegliere il modello organizzativo. Lascia spazio alle regioni per:
- definire i LIVEAS;
- criteri individuati dai comuni per la definizione della partecipazione alla spesa degli utenti;
- promozione, integrazione, interventi comune-asl;
- coperture assistenziali da garantire rispetto ai LEA del DPCM 29.11.2001.
LEA: circoscrivono l'esigibilità dei servizi erogati dal SSN: finalità di delimitazione degli inerventi, di razionamento delle prestazioni esigibili.
LIVEAS: lo stato deve definire i livelli delle prestazioni che si ritengono essenziali per garantire il rispetto dei diritti sociali. (trova legge)
Abbiamo due soluzioni diverse:
1. budget separato: al comune spetta il sociale; il sanitario spetta alla Asl: insieme, Asl e comune, decidono cosa fare e ogni soggetto mette la sua parte;
2. budget unico o pool budget: comuni e asl versano nel consorzio le quote che devono destinare ai servizi: si creano organismi in cui tutto viene messo insieme per pagare i servizi socio-sanitari.
In Italia si tende a mantenere budget separati: i consorzi sono pochi, quindi l0integrazione risulta difficile da raggiungere, e con essa anche la qualità e l'efficienza dei servizi. Per questo è importante accordarsi, anche attuando sperimentazioni organizzative.
Occorrerebbe prevedere: cosa devono fare asl e comune? Dovrebbero unire i budget, stabilendo quanto deve destinare ciascuna parte. Il cittadino dovrebbe avere un unico punto di accesso alla rete dei servizi: unità di valutazione multidimensionale. Come funziona? Un'assistente sociale individua il bisogno che, se è sociale o socio-sanitario, avrà un percorso diverso. In questo sportello vengono definiti i bisogni e indirizzati i cittadini.
Ad essa, seguirebbe un case manager, ovvero ciascuno degli utenti seguiti dal case manager, ha diritto ad un buono utilizzabile: per l'acquisto di prestazioni presso fornitori accreditati (voucher); con somma di denaro da utilizzare a beneficio dei care-gives; sia come voucher pe rprestazioni, sia come contributo monetario.
Il buono è integrato (composto da quota sociale e sanitaria), quindi è destinato a finanziare la gamma completa dei servizi sociali e sanitari; altrimenti considera solo la parte di quota sociale. (vedi case manager).
Ma quali sono le differenze rispetto alla sanità? Nell'ambito dei servizi sociali lo stato non ha mai erogato nulla: vi sono una molteplicità di attori, soprattutto non profit, che concorrono all'offerta dei servizi. Il mercato, nel sociale, è presente: è meno difficile applicare la logica dei quasi mercati, perchè mentre in sanità ci sono sempre stati pochi produttori e per averne di più si è dovuto scorporarli; nel sociale lo stato non ha mai erogato nulla perchè ha sempre delegato tutto alla famiglia e questo ha dato vita ad una moltitudine di produttori.
Attualmente esistono esperienze molto diverse da regione a regione.
In toscana, ad esempio, sono stati creati consorzi pubblici, chiamati società della salute, che erogano servizi socio-sanitari. La zona-distretto è il luogo della programmazione dei servizi sociali e sanitari. Le società della salute, quindi, sono nuovi soggetti che ottengono la delega delle funzioni dei comuni e delle asl, al fine di programmare e gestire i servizi socio-sanitari, nell'ambito della zona di riferimento.
L'organo di governo è la giunta regionale formata dai sindaci/assessori delegati, e dal direttore generale Ausl.
Le SDS sono finanziate dalle Ausl con la parte di quota capitaria corrispondente ai servizi definiti nel loro contratto di erogazione e dai comuni, con i fondi corrispondenti ai servizi sociali che si impegnano ad erogare: le SDS vivono e operano di finanza derivata.
Il settore privato non è tra i soggetti che costituiscono la SDS ma svolge un ruolo consultivo; la comunità locale partecipa alla tutela della propria salute (comitato di partecipazione permanente).
Nella prima fase di sperimentazione le SDS si occupano del governo del sistema e dell'orientamento della domanda: successivamente e gradualmente assumeranno anche la gestione diretta dei servizi.
Problemi: rischio che le SDS diventino un'ulteriore livello burocratico-politico; quale vantaggio ne trarrà la asl a delegare integralmente la programmazione e la gestione dei servizi alle SDS? Nessuno. Anzi vedrà ridotto il proprio ruolo drasticamente.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Angela Tiano
[Visita la sua tesi: "Cittadinanza, politiche sociali e omosessualità: evoluzioni e prospettive"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Sociologia
- Esame: Sociologia della salute e degli stili di vita
- Docente: C. Ugolini
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