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Kibabe



KIBABE è un termine che si riscontra frequentemente nelle canzoni, marca una condizione o situazione ipotetica, il significato è “se per fosse vero, allora y non lo sarebbe”, come dire “se avessi un fratello” è intendere “ovvio che non ho un fratello”. vi sono anche usi creativi e metaforici di fiabe “se un albero x fosse la mia casa io starei li”. la differenza fra un uso formulare e un più creativo di fiabe è il suo potenziale metaforico. Tutte le metafore nella canzone hanno a che fare con uccelli, alberi, terr e corsi d’acqua ma non appaiono mai nella loro forma ovvia X è Y, la metafora implicita è che X sia una persona. La metafora conferisce a una persona la qualità del luogo, dell’Y in generale. Questa forma rovescia due campi semantici e a li accorda sotto un sotto comune.
Altro artificio di bale to è l’uso di richiami tristi o suppliche di aiuto, che si riscontrano in tutti i testi gisalo e riportano l’ascoltatore ai temi della solitudine e dell’isolamento dal punto di vista del cantante. La forma più semplice è l’uso di termini di parentela cantato per tutta la frase, a volte con il possessivo NI. Gli altri verbi solitamente marcano il chiamare qualcuno perché quello risponda o lo segua, sono frasi di attenzione, supplica e riconoscimento. Le frasi implorate sono sempre cantate con una specifica intonazione chiamata gese-molab, tale rende le frasi infantili ricorda il piagnucolio di un bambino impotente e implorante.
La tensione a cui i kaluli mirano è una tensione fra letterale e connotativo, ovvio e ambiguo, esplicito e opaco; è questa la fonte di tensione estetica nella canzone kaluli, marcata dalla nozione che ci sia qualcosa dentro e sotto il modo di parlare e le parole stesse.

Tratto da SUONO E SENTIMENTO di Marianna Tesoriero
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