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L’Inghilterra nell’età elisabettiana


Nata nel 1533 Elisabetta, figlia di Anna Bolena (seconda moglie di Enrico VIII), salì al trono dopo la morte di Maria Tudor, essa venne dichiarata figlia illegittima.  Il suo governo si caratterizzò per il suo equilibrio tra il tenere buoni rapporti con il Parlamento e la tendenza a concentrare i poteri decisionali nel Consiglio privato della corona.
Problema religioso = per dare al paese pace e stabilità Elisabetta adottò una soluzione di compromesso che fissò i tratti della Chiesa anglicana :
Rfiafferò la supremazia del sovrano in materia religiosa
Mantenne l’episcopato
Impose il libro delle preghiere comuni con l’Atto di uniformità.
I Trentanove articoli  di fede accolsero i motivi fondamentali della teologia calvinista, ma il compromesso elisabettiano  lasciava insoddisfatti i calvinisti più intransigenti, detti puritani, che reclamavano l’abolizione del vescovato e l’eliminazione dal culto di papismo.
Problema della successione = Elisabetta rifiutò di concedere la mano  ad uno dei  numerosi pretendenti, punto di riferimento di queste trame fu Maria Stuart, regina di Scozia, che era di fede cattolica e poteva quindi essere la discendente legittima di Enrico VII Tudor. Nel 1587 Elisabetta firrmò la condanna a morte portando alle ostilità con la Spagna. Il figlio di Maria Stuart, Giacomo Isuccedette al trono d’Inghilterra avendo avuto un’educazione protestante.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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