L’egemonia spagnola in Italia
La Spagna controllava quasi metà del territorio italiano -> Regno di Napoli, Sicilia Sardegna e Ducato di Milano, solo venezia era indipendente.
In Italia dopo alle difficoltà e alle crisi dei primi decenni del secolo seguì un periodo lungo di ripresa demografica ed economica e ci fu un rafforzamento dele strutture istituzionali e di ricomposizione delle classi dirigenti conseguente alla vittoria dell Soagna contro la Francia. L’autorità sovrana della Spagna era rappresentata in Italia da un vicerè = Napoli, Palermo e Cagliari , o da un governatore = Milano e dai comandanti dell’esercito provenienti dall’alta nobiltà. Al monarca si riconosceva la suprema autorità legislativa e il diritto-dovere della difesa e gli organi di governo locali avevano il compito di applicare e interpretare le leggi e di ripartire e riscuotere le imposte.
Nelle campagne meridionali rimase il peso economico e sociale della feudalità, ma il governo spagnolo ruscì a spezzare la forza politica e a limitare gli abusi con l’intervento della giustizia regia. In Toscana e in Piemonte ci fu un’evoluzione verso lo stato assoluto dove il principe agiva direttamente e non attraverso rappresentanti. Nel 1530 venne riconosciuto ai Medici il titolo ducale e successivamente quello di granduchi di Toscana e venne attuata una riforma costituzionale che sovrapponeva ad essi due consigli: il Consiglio dei duecento e il Consiglio dei quattrocento.
Cosimo I (1537-74) sviluppò il regime in senso assolutistico governando attraverso i propri segretari. Lo Stato sabaudo, occupato dai francesi e spagnoli, venne riconosciuto al duca Emanuele Filiberto (1553-80) vincitore della battagli adi San Quintino alla pace di Cateau-Cambresis.
A Genova nel 1575 ci furono gravi disordini fra nobiltà vecchia e nuova => i nobili vecchi abbandonano la città e gli strati popolari pretesero sgravi fiscali a favore delle arti dalla nobiltà nuova fino all’accordo del 1576 che modificava i meccanismi di elezione a sorteggio all’interno del sistema di govero genovese per cui ci fu una ricomposizione del ceto dei “magnifici” (nobili genovesi) -> stratificazione orizzontale basata sui diversi livelli di ricchezza, invece delle precedenti alleanze verticali; ciò va di pari passo con la crisi delle attività manifatturiere e della dipendenza economica genovese dalla Spagna.
L’incremento numerico del patriziato nel 400 e 500 si accompagnava ad una crescente differenziazione economica tra le famiglie ricche e la nobiltà povera = la concentrazione del potere nelle mani delle famiglie ricche si manifestò con il progressivo rafforzamento del consiglio dei dieci che nel 500 si impadronì delle leve della politica interna ed estera.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Storia Moderna
- Docente: Donattini Massimo
- Titolo del libro: Storia Moderna - 1492-1948
- Autore del libro: Carlo Capra
- Editore: Le Monnier
- Anno pubblicazione: 2004
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