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Le ricadute delle trasformazioni del welfare nelle idee di servizio


Anni ’50-anni ’80: periodo d’oro del welfare; anni ’80-’90: progressiva crisi del welfare che comporta un processo di ripensamento dell’esclusiva titolarità pubblica in materia di sicurezza e di protezione sociale, si ridiscute la titolarità pubblica e l’impronta burocratica, la spesa sociale diventa sempre più gravosa, si creano nuove forme di povertà ed esclusione sociale grazie ai flussi migratori sempre più consistenti e nuove esigenze di cura. Il benessere non è più inteso come assenza di disagio o malattia ma come qualità delle condizioni individuali di vita. Ai servizi si richiede di rispettare e valorizzare il protagonismo e la responsabilità dei soggetti individuali e collettivi. Il nuovo assetto è detto welfare society,un assetto sociale nel quale si contano numerose organizzazioni ed agenzie finalizzate ad obiettivi di benessere.
Anni ’90: creazione del welfare mix che attribuisce al pubblico responsabilità in merito alla programmazione e al finanziamento dei servizi delegando a terzi la loro concreta erogazione. La collaborazione tra pubblico e terzo settore facilita l’incontro tra domanda ed offerta di prestazioni sociali che vengono rese adatte al singolo e alla collettività. La privatizzazione ha avuto delle conseguenze quali l’accrescimento del terzo settore nella progettazione dei servizi e la difficoltà per il lavoratore di entrare a far parte delle agenzie pubbliche se vuole lavorare nel sociale.
Dagli anni ’90 si ha un disequilibrio di interventi tra nord e sudi Italia. La legge 328 del 2000 prova a tenere un regime omogeneo dei diritti con criteri di flessibilità nella loro messa in opera, regolazione centralizzata con autogoverno locale, responsabilità pubblica rispetto l’interesse generale, ridefinisce destinatari,erogatori e centrature politiche.  Lo scopo della legge è quello dell’integrazione per superare i disequilibri e sovrapposizioni di servizi, si regola l’accesso al mercato delle prestazioni sociali sia nel pubblico che nel privato, grande importanza è data ai soggetti.
Principio di sussidiarietà: norma i rapporti tra istituzioni e società civile attraverso l’autolimitazione (limiti nell’azione delle istituzioni nei confronti dei cittadini) e azione (le azioni devono essere attuate se i cittadini non sono in grado di provvedere autonomamente alla gestione di alcune situazioni). La comunità locale coordina e programma i propri interventi attraverso il piano di zona (welfare locale).
Processo di clientelizzazione dell’utente: il cittadino è un cliente che paga un servizio che quindi deve essere funzionale ed affidabile.
Procedura di accreditamento: procedure che portano a riconoscere un certo sistema organizzativo rispetta requisiti di qualità. Con queste procedure l’amministrazione pubblica autorizza il privato ad esercitare delle attività. Si ha quindi una libera scelta per i cittadini e la concorrenza, si garantisce equità nell’accesso.
Carta dei servizi: strumento per facilitare l’esercizio dei propri diritti da parte dei cittadini e mezzo di gestione e comunicazione da parte degli enti erogatori. Rende concreta la centralità del cittadino.

Tratto da IL LAVORO PEDAGOGICO NEI SERVIZI EDUCATIVI di Adriana Morganti
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