Pubblicità moderna. Poster e influsso futurista
Ricordiamo inoltre Leopoldo Metlicoviz, con il manifesto per l’opera Madama Butterfly, e Marcello Dudovich, che collaborò per circa 20 anni con i Grandi Magazzini Mele (la cui strategia pubblicitaria era molto articolata, e investiva non solo manifesti, ma anche cartoline, calendari, locandine ecc), per una stufa, per la marca Zenit (nel cui manifesto per la prima volta i prodotti apparivano in primo piano, senza altre figure) e che instaurò una grande collaborazione con i magazzini La rinascente (nome inventato da D’Annunzio..).
Con la nascita del poster, dal nuovo formato orizzontale, la pubblicità poté invadere le città con immagini gigantesche; in questo periodo quindi la pubblicità aumentò le sue dimensioni e moltiplicò i luoghi nei quali comparire. Pablo Picasso realizza diversi disegni e collage utilizzando pezzi di marche commerciali, manifesti e insegne (ricordare il quadro Paysage aux affiches). I futuristi italiani hanno avuto un forte legame con la pubblicità (ricordare le “serate futuriste”, che assicuravano una notevole pubblicità indiretta); Marinetti si cimentò direttamente nella pubblicità componendo per Snia Viscosa quelli che ha chiamato poemi industriali. Fortunato Depero creò nel 1919 la Casa d’arte Futurista, che funzionava da agenzia pubblicitaria; creò una serie di importanti annunci per la Campari, e nel 1926 portò alla Biennale di Venezia, come ringraziamento al ragionier Campari, un dipinto intitolato Squisito al Selz. Anche la pubblicità fu influenzata dal futurismo, come si nota dal manifesto dell’AEG per una lampadina, che ruba a Marinetti lo slogan Uccidiamo il chiaro di Luna. I futuristi russi Majakovskij e Rodenko si dedicarono anch’essi alla pubblicità.
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Dettagli appunto:
- Autore: Mario Turco
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Letteratura e pubblicità
- Titolo del libro: Che cos'è la pubblicità
- Autore del libro: Codeluppi
- Editore: Carocci
- Anno pubblicazione: 2001
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