Mass media, opera d'arte e prodotto in serie
L’estetica “moderna” ci ha abituati a riconoscere come “opere d’arte” degli oggetti che si presentano come “unici”(non ripetibili) e “originali”. Quando l’estetica moderna si è trovata davanti alle opere prodotte dai mass media, ha negato loro ogni valore artistico proprio perché esse apparivano ripetitive, costruite secondo un modello sempre uguale, in modo da dare ai propri destinatari ciò che essi volevano e attendevano. Le ha definite come oggetti prodotti in serie. E la serialità dei mass media è stata considerata più negativa di quella dell’industria.
Occorre distinguere tra “produrre in serie un oggetto” e “produrre in serie i contenuti di espressioni apparentemente diverse”. L’estetica, la storia dell’arte, l’antropologia culturale conoscono da molto tempo la serialità; hanno caso mai parlato di “artigianato” (anziché di arte) ma non hanno negato un valore estetico elementare a queste cosiddette arti minori.
Nei mass media i film commerciali, le comic strips e i serial televisivi sono espressioni che fingono di essere sempre diverse per trasmettere invece sempre lo stesso contenuto fondamentale. E’ questa serialità dei mass media che è parsa , alla cultura “alta”, come serialità degenerata rispetto alla serialità scoperta e onesta dell’industria e dell’artigianato. Ma in che misura la serialità dei mass media è diversa da quella di molte forme artistiche del passato?
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Forme della serialità nel cinema e nella televisione
- Docente: Monica Dall’Asta
- Titolo del libro: L’innovazione nel seriale
- Autore del libro: Umberto Eco
- Editore: Archetipolibri
- Anno pubblicazione: 2008
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