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Massacro alla Columbine High School


Quella di cui sto per trattare è una storia di violenza illogica e cieca, e proprio per questo ancora più intollerabile.
Il massacro alla Columbine High School è avvenuto di martedì, il 20 Aprile 1999 (110° anniversario del compleanno di Adolf Hitler), nella piccola città suburbana di Littleton, nella Contea di Jefferson, Colorado. Una piccola città, insignificante fino al 19 Aprile 1999, che si trova ai piedi delle Montagne Rocciose, a non molti chilometri da Denver. Una piccola città che ora non è più priva d’interesse, ma che al solo nominarla riesce a suscitare clamore, per il fatto, senza precedenti negli Stati Uniti, che vi ha avuto luogo.
In quella mattinata due studenti, Eric David Harris e Dylan Bennet Klebold, di rispettivamente diciassette e diciotto anni, hanno ucciso un professore e dodici loro compagni di scuola, ferendone altri ventiquattro, dopodiché hanno rivolto i fucili contro loro stessi.
Erano armati con un fucile semiautomatico da 9 millimetri, due fucili a canna mozza, una pistola semiautomatica da 9 millimetri e novantasei bombe costruite a mano.
Prima del massacro avevano dato sfogo ai loro pensieri in diari personali e su siti web; ed avevano persino girato un video nel quale dicevano, vantandosene, che avevano intenzione di causare il maggior numero di morti nella storia americana. Sembra che i due adolescenti odiassero il mondo intero. I ragazzi avevano programmato l’attacco per circa un anno, durante il quale erano riusciti a mettere insieme una serie di armi e a costruire ordigni esplosivi attraverso informazioni trovate su internet. Il loro obiettivo era raggiungere una macabra celebrità e la loro scuola era ovviamente il bersaglio più comodo.

Tratto da "BOWLING A COLUMBINE" E "ELEPHANT" di Laura Righi
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