Fiducia, virtù della parzialità
La fiducia ci salva dalla necessità dell'assoluto e dal precipitare della tragedia, rende possibili, nel riconoscimento dell'alterità e della parzialità, le nostre pratiche conoscitive e di relazione. La fiducia consente di affidarsi alle persone e alle cose, credere a ciò che sono per quel che appaiono, alla loro molteplicità, differenza, distanza, e al tempo stesso ammettere la possibilità di errore, la fallibilità del nostro conoscere. Si avvicina, quindi, in particolare ad un'altra virtù, l'umiltà, che è il riconoscimento del nostro essere parziali, da cui deriva l'attitudine al silenzio, all'ascolto, alla disponibilità verso voci diverse. La fiducia non solo insegna o aiuta nella comprensione e nella relazione, accettando realtà e persone nel loro manifestarsi di alterità, ma ci ammaestra a riconoscere anche l'esistenza di ciò che non sappiamo e forse non arriveremo mai a conoscere, ciò che trascende il nostro sguardo, la nostra comprensione. Alla pratica della fiducia occorre accostare un'altra virtù, che le è molto vicina, l'attenzione, la virtù dell'ascolto vero, poiché propone disponibilità verso l'altro, apertura, accoglimento e che si contrappone alle verità invadenti di chi chiude mente, sensi e cuore a ciò che si dà nel mondo.
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