Il testo qui riassunto affronta il difficile compito del sostegno emotivo dei bambini malati. La patologia in età pediatrica ha sempre dei risvolti particolarmente pesanti, e coinvolge non solo il paziente ma anche i suoi genitori. Occorre aiutare il bambino a rielaborare le angosce di morte connesse alla malattia, che può diventare occasione di crescita se non si affrontano solo le implicazioni mediche ma anche quelle psicologiche.
La paura del lupo cattivo
di Anna Bosetti
Il testo qui riassunto affronta il difficile compito del sostegno emotivo dei
bambini malati. La patologia in età pediatrica ha sempre dei risvolti
particolarmente pesanti, e coinvolge non solo il paziente ma anche i suoi
genitori. Occorre aiutare il bambino a rielaborare le angosce di morte connesse
alla malattia, che può diventare occasione di crescita se non si affrontano solo
le implicazioni mediche ma anche quelle psicologiche.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze dell'Educazione
Corso: Scienze dell’Educazione
Esame: Pedagogia generale
Docente: Tramma Sergio
Titolo del libro: La paura del lupo cattivo
Autore del libro: S. Kanizsa, Barbara Dosso
Anno pubblicazione: 19981. Alleanza terapeutica e mentalità ospedaliera
Attualmente nelle pediatrie si è fatta strada l’idea che per poter lavorare in modo efficace è necessario che
tutti gli operatori operino veramente in équipe, per allearsi con i genitori e con i bambini per una cura sia
fisica che psichica del bambino. Si tratta della cosiddetta “alleanza terapeutica” in cui ciascun attore apporta
la sua competenza e opera in sinergia con tutti gli altri.
Nei fatti questo è ancora un obiettivo raggiunto solo in parte o solo in alcuni luoghi, prima di tutto perché
non è semplice scalzare la mentalità piramidale tipica delle istituzioni ospedaliere. Se a ciò si aggiungono le
difficoltà per gli operatori causate dall’avere un rapporto quotidiano con la sofferenza dei bambini e dei loro
genitori e la formazione un po’ carente sul piano umano, perché ancora molto rivolta all’acquisizione delle
tecniche, si può ben capire perché questo tipo di nuova prospettiva stenti a prendere piede.
Nell’alleanza terapeutica il bambino è al centro dell’azione, di conseguenza tutte le azioni degli operatori
sono in funzione del suo benessere e delle sue esigenze.
È necessario rivolgersi al bambino per spiegargli le scelte fatte, per chiedergli quali siano le sue riflessioni in
proposito e, quando il bambino sia troppo piccolo per poter dire la sua, gli operatori dovranno rivolgersi ai
genitori come interpreti delle volontà del loro piccolo.
È necessario elaborare strategie che centrino il problema dell’espressione, controllo e soluzione delle
angosce che l’ospedalizzazione scatena sia in pazienti e genitori, che negli operatori sanitari.
Anna Bosetti Sezione Appunti
La paura del lupo cattivo 2. La malattia dal punto di vista dei bambini
La paura di ammalarsi è una delle paure più forti nei bambini delle elementari, soppiantata più avanti dalla
paura di morire o di subire una menomazione.
I bambini ritengono che la malattia, qualunque sia la sua gravità, sia un fatto che comporta emozioni quali la
tristezza, la stanchezza e la delusione. In effetti, ammalarsi costituisce per tutti, adulti e piccini, un evento
stressante (sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psichico) che, per quanto breve, per tutta la sua
durata sconvolge l’esistenza di chi ne è affetto.
Inoltre la malattia restringe il loro campo di libertà costringendoli a letto o comunque a casa.
Fino agli 8 anni il bambino non avendo idea delle cause della sua malattia può ritenere che essa sia il castigo
per le sue disobbedienze. Questo modo di pensare è legato da ciò che dice l’adulto, frasi che danno l’idea al
bambino che la causa del suo male sia da ricercare nel suo comportamento. In questo modo il bambino
penserà di poter tener lontana la malattia obbedendo ad alcune regole dettate dall’adulto. Tuttavia vivere la
malattia come la risposta di una colpa può far vivere al bambino il momento della cura come momento
dell’espiazione, quindi tutti gli strumenti della cura come strumenti di tortura.
Dopo gli 8 anni il bambino tende a spiegare la malattia in funzione dei germi presenti nell’ambiente o nel
corpo e che hanno la capacità di far ammalare solo per il fatto di esistere. Solo dopo i 12 anni è in grado di
considerare più fattori come possibili concause della sua malattia.
Per capire le reazioni del bambino alla malattia, è importante considerare quale sia la storia del bambino e,
soprattutto quale sia lo stile educativo e il clima della sua famiglia. L’aver già subito traumi o l’esser già
stati ammalati influirà sulle reazioni bei bambini ammalati.
Una volta ammalato, il bambino in una prima fase sembra rinchiudersi in se stesso, non vuole mangiare, non
vuole parlare, non sembra più trovare interessi per il gioco, diventa lamentoso, vuole sempre essere preso in
braccio e consolato.
La regressione iniziale può costituire un aiuto alla cura di bambini particolarmente vivaci, ma il persistere di
tale comportamento una volta guarito può costituire motivo di preoccupazione, perché significa che la
malattia ha scardinato le sicurezze che il bambino riponeva nelle proprie capacità. Il comportamento opposto
alla regressione è l’opposizione con la quale il bambino non solo non collabora alla cura ma rifiuta di essere
curato. dall’altro canto anche accettare con troppa passività le cure non è un atteggiamento positivo.
Anna Bosetti Sezione Appunti
La paura del lupo cattivo 3. La malattia del bambino vista dai suoi genitori
La malattia del bambino si ripercuote sulla vita familiare, non solo perché richiede una riorganizzazione dei
tempi in funzione della cura, ma anche perché preoccupa i genitori che si sentono spesso responsabili del
male del figlio.
E come se non bastassero i sensi di colpa personali, spesso i genitori vengono travolti dalle accuse dei
parenti o degli amici, ed è in particolare la madre ad essere più spesso messa sotto accusa.
Di fronte alla malattia del bambino, i genitori possono reagire in modo eccessivamente permissivo,
modificando a favore del malatino tutto il sistema di regole vigenti in famiglia. In genere, però, con la
guarigione tutto rientra nella normalità.
Ma non sempre è così, a volte i genitori sono così preoccupati dalla possibilità che il bambino si ammali che
mettono in atto strategie di iperprotezione.
Anna Bosetti Sezione Appunti
La paura del lupo cattivo