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Autori e comici anni '80. Verdone, Benigni, Vanzina


Silvio Soldini ottiene il riconoscimento del pubblico con il suo terzo film Pane e Tulipani che sottolinea il carattere minimalist della vita quotidiana, il suo cinema è realista ma è immerso in un carattere fantastico quasi favolesco.
Mazzacurati esordisce con un film prodotto da Nanni Moretti Notte Italiana che per prima affronta il tema degli extracomunitari e dell’Italia del disagio.
Davide Ferrario  mostra di sapersi muovere ai margini dei generi e raccontare il maniera originale il malessere dei giovani Tutti giù per terra (1997) in Guardami cerca di raccontar e nobilitare la figura di una diva del cinema a luci rosse che si ispira chiaramente a Moana Pozzi.
Carlo Verdone rientra nel gruppo di quei comici lanciati dalla televisioni e si cimenta nella regia di se stesso, si può riconoscere una evoluzione della figura di Sordi del coatto romano. La sua poetica si incentra soprattutto sulla costruzione di gallerie di personaggi.
Massimo Troisi ha raggiunto le sue più grandi vette attoriali con il sodalizio con Ettore Scola  ed esordisce alla regia nel 1981 con Ricomincio da tre portando in scena i personaggi di uno spettacolo teatrale;  nel 1984 esce Non ci resta che piangere di cui tuttavia si ricordano maggiormente le sue doti attoriali nel film che non quelle registiche
Roberto Benigni sembra voler esibire il fatto di non aver frequentato il centro sperimentale. Coodirige non ci resta che piangere con Troisi e sarà affiancato da Cerami nell’ideazione dei soggetti per Il mosro e Johnny Stecchino. Con La vita è bella Benigni ha varcato i confini nazionali diventando un bene culturale internazionale.
Con Neri Parenti e i fratelli Vanzina si va sempre di più verso il cinema trash, iniziando le varie saghe di Fantozzi e le interminabili Vacanze di natale.

Tratto da STORIA DEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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