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La Luce


La luce è importante per la sintesi di vitamina D, esponendosi un minimo ai raggi UV del Sole, altrimenti avremo problemi sullo scheletro e sulla funzione immunitaria, per via della potente azione anti-batterica e virale della stessa luce.

Per scopo terapeutico utilizziamo i laser, a bassa potenza (<500mW) o alta potenza (>500mW). La classificazione coincideva con l’indicazione di applicazioni terapeutiche diverse, i laser di bassa potenza venivano utilizzati per operazioni non chirurgiche, gli altri solo a scopo chirurgico, mentre ad oggi i laser di alta potenza più avanzati vengono utilizzati a dosi molto basse per interventi non chirurgici.

La modalità di emissione può essere:
• Continua, ininterrottamente viene colpito il tessuto
• Pulsata, quando la sorgente non viene emessa di continuo, ma impulsi di luce brevi. Modulando gli impulsi si evita di scaldare troppo il tessuto, pur mandando un enorme numero di fotoni data l’elevata potenza di picco e la bassa potenza media
• Frequenzata, utilizzata per limitare l’emissione continua se si pensa che il tessuto venga danneggiato. È simile alla pulsata, solo che l’emissione è più prolungata e con potenza di picco più bassa
Altra classificazione avviene in base al tipo di gas: a gas, a stato solido, a diodi.
Altra ancora in base al numero di sorgenti (singola, multi), in base all’ottica (fibra ottica, gruppo ottico) o applicazione della terapia (manipolo a contatto, puntamento fisso, scansione di aree vaste).

La conversione da luce ad energia del laser si ha:
• quando il fotone che passa per il tessuto si trasforma in energia vibrazionale che verrà dissipata sottoforma di calore, dando luogo ad effetti terapeutici o a danni (effetto fototermico)
• quando il laser può dar luogo nel tessuto a onde meccaniche (effetto fotomeccanico)
• quando si ha trasferimento diretto di energia ai substrati biologici (effetto fotochimico)

Nelle interazioni laser-tessuto sono importanti la lunghezza d’onda e il tipo di tessuto da irradiare.
Quando il laser colpisce il tessuto parte della radiazione viene riflessa e l’altra viene scatterata (il percorso viene deviato), un’altra ancora viene assorbita da una molecola capace di farlo.
Affinché molecole di cromofori ci saranno, i fotoni avranno effetto biologico sul tessuto.

I processi di interazione sono di tipo fotochimica, fotomeccanico e fototermico.
Gli effetti fototermici avvengono quando l’energia assorbita non è sufficiente a produrre un effetto chimico e viene dissipata sottoforma di calore.
Gli effetti fotomeccanici sono conseguenza di quelli termici, andando da un effetto terapeutico a uno distruttivo. Quando lo spot del laser è concentrato abbiamo altissime T tra il punto colpito e la zona circostante, creando onde di pressione nel tessuto, che possono essere usate a scopo distruttivo.
La risposta biologica dell’organismo parte sempre dalle cellule, passando dai tessuti andando a finire in effetti sistemici (analgesici, antinfiammatorio, anti-edema, riparazione dei tessuti).

Gli effetti FM possono indurre modifiche nell’adesione della cellula alla matrice EC o nell’arrivo di segnali dai messaggeri al nucleo cellulare e dipendono dalla lunghezza d’onda assorbita dai cromofori e dal tipo di tessuto irradiato.

Effetti del laser a livello cellulare sono:
• incremento della sintesi di ATP
• incremento nella produzione di RNA
• aumento della proliferazione cellulare (linfociti)
• induzione di processi di differenziazione
• rilascio di fattori della crescita (fibroblasti) ed altre sostanze
• aumento della produzione di molecole della matrice EC (fibroblasti e condrociti)

Gli effetti a livello tissutale sono:
• modulazione dei processi infiammatori
• rimodellamento della matrice EC
• stimolazione della funzione endoteliale
• riduzione dei tempi di riassorbimento dell’edema
• prevenzione contro la formazione di tessuto cicatriziale

A livello sistemico abbiamo effetti analgesici (blocco stimolo dolorifico e modulazione della soglia del dolore).

Il laser si utilizza nelle patologie da medicina sportiva (rachialgie, lombalgie, cervicalgie, dorsalgie), con controindicazione in caso di diabete, zone del nervo vago, AIDS e zone delicate come area cardiaca, occhio o cartilagini di accrescimento.

Per utilizzare il laser in sicurezza va saputo il tipo, i rischi associati al suo utilizzo, informare personale e pazienti, usare gli occhiali protettivi e stare attenti ad eventuali riflessioni del laser su oggetti metallici o superfici a specchio.

Tratto da DISCIPLINE DELL'APPARATO LOCOMOTORE di Vincenzo Sorgente
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PAROLE CHIAVE:

luce
laser
vitamina d