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Emile male e la tradizione erudita storico-documentaria




Iniziamo la nostra ricognizione dalla Francia, dove è ancora vivisisima la grande tradizione erudita storico – documentaria, specialmente nella molte riviste del settore e nei vasti repertori di inventario e documentazione.
In merito agli studi iconografici, Emile Male (1862 – 1954) abbandona il vecchio metodo descrittivo e classificatorio che considerava le tematiche indipendentemente dal contesto storico e geografico, e inaugura un modo di analisi più complesso e approfondito, dove le figurazioni vengono interpretate e decodificate secondo una ampia prospettiva storica che privilegia l'analisi delle coeve fonti letterarie, specialmente teologiche e religiose. Emile Male era nato nel 1862 a Commentry e dopo un inizio all'insegna degli studi letterari, dopo un soggiorno a Firenze decide di approfondire i suoi studi sull'arte medievale. Fondamentale nel 1898 sarà la sua tesi di dottorato, L'arte religiosa del XIII secolo in Francia. Studi sull'iconografia del Medioevo e sulle sue fonti di ispirazione, che sarà la sua prima esemplificazione concreta del nuovo metodo iconologico: Male analizza le figurazioni delle cattedrali gotiche francesi alla luce dei significati religiosi e dottrinali che comunicano. Seguiranno poi nel 1908 L'arte religiosa della fine del Medioevo in Francia e nel 1922 L'arte religiosa del XII secolo in Francia, e terminerà il ciclo nel 1932 con L'arte religiosa dopo il Concilio di Trento. Sarà titolare della cattedra di storia dell'arte medievale alla Sorbona, nel 1912, e Accademico di Francia dal 1927.Male si distingue per la larga erudizione e la meravigliosa chiarezza espositiva. L'opera di Male concepisce l'arte e l'iconografia in chiave prettamente pedagogica e dottrinale, e trascura la dimensione spirituale e contemplativa, oltre alla complessa funzione e realtà della chiesa cattolica nei suoi aspetti di pratiche liturgiche e religiose, di devozioni popolari; in sostanza trascura il rapporto tra artista e manufatto.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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