I quattrocento colpi di Truffaut
Tra il 1958 e il 1959 i guerrieri del Cahiers decidono di scendere in campo
Chabrol e Truffaut
Claude Chabrol debutta con due film: La beau Serge, storia di una controversa amicizia tra due uomini, e I cugini, adattamento, riveduto e corretto, della storia del topo di campagna e del topo di città, diretta in maniera suggestiva, con l’analisi dei caratteri dei due che individua implacabilmente la psicologia del perdente. Nel 1959 esordisce Francois Truffaut, con I quattrocento colpi. Antoine, un ragazzo parigino di dodici anni, svogliato ed irrequieto, preoccupa seriamente i genitori: spinto dalla sua indole insofferente e ribelle, egli combina infatti ogni sorta di guai. D'altra parte l'ambiente della famiglia e il comportamento dei genitori non possono esercitare un'influenza favorevole sullo sviluppo del fanciullo. Antoine è nato da una relazione prematrimoniale della madre, la quale, anche dopo sposata, non ha rinunciato ad allacciare relazioni irregolari. Il patrigno è un uomo debole, sciocco e presuntuoso, sempre pronto ad attaccare lite con la moglie ed a rinfacciarle quanto ha fatto per lei e per Antoine, dando un nome ed una casa ad un figlio non suo. Il ragazzo, che si trova a disagio in famiglia ed è incompreso a scuola, comincia a marinare le lezioni ed a vagabondare per Parigi in compagnia dell'amico René, spendendo senza risparmio i soldi che è riuscito a racimolare. Sorpreso a rubare una macchina da scrivere nell'ufficio del patrigno, Antoine viene messo in una casa di correzione: i genitori sono lieti di potersi liberare di lui e della responsabilità che loro spetta per il suo comportamento. Nell'istituto il ragazzo è costretto a umilianti esperienze, finché un giorno decide di evadere. Approfittando di un rallentamento della sorveglianza, egli riesce a fuggire, ma non torna a casa. Prima di affrontare l'ignoto, egli vuole soddisfare un desiderio che da molto tempo nutre nel segreto dell'animo: vedere il mare. Si dirige così verso la spiaggia, non lontana dalla casa di correzione, finalmente libero e forse, per la prima volta, felice. Antoine Doinel da allora sarà sempre rappresentato dall’attore Jean – Pierre Léaud, che Truffaut seguirà per vent’anni, dall’adolescenza alla maturità. Doinel del resto è una sorta di alter – ego del regista: anche Truffaut aveva conosciuto la tristezza dell’abbandono e del riformatorio, al punto che elesse come suo padre putativo André Bazin.
Continua a leggere:
- Successivo: Hiroshima, Mon Amour di Resnais
- Precedente: Il lavoro dei Cahiers du Cinéma
Dettagli appunto:
-
Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Sarah Zappulla Muscarà
- Titolo del libro: Breve storia del cinema
- Autore del libro: Massimo Moscati
- Editore: Bompiani
- Anno pubblicazione: 2003
Altri appunti correlati:
- La nascita del cinema
- Cinema italiano dopo il boom. Commedia, western e nuovi autori
- Efficacia della normativa procedurale sul Terrorismo in Italia: come ha inciso l’attentato alle Torri Gemelle?
- Storia delle Relazioni Internazionali
- Il percorso artistico di Luca Cambiaso
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- La ricostruzione dei generi nel cinema di Quentin Tarantino
- L'apporto alla critica e alla cultura cinematografica di Pietro Bianchi
- Cinecittà 1950/60 tra bussiness e mondanità una nuova Hollywood sul Tevere dalle pagine dell'Europeo
- La crisi delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche in Italia negli anni 2000
- Ecologia del delitto - Il noir di Johnnie To (1988-1999)
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.