Spirito del pellegrino e la Terra Santa
Lo spirito del pellegrino è quello di un uomo disposto a vagabondare finchè un santo non esaudisca il suo desiderio Come il giovane paralitico di Reims che viaggiò per l’Europa fino ad essere guarito da Santa Fede di Conques. Ma molto vivo all’epoca era anche lo spirito di penitenza. Come quello di San Gerardo d’Aurillac che si recava di frequente a Roma. I confessori, poi, davano di frequente come penitenza il pellegrinaggio: l’anima si trova e placa nelle fatiche, e Dio parla nella tribolazione.
Il voto sollecita la scelta di un santuario, la cui visita rappresenta il fine stesso del pellegrinaggio. Ad orientare questa ispirazione intervengono la libera decisione, i precedenti geografici o sociali. Gerusalemme un nome su tutti. La tradizione cristiana sovrappone alla città la visione di una Gerusalemme ideale, celeste. Il pellegrinaggio in Terra Santa scopre una via di terra dopo la conversione degli ungheri alla fine del X sec. nel 1048 i bizantini ricostruiscono il Santo Sepolcro, ed illustri visitatori vi si recano. Si organizzano anche spedizioni collettive. Nobili e poveri intraprendono spedizioni assieme. Quando nel 1078 i turchi bloccano e conquistano la santa tomba di Cristo, abbiamo nel 1095 l’esplosione popolare di Clermont, dove il papa Urbano II indica la crociata.
Continua a leggere:
- Successivo: Crociata come preghiera e penitenza
- Precedente: Pellegrinaggio tra periodo romanico e gotico
Dettagli appunto:
- Autore: Dario Gemini
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia medioevale
Altri appunti correlati:
- A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio
- Le Crociate
- Ascesi esicasta
- La Chiesa medievale
- La filosofia nel medioevo
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.