Skip to content

L'epigramma secondo Marziale



Premessa sull'epigramma.

L’epigramma è il genere unico a cui si dedica Marziale e ne comporrà più di 1500. In età flava l’epigramma si diffonde notevolmente ma è considerato il più umile dei generi come testimonia lo stesso autore. A Roma l’epigramma non aveva una tradizione consolidata e l’unico autore di rilievo fu Catullo che fu un importante mediatore del genere tra la Grecia e Roma. Le sue origini risalgono all’età greca arcaica dove svolgeva una funzione prettamente commemorativa: inciso su pietre tombali o su offerte votive ricordava un uomo, un luogo, una festa o un evento famoso. In età ellenistica l’epigramma era tenuto in grande considerazione in quanto ben si confaceva al gusto per la brevità e al componimento breve ed estremamente raffinato.
Catullo affiderà la terza sezione dei suoi carmi alla forma dell’epigramma; ma epigrammatisti dilettanti furono tutti i politici di età imperiale che vedevano nell’epigramma un passatempo.
Solo con Marziale l’epigramma assurge in epoca latina a genere degno di letterarietà. Di esso apprezza la varietà, la mobilità, la sua disponibilità alla molteplicità tematica e soprattutto la sua aderenza alla realtà contemporanea; tutti pregi che non vedeva nelle solenni forme dell’epica e della tragedia che in età flavia si erano ridotte a trite vicende mitologiche avulse da ogni originalità.
È il realismo, la quotidianità, l’aderenza alla vita di tutti i giorni che Marziale vuole nei suoi componimenti. Egli osserva lo spettacolo della realtà e dei vari personaggi che ne occupano la scena deformandoli come se avesse un grandangolo e accentuandone la deformità e riconducendoli a tipi predefiniti (l’avaro, lo sciocco, il parassita). È il cosiddetto epigramma scommatico, già usato da Lucillio in età neroniana, che prevedeva la focalizzazione di singoli personaggi o di alcuni loro tratti pregnanti togliendoli da uno sfondo per meglio metterli alla berlina.
Marziale non riserva però critiche accanite e violente verso questi personaggi preferendo osservare da dietro le quinte il divertente teatrino del mondo con il sorrisetto ironico e consapevole di chi è conscio dello sfacelo dei tempi e desidera ritornare nella propria tranquilla casa. Marziale utilizza nei suoi epigrammi i temi più svariati da quelli più solenni come i funerali a quelli più esplicitamente osceni e ironici a quelli adulatori e politici. In generale egli accentua l’aspetto comico – satirico, come già aveva fatto Lucillio, per mettere in rilievo il malcostume sociale dei tempi.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.