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Il modello di mos maiorum di Cicerone



CATILINARIE   (ascesa di Cesare)

Lucio Sergio Catilina, sconfitto alle elezioni da Cicerone, non potendo ottenere il consolato per vie legali, ordì una congiura a cui partecipò gran parte delle masse proletarie. Nel 63 a.C. Cicerone soffocò al rivolta e mandò a morte i complici di Catilina, il quale morì tempo dopo in battaglia. Nella raccolta di orazioni, quattro, Cicerone accusa e smaschera il progetto sovversivo ci Catilina e si difende dalle accuse che gli rivolgevano per aver condannato i suoi complici senza un regolare processo.

PRO MURENA  (piena congiura di Catilina)

Lucio Licinio Murena, era stato accusato dal rivale Servio Sulpicio Rufo di corruzione elettorale. La sua accusa era sostenuta con forza anche da Catone il Giovane, discendente di Catone il Censore. Proprio su questa figura gravita l’intera orazione. Bisogna sapere che il giovane Catone aveva ereditato lo steso rigorismo morale del bisnonno e ciò faceva si che egli prendesse posizioni parecchio intransigenti sulle questioni che riguardavano i rapporti tra stato ed interessi economici privati. Cicerone sfoderò l’arma dell’ironia sottile e della satira, ironizzando sul formalismo dei legislatori romani e sul rigido credo di Stoici come Catone. Proprio in quest’ultimo punto Cicerone tratteggia le linee di un nuovo modello etico: il rispetto per il mos maiorum doveva essere contemperato da una minima apertura alle gioie della vita che i nuovi costumi della città ormai concedevano.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
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