Versione italiana di "Stromboli" a Venezia
Titolo: Stromboli, terra di Dio
Lingua: doppiata in italiano
Lunghezza: 100 minuti
Uscita: 8 ottobre 1950
Titoli di testa: la citazione di San Paolo che citava a sua volta Isaia è sostituita con l’originale del profeta. I nomi Karin e Mario Sponzo sono corretti in Karen e Mario Sponza. Eliminato il marchio RKO, rimane solo Berit. Eliminato il riferimento a Morlion.
Tagli: nella scena del matrimonio, nel viaggio verso Stromboli, nella scena in cui Karin vaga per le stradine.
Sonoro: cambiamenti dovuti al doppiaggio italiano; siccome Karin parla italiano, le persone che non le rispondono dimostrano di non volerlo fare anche se hanno capito ciò che dice. “Appartengo a un’altra razza” invece che “Appartengo a un’altra classe”. Anche qui il parroco dice a Karin che se abbellisce la casa “Dio misericordioso l’aiuterà”.
Aggiunte: - scena in chiesa: fra Antonio/Karin da un lato e fedeli dall’altro è inserito un campo medio dei fedeli che guardano Karin; - arrivo a Stromboli: soggettiva di Karen (vers. internaz.) divisa in due; - finale: 6 inquadrature in più (3 riciclate – crateri fumanti + cielo stellato – e 3 nuove: Karin che singhiozza, che si placa, che chiede un po’ di pace a Dio) le aggiunte e le modifiche riguardano questioni di carattere religioso.
A Venezia il film era stato accolto in modo molto contrastato: la Bergman è lodata, ma la sinistra ironizza sul misticismo e sulla conversione di Karin. Anche quella cattolica è insoddisfatta dalla conversione che appare troppo rapida.
Piero Regnoli sull’Osservatore Romano se la prende “con chi è deciso a sostenere la pretesa spiritualità del miracolo finale”: il destinatario di questa critica era Gian Luigi Rondi, che su Il Tempo aveva elogiato Stromboli e la sua conclusione. Rondi tra l’altro, durante una proiezione privata, avrebbe suggerito ai presenti (fra cui Morlion) come correggere ciò che in Stromboli infastidiva il Vaticano; e recensendo la versione italiana sempre sul Tempo, riprende le lodi dell’articolo precedente e commenta – chiaramente in risposta all’Osservatore – le nuove inquadrature (che Morlion rivendica di aver girato, dopo alcune riflessioni con Rossellini e con la Bergman) l’intervento di Morlion cambia il senso del finale: la Grazia raggiunge Karin in quanto la donna l’ha esplicitamente invocata, e in conseguenza della sua richiesta arriva quasi come una prova dell’esistenza di Dio. Non è un dono generoso e gratuito, ma una risposta di Dio al grido di angoscia di Karin. Il cambiamento nell’animo della donna è meno repentino. Così si spiega forse anche la frase posticcia del parroco in una delle scene precedenti (if you do this, merciful God will help you): spingerebbe Karin a testimoniare la sua volontà di cambiamento, a collaborare con Dio. questa frase è stata aggiunta in un secondo tempo anche nella versione internazionale? da Morlion?
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Filmologia
- Titolo del libro: Le varianti trasparenti
- Autore del libro: Elena Dagrada
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