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Sonoro diegetico ed extradiegetico in Siodmak



LA SCALA A CHIOCCIOLA

Anche in questo caso vi è un passaggio dalla dimensione diegetica a quella extradiegetica del sonoro. Oltre che un semplice passaggio si verifica un’alternanza tra queste due condizioni, alternanza finalizzata a creare tensione all’interno della rappresentazione. In una scena in particolare vediamo il movimento della macchina da presa che si sposta verso il piano di sopra. L’elemento diegetico (in questo caso il suono di un pianoforte) non sarà insensibile a questo spostamento e infatti il volume del suono dello strumento si abbasserà gradualmente. La musica extradiegetica spesso rappresenta anche il personaggio, ed è quindi un commento con scopo di rendere più o meno esplicita la psicologia del personaggio, di sottolinearne sfumature e complessità. In questo caso la follia dell’assassino è sottolineata dal tono e dall’andamento della musica. L’omicidio avviene fuori campo e noi ci rendiamo conto che c’è qualcosa che non va grazie all’apporto fondamentale dei rumori (un vetro rotto, il rumore del corpo della donna che cade, un grido).

LA DONNA FANTASMA

Altro esempio di omicidio fuori campo. La tensione viene resa grazie alla differenziazione tra due suoni diegetici: i passi dell’uomo (scarpa senza tacco) e quelli della donna (scarpa con tacco). Il fuori campo ha una funzione narrativa forte: da fuori campo sentiamo infatti il rumore di una monetina che ci informa del sopraggiungere di una terza persona. Anche l’arrivo di un treno è solo suggerito grazie a luci e suoni fuori campo, ma non si vede.

Tratto da LA NASCITA DEL CINEMA di Marco Vincenzo Valerio
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