A proposito di ottica teatrale - Gonzaga
L’opera ha bisogno di visioni artificiali.
Molti fattori messi assieme devono cooperare ad ottenere illusione e incantamento. La noia spesso è dovuta alla negligenza delle convenienze visibili. Un’opera deve essere vista più volte, perché ci sono molti elementi che ci possono sfuggire --> spettacolo molto grande e ricco, ma se riesce male è noioso e insignificante.
La vista è sempre più forte, ma spesso gli autori teatrali la trascurano.
Pubblico diviso tra vista e udito : si uniscono nell’opera.
Qui spesso però la musica sovrasta tutto e diventa noiosa --> opportunità di cantare a squarciagola in uno splendido abbigliamento --> vengono aggiunti i balletti per attirare l’attenzione.
3 poteri distinti, che se uniti sarebbero lo spettacolo perfetto : pantomima, poesia e musica.
Difficile adattare l’immagine alla scena e alla funzione --> il sito precede l’azione. Importanti le dimensioni del teatro. L’uomo dovrebbe avere per lo spazio la stessa attenzione che il musicista deve avere per la scelta del suo strumento.
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Dettagli appunto:
- Autore: Silvia Lozza
- Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Titolo del libro: La musica degli occhi, scritti di Pietro Gonzaga
- Autore del libro: Maria Ida Biggi
- Editore: Olschki
- Anno pubblicazione: 2006
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