Paul Gauguin
Contro la società del proprio tempo, cerca autenticità e ingenuità quasi mitologiche, primitive --> Va a Tahiti, Martinica e Polinesia non per scoprire sensazioni nuove, ma per esplorare se stesso alla ricerca delle origini delle proprie sensazioni. Nelle sue opere la profondità non è di spazio ma di TEMPO, remoto e profondo. Bisogna dipingere dalla memoria, non dal vero --> le immagini sono le stesse. La sensazione visiva diretta è soltanto un caso particolare dell’immaginazione --> bisogna estraniarsi dalla realtà, poiché non c’è piu spazio per l’immaginazione. L’arte deve agire: quadro = comunicazione.
- Te tamari no atua: vuole dare visivamente il senso dell’innocenza e dell’integra morale degli indigeni, la cui sessualità non repressa porta alla rivelazione della profonda sacralità dell’amore. I fantasmi erotici che pervadono il sonno della ragazza si materializzano nell’immagine di una santa famiglia indigena. accanto alla figurazione cristiana, il palo dipinto evoca i simboli del paganesimo primitivo --> continuità e unità del sacro. Non c’è allegoria. L’andamento dei contorni è semplice, il colore è disteso in zone larghe e piatte, senza splendore ne vibrazione. L’emozione è maturata nella memoria ed è diventata pensiero.
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Dettagli appunto:
- Autore: Silvia Lozza
- Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Titolo del libro: L' arte moderna 1770-1970-L'arte oltre il Duemila
- Autore del libro: G. C. Argan, A. B. Oliva
- Editore: Sansoni
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