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Renoir


Lavora con Monet tra il 1869 e il 74, in plein-air sulla Senna. La pittura per lui non è mezzo, ma fine, e dal 74 diserta i salons ufficiali. La natura è un pretesto, forse un mezzo. Lo scopo è il quadro. Dipinge accuratamente, a piccoli tocchi. La luce del quadro è la luce naturale. Lo spazio ha l’estensione e la profondità definita dalle gamme dei colori, le figure sono parvenze generate da quello spazio e da quella luce. È la forma che evoca un contenuto, e non viceversa. L’ideale è LA BELLA PITTURA. --> concentra la ricerca su una tecnica cui scopo era produrre un quadro in se stesso compiuto, privo di fini utilitari ed esemplare. L’artista è artigiano.
Braquemond :  teorico che studia e diffonde l’arte giapponese --> non di distingue tra concetto e decorazione, comunica la sua straordinaria perfezione di stile.  Tecnica = stile.
Per Renoir la storia della pittura cercava le soluzioni trovate ai piccoli problemi del mestiere pittorico. Segue la pittura degli altri, raccogliendo spunti, e non ne commemora la perduta grandezza, ma ne afferma l’attualità
Edgard Degas: è parte del gruppo di punta degli impressionisti, ma è anche anti-impressionista --> la sensazione è un fatto mentale, non visivo. Serve un nuovo modo di pensare. Il disegno di Degas è rapido, prensile e risolutivo, non c’è distacco tra il soggetto che vedere l’oggetto veduto; il gesto fa lo spazio.
- Ballerine all’opéra: il corpo umano non è un’entità astratta, i suoi atti hanno movimenti fisici e psichici di cui si ha coscienza.
Interesse per il mondo presente, mette a punto una tecnica di presa : colori aridi, senza corpo né splendore, perché nel dinamismo dell’immagine nulla deve fissarsi e consistere. Si serve dell’ausilio della fotografia che rivela aspetti che sfuggono all’occhio. La pittura deve fornire un’immagine istantanea. Studia la pittura giapponese per la novità di quel sistema di figurazione che, eliminando la corporeità del volume e del colore, fondeva il movimento dei corpi e dello spazio.
- L’Absinthe: due bohemien e una piccola prostituta instupidita dall’alcool --> non giudica, non si impietosisce e non ironizza, salda quelle figure a quell’ambiente --> non fa polemica sociale. Una
gran parte del quadro è occupata dalla prospettiva sghemba con una brusca deviazione ad angolo acuto dei tavolini di marmo. La deviazione ritarda il nostro incontro con i due personaggi : prima la nostra attenzione è fermata dalla bottiglia, poi è rimandata ai due bicchieri creando l’associazione di idee. Il tema non è al centro del quadro : i due non si muovono, sono assenti, privi di espressione e di gesto. Nuova prospettiva creata dalla parete di specchi. La ragazza è caratterizzata da particolari miserabili : il falso lusso, fiocchi bianchi sulle scarpe, gale  sull corsetto, cappellino pericolante. L’uomo è corpulento, sanguigno e presuntuoso. Il significato umano è implicito nel dato visivo --> nuovo modo di capire.

Tratto da L'ARTE MODERNA di Silvia Lozza
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