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La buona fede nel sistema giuridico italiano


Occorre fare un minimo di chiarezza sul contenuto della regola e sulle conseguenze della sua violazione.
Sono diversi i modi di precisare il contenuto della buona fede; sono due, in sintesi, le posizioni:
da un lato il dovere di correttezza si reputa un limite interno ai diritti e obblighi delle parti con funzione auto-integrativa del regolamento privato;
dall’altro è considerata una valutazione esterna all’atto in funzione di controllo e di etero-integrazione.
La verità è che si ha difficoltà a “conciliare la buona fede con il modello tradizionale della fattispecie e dei suoi effetti”.
Ciò perché essa amplia gli obblighi delle parti e non li colloca fra gli effetti, ma attiene all’atto ed è espressione di un “ordine rimediale che si sovrappone al programma contrattuale”.

Tratto da DISCIPLINA GIURIDICA DEI CONTRATTI di Stefano Civitelli
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