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La prova rappresentativa e la prova critica nel processo penale


La prova rappresentativa è quel procedimento logico che dal fatto noto ricava, per rappresentazione, l’esistenza del fatto da provare.
Consiste in una valutazione di credibilità, operata di regola con lo strumento dell’esame incrociato (domande, risposte, contestazioni).
Si tratta di:
giudicare l’affidabilità della fonte: valutare quanto il dichiarante è sincero, quanto è stato attento allo svolgimento del fatto, quanto è in grado di comprendere il significato degli elementi fattuali, se ha precedenti penali;
giudicare l’attendibilità della rappresentazione: valutare quanto la rappresentazione resa dalla fonte è idonea a descrivere il fatto avvenuto.
Il dichiarante aveva gli occhiali? Era in grado di vedere certi dettagli?
Frutto di queste due operazioni è il risultato probatorio: il giudice valuta quanto della rappresentazione fornita è accettabile razionalmente.
La prova critica, o indizio, è quel procedimento mediante il quale, partendo da un fatto provato, c.d. circostanza indiziante, si ricava, attraverso massime di esperienza o leggi scientifiche, l’esistenza di un fatto da provare.
Le circostanze indizianti devono essere tali da permettere, collegandosi tra di loro, di ridurre la rosa degli indiziati a una sola persona.

Tratto da DIRITTO PROCESSUALE PENALE di Stefano Civitelli
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