L'interpretazione giudiziaria del provvedimento amministrativo
L'interpretazione giudiziaria del provvedimento amministrativo
Molto più efficacia è la codificazione dell'interpretazione del provvedimento amm. attraverso la sua rappresentazione nel precedente giudiziario.Anche in questo caso il precedente funziona come modello prefigurato per indirizzare verso uno specifico risultato la futura attività dell'interprete in fattispecie identiche, similari, analoghe.
Quanto è più consolidato l'orientamento dei giudici, tanto più si rafforza la convinzione nell'interprete che il precedente dovrà essere seguito, dal momento che una diversa analisi ermeneutica non troverebbe accoglimento dinanzi l'autorità giurisdizionale.
Ma parlando di interpretazione giudiziaria spesso si confonde l'attività interpretativa del giudice con il sindacato giurisdizionale, cui sono sottoposti i provvedimenti amm. Le 2 nozioni non sono unificabili poiché le finalità del sindacato vanno oltre quelle dell'interpretazione.
Mentre nell'interpretazione è assente qualsiasi intenzionalità qualificatoria dell'atto, di cui si indaga solo il significato del precetto, nel sindacato giurisdizionale il giudice ricerca, nella sua analisi ermeneutica che investe il provvedimento, anche la corrispondenza del medesimo a quello schema legale richiesto per la validità dell'atto.
A seconda dei suoi poteri cognitori o decisori, il sindacato del giudice sul provvedimento potrà essere più o meno penetrante, sicché variamente approfondita risulterà la sua interpretazione dell'atto amm., finalizzata ad accertarne, in diversa misura, la validità: sempre a seconda dei diversi modelli processuali, la non presenza di situazioni viziate invalidanti il provvedimento.
Diversa risulterà la sorte dell'atto nell'interpretazione del giudice ordinario ed in quella del giudice amm.
Nella prima ipotesi l'atto amm. viene interpretato secondo una ripetuta affermazione ricorrente nella giurisprudenza della cassazione, che riconosce nel potere cognitorio del giudice il potere di interpretazione del provvedimento della p.a. Senza poter interferire sui risultati dell'esercizio discrezionale del potere, il giudice ordinario si dovrebbe limitare a ricostruire la volontà della p.a., potendo comunque dare al provvedimento un significato diverso da quello attribuito dalla p.a.
Ciò non equivale all'annullamento dell'atto amm., ma la cassazione si è accorta che mediante questa attività ermeneutica si possono ottenere gli stessi risultati pratici della disapplicazione del provvedimento illegittimo. La convergenza tra interpretazione e sindacato del giudice ordinario trova ulteriore spiegazione nella qualificazione del provvedimento, che se interpretato come illegittimo, subisce la reazione della sua disapplicazione da parte del giudice nella specifica fattispecie processuale.
Molto diverso è il potere del giudice amm. d'interpretare il provvedimento, perché diverso è il suo sindacato; la sorte dell'atto interpretato per illegittimo, è segnata dalla corrispondete reazione sanzionatoria del processo amm.: il provvedimento verrà annullato in funzione demolitoria o anche ripristinatoria a seconda del motivo di ricorso accolto. In questo caso il sindacato giurisdizionale assorbe ogni manifestazione dell'attività interpretativa del giudice amm.: l'interpretazione è solo attività strumentale diretta alla qualificazione del provvedimento come atto invalido da annullare.
Differentemente strutturata è l'interpretazione giudiziaria del provvedimento quando il giudice amm. pretende di ricercare la volontà dell'autore dell'atto sulla base del comportamento complessivo da questi tenuto. Qui il giudice opera non più in termini di sindacato di legittimità, ma quale ermeneuta prevaricatore, ricostruisce integralmente l'iter decisionale della scelta compiuta dall'amm. agente in sede di ponderazione valutativa e comparativa degli interessi emersi nel procedimento amm., di cui l'atto impugnato è il provvedimento conclusivo e finale. È il merito del provvedimento che viene ad essere ridiscusso.
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Autore:
Beatrice Cruccolini
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- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto amministrativo
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