Caratteristiche della prassi amministrativa

Da sempre il precedente è stato utile per superare il significato ancora dubbio del precetto: potersi riferire in termini imitativi al precedente consente di risolvere l'ambiguità in un più rassicurante esito: "caso già deciso".
La prassi amm. intesa come costante ripetizione di comportamenti, tenuti dalle p.a., nonché dagli amministrati, ad assumere un preciso rilievo. Quale mezzo di interpretazione integrativa del provvedimento.
La prassi fa dunque da preciso pendant agli usi interpretativi previsti dal c.c. per l'interpretazione del contratto: la cd. Pratica invalsa in un luogo, o nell'ambito di una determinata cerchia di operatori economici, diventa così un canone ermeneutico, non perché noto ai contraenti, ma in quanto mezzo di interpretazione della loro volontà ambiguamente espressa.
Con la prassi, o meglio con il concreto comportamento costantemente tenuto  dall'amm. agente in casi analoghi, l'interprete può frequentemente disvelare il significato dubbio del provvedimento completandone la comprensione del precetto mediante la conoscenza del precedente, invece di una pratica burocratica ormai radicata.
La prassi s'incardina nel valore del precedente che proprio come antecedente storico riveste un diverso spessore interpretativo.
Sarebbe ulteriormente inesatto parificare il comportamento seguito dall'amm. in epoca anteriore l'emanazione del provvedimento con quello espresso nel momento coevo e successivo: sono 2 canoni diversi, perciò non riassumibili in un solo mezzo di interpretazione integrativa, utile solo per dipanare il significato ancora dubbio, malgrado l'espletamento del primo tempo dell'attività interpretativa.   
La prassi ha qui rilievo come uso interpretativo non già quale strumento di completamento del precetto, completamento che sarà reso possibile una volta che questo sia stato compiutamente  e definitivamente reso conoscibile a termine del processo ermeneutico.