Bindi, obbligatorietà distretti sanitari e ruolo dei medici
Come si arriva alla modifica della Costituzione.
Periodo in cui si tenta l'applicazione. Prima stabilizzazione.
Berlusconi in questi due anni non emana nessuna specifica. Nel 96 si va alle elezioni con maggioranza di centro sinistra. Governo Prodi fino all'inizio del 2001.
Nel primo governo c'è Rosy Bindi come ministro della salute. Si muove da subito.
Assistente di Bachelet (costituzionalista) ucciso dalle BR. Prende atto del fatto che la 833/ 78 è superata. Dopo Tangentopoli. Almeno per i processi di aziendalizzazione.
Delega dal governo per una rivisitazione-riaggiustamento. Vuole rendere effettivi i principi fondanti dell'833/ 78.
Riaggiustamento: con 502/ 517 il fondo sanitario (e le prestazioni) erano legati al budget disponibile.
Si modulano le prestazioni con i soldi disponibili, ma così si diminuiscono. Cerca un vincolo.
Dice che i Lea sono fondamentali e che garantiscono effettivamente una base di tutela della popolazione. La base dei Lea si spende e per la parte che avanza c'è il vincolo.
Appropriatezza: molta della spesa sanitaria è per inappropriatezza.
Ruolo di comuni: erano stati esautorati dal 502 mentre prima erano enti attivi. Lei recupera questo ruolo. L'assemblea dei comuni dell'Azienda di riferimento per programmazione e valutazione.
Obbligatorietà dei distretti sanitari, con autonomia gestionale. I distretti erano già previsti dalla 833. La Usl doveva dividersi in distretto (unità territoriali più piccole che garantiscono la vicinanza tra cittadino e Usl). Non erano obbligatori. Comunque di basso livello al 99.
Bindi: obbligatori, direttore di distretto che organizza in maniera autonoma.
Medico di medicina generale: nella 833/ 78 previsto come libera professione convenzionata.
Pagato quota capitaria. Ma era libero nell'organizzazione e di reddito alto.
La Bindi li vuole incardinare di più al SSN. Che partecipino di più alla programmazione e gestione. Ma la spesa sanitaria dipende in larga parte da loro. L'accesso al servizio sanitario nazionale dipende da loro.
E lo Stato che potere ha rispetto ai medici, riguardo ai budget, alle spese? Ad esempio le ricette elettroniche consentono di vedere quanti farmaci vengono prescritti ad esempio in un mese e rispetto agli altri medici.
Comunque difficoltà enorme.
Hanno tentato anche incentivi economici su riduzione della spesa. Tentate varie strade.
Ci si è resi conto che se i medici erano un po' qua e un po' là non collaboravano e avevano comunque controlli e incentivi.
La Bindi dice: proviamo a sbilanciarli verso l'interno (non del tutto perché vorrebbe dire essere dipendenti) facendoli partecipare ai processi gestionali del distretto. Dà impulso alle mutue integrative.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Barbara Pavoni
[Visita la sua tesi: "L'evoluzione della valutazione nel pubblico impiego"]
- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Esame: Sociologia delle aziende pubbliche e sanitarie
- Docente: Maria Giovanna Vicarelli
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