Comportamento antisindacale
“Comportamenti diretti ad impedire o limitare l'esercizio della libertà sindacale nonché del diritto di sciopero”
Elemento oggettivo: capacità potenziale del comportamento del datore a ledere gli interessi tutelati.
Elemento soggettivo: intenzionalità, conoscenza e volontà del datore di porre in essere il comportamento antisindacale.
La Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che per avere condotta antisindacale è sufficiente l'elemento oggettivo.
Quello soggettivo sarebbe rilevante se il datore dovesse risarcire un danno da fatto illecito. Invece l'art.28 impone di cessare il comportamento e rimuovere gli effetti.
Inoltre basta che il comportamento sia “idoneo” a ledere i diritti sindacali, non occorre la sussistenza dell'elemento oggettivo.
Esempi di lesioni di diritti:
negare l'assemblea o trattenere sulla retribuzione l'importo della mancata prestazione
trasferimento di dirigente RSA senza nulla-osta
rifiuto di permessi
rifiuto di mettere a disposizione locali
rifiuto di trattenere i contributi sindacali
osteggiare lo sciopero (es.crumiraggio)
sostegno illegittimo ad una associazione sindacale
violazione degli obblighi di informazione (nella prima parte dei ccnl)
Requisito essenziale della condotta antisindacale è l'attualità o il suo perdurare
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Dettagli appunto:
-
Autore:
Barbara Pavoni
[Visita la sua tesi: "L'evoluzione della valutazione nel pubblico impiego"]
- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Titolo del libro: Diritto sindacale
- Autore del libro: Galantino
- Editore: Giappichelli
- Anno pubblicazione: 2009
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