Appunti sintetici ripresi da manuali e lezioni di Psicologia dell'Educazione. La psicologia dell'educazione ha come oggetto di studio e di indagine l'individuo negli ambienti di apprendimento - in particolare, ma non esclusivamente, nella scuola. La finalità della materia è determinare come l'istruzione , anche non strettamente scolastica, può migliorare il comportamento, le conoscenze e abilità, il modo di pensare e gli atteggiamenti dell'individuo.
Psicologia dell'Educazione
di Salvatore Galluzzo
Appunti sintetici ripresi da manuali e lezioni di Psicologia dell'Educazione. La
psicologia dell'educazione ha come oggetto di studio e di indagine l'individuo
negli ambienti di apprendimento - in particolare, ma non esclusivamente, nella
scuola. La finalità della materia è determinare come l'istruzione , anche non
strettamente scolastica, può migliorare il comportamento, le conoscenze e
abilità, il modo di pensare e gli atteggiamenti dell'individuo.
Università: Università degli Studi di Palermo
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Scienze dell'Educazione1. Definizione di Psicologia dell'Educazione
La Psicologia dell'Educazione ha come oggetto di studio e di indagine l'individuo negli ambienti di
apprendimento - in particolare, ma non esclusivamente, la scuola.
Essa si occupa di individuare i fattori dell'ambiente di apprendimento che possono facilitare o ostacolare
l'apprendimento, la motivazione, il benessere degli studenti e, in generale, di chi impara: per esempio, il
modo dell'insegnante di condurre la classe, le caratteristiche della spiegazione, l'uso di materiale come
sussidio per l'istruzione, e così via. In sostanza, si può dire che mentre la psicologia dello sviluppo si
focalizza sull'evoluzione (cambiamento, crescita, maturazione) dell'individuo, pur senza trascurare i fattori
ambientali, familiari e culturali che possono incidere su tale sviluppo, la psicologia dell'educazione è
interessata a come l'istruzione , anche non strettamente scolastica, può migliorare il comportamento, le
conoscenze e abilità, il modo di pensare e gli atteggiamenti dell'individuo.
La psicologia dell'educazione è una scienza che studia e interviene sulle condizioni psicologiche che
caratterizzano il processo educativo della persona all'interno del suo ecosistema, per favorirne il benessere
dello sviluppo, pertanto in tal senso, essa può essere definita come psicologia della prevenzione e della
promozione dello sviluppo. Essa tiene conto delle componenti personali dell'educando e dell'educatore, e
tende a sviluppare nei futuri educatori
- Competenze tecniche
- Competenze professionali
Che servono ad attuare interventi di prevenzione e di progettazione degli interventi educativi stessi.
L'educazione, infatti non è solo teoria, ma ha bisogno di modelli caratterizzati da tecniche e metodiche, in
quanto la teoria da il senso della staticità, mentre il modello il senso della trasformazione.
Un modello nasce quando si rielaborano delle teorie integrandole con le esperienze personali maturate in
quel campo e attraverso la lettura di un fenomeno. Il modello è flessibile, dinamico, non è dato per sempre e
si modifica a seconda dei gruppi per i quali essi sono costruiti. L'obiettivo dell'educatore è quello di
imparare a costruire modelli educativi per attuare processi di sviluppo.
Lo Sviluppo è un processo di trasformazione della persona e non si riferisce solo al bambino, alla prima
infanzia, ma tale processo inizia con la nascita e dura per tutta la vita.
Gli elementi fondanti della psicologia dell'educazione sono:
- organizzazione del lavoro con mezzi e modalità
- attenzione allo sviluppo della specificità di ogni persona e dei contesti di sviluppo di quest'ultimi
(scuola, famiglia…), in quanto lo sviluppo della persona è strettamente connesso ai contesti in cui la persona
stessa è inserita e con cui interagisce. Tali contesti risultano essere positivi se contribuiscono ad attuare
azioni di trasformazione nell'individuo.
Lo sviluppo della persona non è solo continuo, ci sono sviluppi discontinui, instabili. Vi sono crisi evolutive
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Psicologia dell'Educazione che scombussolano il percorso di sviluppo,che possono cambiare in negativo l'individuo, quindi, compito
dell'educatore sotto quest'aspetto è quello di aiutare a raddrizzare queste traiettorie (si parla di
responsabilità dell'educatore), tecnicamente diciamo deve supportare l'educando attraverso una relazione
d'aiuto.
http://www.tesionline.it/v2/img/archive/worksheet/75/cerchi_ecologici.png
- Interdisciplinarietà e in maniera particolare ha un rapporto dialettico con la psicologia dello sviluppo. La
psicologia dello sviluppo, infatti, dona alla psicologia dell'educazione conoscenze per costruire modelli
d'intervento e metterli in pratica. Procedendo rigorosamente in tal senso si ottengono dati importanti che
diventano a loro volta suggerimento per la psicologia dello sviluppo per andare ad indagare sullo sviluppo
delle persone. Un educatore non improvvisa ma progetta e verifica ciò che ha fatto.
- Modello di lavoro e di studio: Esplicativo, Implicativo e Applicativo. Ricerca strategie ed interventi
educativi che sono utili per promuovere lo sviluppo delle persone. Questo discorso fa pensare al concetto di
personalizzazione del processo educativo che poi è l'elemento cardine. Devo capire come educatore perché
scelgo una, metodica e che esito evolutivi avrà. Quindi effettuare un'azione che parte dal piano esplicativo a
quello implicativo per passare a quello applicativo. (La cosa che ho studiato a cosa serve per le persone che
incontrerò?)
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Psicologia dell'Educazione 2. Senso e significato della Psicologia dell'Educazione
La parola chiave sul senso e significato della psicologia dell'educazione è la trasformazione
Infatti la trasformazione ha un ruolo fondamentale nell'intervento educativo che è definito come
promozione dello sviluppo e trasformazione delle persone.
Tale trasformazione avviene attraverso l'attivazione da parte dell'educatore di una relazione d'aiuto che
serve a sviluppare nelle persone, oggetto della sua azione educativo, competenze per gestire la relazione
con il mondo e con se stessi.
Un Progetto Educativo è costituito da: obiettivi educativi e formativi
- I primi, quelli educativi riguardano lo sviluppo di competenze perché l'individuo si possa relazionare con
se stesso
- I secondi, quelli formativi riguardano lo sviluppo di competenze tra l'individuo e il mondo esterno
(relazioni con altri, con istituzioni ecc…)
Quindi l'azione educativa è una relazione d'aiuto.
Domanda: cosa vuol dire porre in essere una relazione d'aiuto? Significa sostenere , trasformare,
supportare, le aree di competenza dell'utente.
La relazione d'aiuto si fonda su 5 pilastri:
- Mediazione
- Assessment (dall'inglese punti di forza)
- Responsabilità reciproca
- Protezione
- Supporto
Vediamole brevemente
Mediazione:l'educatore è uno che facilità, crea collegamenti, agevola rapporti e relazioni, facilità la ricerca
di soluzioni. E' uno che aiuta il soggetto a trovare collegamenti tra le cose, tra se stesso e gli altri, tra il
proprio passato, presento e futuro, tra le strutture (scuola, famiglia…). E' un facilatore di relazioni; e svolge
questa funzione sia sul piano cognitivo, delle relazioni, ma anche sul piano culturale (tra i propri valori e
altri).
Assessment:significa andare alla ricerca dei punti forti delle persone. I punti forti sono le caratteristiche
predominanti di una persona. Il punto forte non sempre è una aspetto positivo di una persona, può essere
anche un aspetto negativo (esempio il bambino violento o aggressivo). Quindi fare assessment significa
conoscere l'altro sul piano dei punti forti (esempio le tipologie di intelligenza, se è una persona inventiva o
creativa, debole o motivata ecc…). Diventa il punto di partenza per una relazione d'aiuto.
ResponsabilitàReciproca: una relazione di aiuto è un progetto condiviso dove educatore ed educando hanno
lo stesso rapporto paritetico. La Relazione non è mai unidirezionale perché anche l'altro ha una
responsabilità rispetto alla relazione (esempio: tempi e spazi precisi; regole come il non tradire la relazione).
Se l'educatore ritiene che l'altro ha una responsabilità gli sta dando competenza, riconosce, cioè nel soggetto
delle risorse. Compito precipuo dell'educatore allora è proprio andare alla ricerca delle risorse dell'altro, o
potenziare le risorse già esistenti e ancora se non ce ne sono svilupparle ex novo. In un certo modo la
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Psicologia dell'Educazione responsabilità reciproca è l'applicazione dell'Assessment
Supporto: il supporto è un sostegno che può essere di diverso tipo.
- Supporto cognitivo (informativo) è quello che aiuta l'altro ad orientarsi, lo aiuta a trovare risposte,
soluzioni, orientarlo nel trovare il senso della vita. E' un orientamento cognitivo;
- Supporto emozionale è quello di chi sta accanto, vicino alla sofferenza o ai problemi dell'altro. E' il piano
dell'empatia, della vicinanza. E' aiutare l'altro a dare una "nome" (definire) alla cosa che sta provando; dare
parole alle emozioni per dare senso e significato alle cose che sta provando (esempio: il pianto del bambini –
tristezza, dolore)
- Supporto ludico è un sostegno che si sviluppa attraverso il "gioco" come possibilità dell'altro di mettersi
in gioco. Il gioco che da la possibilità di usare la creatività, come possibilità di ridefinire il reale andando
oltre la realtà per trovare nuovi significati del reale.
Protezione:la relazione di aiuto è una relazione che protegge perché va a sviluppare i fattori (meccanismi)
di protezione interni del soggetto come:
- la riduzione dell'esposizione al rischio (vedi capitolo della prevenzione).
Ad esempio: se un soggetto che si allontana dagli stimoli dannosi riduce la sua esposizione al rischio
proteggendosi.
- L'interruzione delle reazioni negative a catena: significa interrompere un circuito di comportamenti che
sono un continuo incrementare le negatività delle risorse. Sapersi proteggere significa interrompere una serie
di reazioni (dannose) a catena che se riproposte non aiutano ma frustano l'individuo. Compito dell'educatore
è aiutare il soggetto a sapersi proteggere.
- Autostima: E' una risorsa interna aiuta ad affrontare i problemi della vita. E' la fiducia nelle proprie
capacità, è la fiducia che anche da soli si possono avere delle risorse per affrontare i problemi. L'educatore
deve aiutare all'autostima.
- Apertura a nuove opportunità: L'educatore deve promuovere, nella persona che sta aiutando, questo
meccanismo interno (cognitivo/relazionale) dell'aprirsi al mondo, del vedere che ci sono altre opportunità,
altre possibilità, specie se la persona è bloccata da problemi che sembrano insormontabili e che impediscono
di vedere altro e di aprirsi a nuove opportunità di vita. E' poter pensare che se mi trovo in difficoltà posso
aprirmi a nuove opportunità e risorse. E' prendere consapevolezza che i problemi non si eliminano ma si
affrontano, si devono gestire meglio. La persona che ha vissuto è superato i problemi che la vita gli ha
messo davanti è certamente più forte (ha più risorse) di chi non lo ha mai fatto (debilitandosi).
Come può l'educare ad attivare i fattori della relazione d'aiuto?
Partendo innanzitutto dalla conoscenza del soggetto e del contesto in cui è calato. Quindi deve possedere
conoscenze per poter gestire una prospettiva di intervento educativo, partendo appunto dall'osservazione del
soggetto e del suo contesto educativo favorendo la mediazione , per agevolare le relazioni e la convivenza,
favorire gli incontri e gli scambi, creando gruppi di lavoro in cui ognuno porta la propria esperienza e la
propria cultura.
Può attivare l'assessment attraverso delle prove psico attitudinali per verificare le peculiarità caratteriali dei
soggetti e proponendo attività pratiche che possano essere manuali o intellettive che consentano di valutare
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Psicologia dell'Educazione la creatività come i laboratori di pittura, attività manipolative e laboratori teatrali e linguistici.
L'educatore favorisce la responsabilità reciproca dando parità dignità all'educando considerandolo come
soggetto competente partecipe nel processo educativo, cercando di adattare un comportamento non
autoritario ma autorevole, senza imposizioni ma favorendo l'interazione e lo sviluppo delle risorse già
presenti nell'educando (si danno dei compiti a piccoli passi).
Fornisce sostegno cognitivo/informativo mettendo la sua esperienza e conoscenza culturale a disposizione
dei soggetti educandi, per trovare soluzioni ai vari problemi. Sul sostegno emozionale attraverso un rapporto
empatico deve essere vicino, anche fisicamente, partecipando alle emozioni dell'altro, aiutandolo a dargli un
senso me un significato.
La protezione si attua facendo sperimentare situazioni pratiche per attuare la competenza (si danno dei
compiti per produrre).
La relazione d'aiuto richiama l'approccio della personalizzazione e ci aiuta a guardare le persone
nella loro globalizzazione cioè come sono fatte.
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Psicologia dell'Educazione 3. La prospettiva della personalizzazione in psicologia
dell'educazione
La personalizzazione è orientata nell'andare a guardare la totalità della persona ed è una prospettiva che
l'educatore può utilizzare per potere affrontare l'intervento educativo.
Ci sono 2 parole chiave che ci consentono di capire che cosa è la personalizzazione:
- FUNZIONAMENTO significa come funziona una persona nella sua globalità, in un determinato
momento, nel qui ed ora. E' il funzionamento psicologico di una persona, come agisce, come si muove nella
corporeità, linguaggio, cognitività, affetti, relazioni.
- OLOGRAMMA è la rappresentazione grafica cioè la rappresentazione globale di qualcosa. E' l'insieme di
tutti quegli elementi che compongono un oggetto. Per globalità di un individuo si intendono tutte le
dimensioni che definiscono come è fatta una persona nella sfera cognitiva, affettiva, relazionale ecc. E'la
sagoma del funzionamento.
Più tecnicamente l'ologramma è il profilo del funzionamento globale di una persona nel qui e nell'ora
(cioè in uno specifico momento). Difatti se cambia il momento, cambierà il funzionamento, ma
cambierà l'ologramma.
Questa modalità si usa come funzionamento psicologico di una persona, come quella persona agisce e si
muove in una determinata situazione, quindi riferita al contesto.
La personalizzazione ha infatti il compito di occuparsi del funzionamento globale di una persona nel qui ed
ora. Dove per funzionamento intendiamo come la persona di fronte ad una situazione funziona
psicologicamente, cioè tutte le sue parti sono attive. Tutte le parti di una persona non funzionano staccate
l'una dall'altra, si possono staccare solo teoricamente.
Si dice che una persona funziona psicologicamente quando tutte le sue parti funzionano in maniera
più o meno evidente.
Infatti tutte le parti di noi sono interconnesse tra di loro.
1. La personalizzazione è la presa in carico e promozione (nel qui ed ora) di un funzionamento
psicologico solistico del soggetto al cui interno la famiglia, il gruppo dei pari e la cultura di
appartenenza hanno lasciato la loro traccia.
Promuovere un funzionamento significa che il compito educativo è quello di stimolare e sviluppare certe
cose, per agevolare il funzionamento della globalizzazione della persona. Ad esempio l'educatore può
utilizzare un attività che stimola la cognitività, la relazione, l'uso del linguaggio verbale e di quello non
verbale, l'affettività ecc.
Cosa vuol dire che la cultura, i genitori, il gruppo dei pari hanno lasciato una traccia?
Vuol dire che la persona attraverso il suo funzionamento sta raccontando di sé, un suo modo di
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Psicologia dell'Educazione percepirsi.
2. Approccio diretto sul soggetto che seleziona campi, ambiti di riferimento diretto e che non può
rivolgersi solo ad una dimensione evolutiva. L'educatore diventa un garante di sviluppo.
La prospettiva della personalizzazione fa in modo che l'educatore promuova lo sviluppo:
1. del PROTAGONISMO (è un nucleo molto importante) significa rendere l'altro protagonista,
considerarlo attore principale del proprio contesto di formazione. Bisogna lavorare sul protagonismo
attraverso la relazione d'aiuto e il risvolto di questa azione sarà il miglioramento dell'autostima del soggetto
educante, l'autoefficacia, quindi un'implicazione positiva per la persona.
LA MOTIVAZIONE è un processo che porta al raggiungimento di un obiettivo.
Bisogna distinguere tra:
- motivazione estrinseca che è quella che il soggetto dichiara verbalmente e che avviene per esempio
quando un alunno si impegna in un'attività per scopi che sono estrinseci all'attività stessa, quali, ad esempio,
ricevere lodi, riconoscimenti, buoni voti o per evitare situazioni spiacevoli, quali un castigo o una brutta
figura.
- motivazione intrinseca, è una motivazione che nasce da di dentro del soggetto. Abbiamo 4 tipi di
motivazioni intrinseca:
1. La curiosità epistemica, curiosità di conoscere. E' una motivazione che nasce con l'uomo non c'è nessuno
che non sia curioso verso il mondo. Tutto ciò che non si conosce incuriosisce. L'educatore deve stimolare la
curiosità dell'individuo proponendo nuovi stimoli che però possano essere riconosciuti dal soggetto.
2. Bisogno di sentirsi competente avviene quando ci si impegna in un'attività perché la si trova stimolante e
gratificante di per se stessa, e si prova soddisfazione nel sentirsi sempre più competenti. Nasce da un
bisogno di padroneggiare il mondo delle situazioni e ci fa sentire protagonisti. L'educatore deve aiutare
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