Viene data una definizione della patologia partendo da cosa è il linguaggio. Si approfondiscono diversi tipi di afasia: motoria non fluente di Broca, fluente sensoriale di Wernicke e le afasie da disconnessione (o pure). Si conclude con gli step dell'esame per il paziente afasico.
L'afasia
di Stefania Corrai
Viene data una definizione della patologia partendo da cosa è il linguaggio. Si
approfondiscono diversi tipi di afasia: motoria non fluente di Broca, fluente
sensoriale di Wernicke e le afasie da disconnessione (o pure).
Si conclude con gli step dell'esame per il paziente afasico.
Università: Università degli Studi di Sassari
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso: Fisioterapia
Esame: Neuropsicologia
Docente: Agnetti1. Sviluppo cerebrale del linguaggio
L’uomo è in grado di esprimere il proprio pensiero con simboli verbali e grafici e di trasformare le parole in
pensiero e viceversa.
Il linguaggio è la capacità di comunicare mediante uso di simboli dal codice linguistico parlato e scritto; è
costituito da fonemi (consonati e vocali), grafemi e parole. Nella espressione, tali elementi devono essere
selezionati e combinati in maniera appropriata, così da formare messaggi linguistici che trasmettono
fedelmente il proprio pensiero e devono essere identificati con precisione, quando si ricevono messaggi
altrui, in modo da cogliere informazioni contenute in essi. Il linguaggio, infatti, consta di due versanti:
espressivo, che corrisponde alla capacità di esprimerci con parole (dette e scritte), e recettivo, cioè
comprendere le parole udite e lette. Da questa distinzione derivarono le due forme classiche di afasia: quella
motoria di Broca (lesione cerebrale frontale sinistra) e quella sensoriale di Wernicke (lesione cerebrale
temporo parietale sinistra) in cui viene interessato prevalentemente il versante recettivo.
Negli individui adulti le aree cerebrali del linguaggio sono localizzate nell’emisfero dominante, che è il
sinistro in oltre il 98% delle persone. Il processo di lateralizzazione emisferica del linguaggio inizia verso il
3° 4° anno di vita, e si va successivamente consolidando sino a completarsi tra i 12/15 anni. La dominanza
dell’emisfero sinistro per le funzioni verbali si accompagna, nel maggior numeri di casi studiati, ad una
asimmetria anatomica.
Il planum temporale, cioè quella porzione della faccia superiore della prima circonvoluzione temporale
situata dietro ai giri trasversi di Heschl, risulta più estesa a sinistra che a destra (su 100 casi, più esteso a
sinistra in 64 casi, 11 a destra e uguale in 26). Alcuni lavori radiolgoici, come lo stimolo angiografico
permettono di studiare le asimmetrie anatomiche in vivo; una di queste riguarda un’altra importante struttura
per il linguaggio: l’opercolo parietale, che risulta piu sviluppato a sinistra rispetto a destra.
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L'afasia 2. Il linguaggio: emisfero destro e sinistro
La dominanza dell’emisfero sinistro per le funzioni verbali non significa che quello destro non abbia alcun
ruolo. Esso può svolgere operazioni verbali anche individualmente, purchè esse siano estremamente
semplici e automatiche come l’emissione di brevi espressioni stereotipate (imprecazioni, forme di saluto),
oppure la comprensione di ordini verbali corti e prevedibili in base al contesto in cui si svolga la
comunicazione. Erano proprio queste, infatti, le uniche prestazioni linguistiche di un paziente al quale, per
una neoplasia maligna, fu asportato l’emisfero sinistro.. una capacità linguistica dell’emisfero sinistro è
avvalorata da studi condotti su pazienti epilettici ai quali, per evitare il diffondersi del focolaio epilettogeno
da un emisfero all’altro, fu sezionato il corpo calloso.
Dopo tale operazione i soggetti non sono in grado di leggere, parlare e denominare oggetti e colori presentati
alla metà sinistra del campo visivo o alla mano sinistra, giacchè la disconnessione tra gli emisferi impedisce
a questi stimoli di raggiungere l’area del linguaggio situate nell’emisfero sinistro. La situazione-test è vista
dall’alto: il soggetto è seduto ad un tavolo sul quale sono poste lettere di plastica in rilievo che restano
nascoste alla sua vista dallo schermo, e che perché egli può solo toccare con la mano sinistra. Sullo schermo,
per mezzo di un tachistoscopio, viene presentata la lettera B al campo visivo sinistro (e quindi all’emisfero
destro): questo stimolo viene riconosciuto in quanto il soggetto è in grado di scegliere la lettera di plastica
esatta per via unicamente tattile (la cui sensibilità e motilità fanno capo all’emisfero destro).
Il soggetto, però, non è in grado di leggere ad alta voce la lettera B perché la sezione del corpo calloso
impedisce allo stimolo visivo, convogliato all’emisfero destro, di passare all’emisfero sinistro dove
potrebbe tradursi in linguaggio espressivo. Anzi, se si manifesta nel chiedergli di dire la lettera che ha visto,
egli risponde la R, cioè quello stimolo che raggiunge l’emisfero sinistro e può subito tradursi in linguaggio
espressivo.
Tutto ciò non fa che confermare la dominanza dell’emisfero sinistro per il linguaggio; se, però, gli stimoli
visivi presentati nel campo visivo sinistro sono parole molto brevi e comuni; i pazienti sono in grado di
affermare il senso; questa decifrazione deve essere necessariamente opera del solo emisfero destro che,
quindi, dimostra la sua partecipazione, seppur minima, nelle attività verbali più automatiche.
Stefania Corrai Sezione Appunti
L'afasia 3. Stabilire la lateralizzazione del linguaggio
In passato la lateralizzazione del linguaggio veniva effettuata attraverso il test di Wada, cioè una procedura
di inattivazione emisferica transitoria senza perdita di coscienza attraverso l’iniezione di un barbiturico a
breve emivita nella carotide interna del lato dell’emisfero dominante del linguaggio (o presunto tale). Se
l’emisfero dominate era quello corrispondete al lato della somministrazione del farmaco, il paziente
diveniva afasico. Oggi la RM funzionale permette di stabilire la lateralizzazione del linguaggio in modo non
invasivo, valutando gli aumenti di flusso cerebrale durante compiti cognitivi confrontati a situazioni di
controllo. Quindi, mentre si parla, la RM rileva un maggiore afflusso sanguigno nell’emisfero dominante
per il linguaggio. Determinare la lateralità della mano, del piede o dell’occhio è sicuramente piu semplice:
per la mano si chiede al paziente di stringere la mano o mimare un’azione come scrivere o mangiare; per il
piede, si puo chiedere al paziente di dare un calcio a una palla, stare su un piede solo o salire un gradino; per
l’occhio si chiede al soggetto di fare l’occhiolino, guardare dal buco della serratura. Quindi, in generale, gli
emisferi agiscono e si comportano in modi differenti. L’emisfero sinistro usa la logica e la ragione dividendo
in parti, pensa utilizzando parole, analizza e divide, è specifico, pensa in modo sequenziale, è estroverso, è
legato al tempo, è ordinato e controllato, si identifica con l’individuo ed è caratterizzato come maschio.
L’emisfero destro, invece, usa le intuizioni, le emozioni e la creatività, pensa utilizzando immagini,
sintetizza e mette insieme, pensa in modo simultaneo, è introverso e libero dal tempo, si indentifica come
gruppo, è spontaneo e libero e si identifica come femmina.
Come detto in precedenza, la lateralizzazione del linguaggio inizia verso il 3°/4° anno di vita per
completarsi verso i 12/15 anni; una tappa fondamentale nello sviluppo del linguaggio nel bambino è la
mielinizzazione del fascicolo arcuato, che collega l’area acustica primaria e l’area di Wernicke con l’area di
Broca. La sua mielinizzazione avviene tra i 4/12 mesi e ciò consente al bambino l’imitazione dei suoni
prodotti dall’adulto (ripetono parole sentite: ecolalia); la sua integrità, nell’adulto, consente la ripetizione
delle parole udite.
Stefania Corrai Sezione Appunti
L'afasia