Appunti sul testo "Invito alla lettura di Testori". Vi si trova una biografia dell'autore e una analisi ragionata delle sue opere, oltre ad accenni al pensiero e alle tematiche trattate. Volume utilizzato per il Corso di Letteratura Italiana Contemporanea.
Invito alla lettura di Testori
di Adriana Morganti
Appunti sul testo "Invito alla lettura di Testori". Vi si trova una biografia
dell'autore e una analisi ragionata delle sue opere, oltre ad accenni al pensiero
e alle tematiche trattate. Volume utilizzato per il Corso di Letteratura Italiana
Contemporanea.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Letteratura italiana contemporanea
Docente: Caputo
Titolo del libro: Invito alla lettura di Testori
Autore del libro: Annamaria Cascetta
Editore: Ugo Mursia1. Biografia di Giovanni Testori
Giovanni Testori nasce a Novate Milanese nel 1923.
Nel 1943 esordisce come drammaturgo (la morte – un quadro) e come critico d’arte.
Nel 1947 si laurea in lettere all’università Cattolica di Milano.
Nel 1951 incontra Roberto Longhi (storico dell’arte) alla mostra di Caravaggio a Milano.
Nel 1954 pubblica nella collana “i gettoni”, diretta da Elio Vittorini, il lungo racconto “il dio di Roserio”.
Nel 1958 pubblica la raccolta di racconti “il ponte della Ghisolfa”, con la quale inaugura il ciclo dei “segreti
di Milano”.
Nel 1959 cominciano i contatti con il Piccolo Teatro di Milano e con Luchino Visconti.
Nel 1960 pubblica la Maria Brasca e viene rappresentata l’Arialda con la regia di Visconti, segue lo
scandalo che ne provoca la censura.
Nel 1961 pubblica il suo primo romanzo, il Fabbricone, all’interno dei segreti di Milano.
Nel 1965 pubblica il primo libro di poesia, “i trionfi".
Nel 1967 esce la monaca di Monza.
Nel 1971 ha una mostra personale a Torino.
Nel 1972 viene pubblicato e rappresentato il primo testo della trilogia tragica: l’Ambleto.
Nel 1973 vince il premio “saint Vincent”, esce il primo libro di poesia “nel tuo sangue”.
Nel 1974 esce Macbetto, seconda opera della trilogia tragica.
Nel 1977 muore sua madre, esce l’ultimo testo della trilogia tragica, Edipus.
Nel 1978 pubblica “conversazione con la morte”, inizia l’attività per il Corriere della Sera pubblicando i
commenti morali a fatti di cronaca. Prima di lui l’attività era svolta da Pasolini.
Nel 1979 pubblica “interrogatorio a Maria”.
Nel 1993 muore a Milano.
Adriana Morganti Sezione Appunti
Invito alla lettura di Testori 2. Generi praticati da Giovanni Testori
I generi praticati vanno dalla letteratura, alla pittura, alla narrativa, alla poesia, dalla drammaturgia alla
critica d’arte, dalla sceneggiatura, al commento morale e di costume.
Testori presenta una ossessione di fondo che riguarda la nascita, la carnale finitezza dell’uomo, il suo dolore
e la sua morte. L’ossessione si articola passando da una dimensione tragica ad una dimensione religiosa.
Testori sarà influenzato da Luchino Visconti, Orazio Costa, Mario Apollonio: avevano tutti una posizione
comune sull’arte vista come negazione dell’evasione formalista, come ricerca di una linea che sposasse un
impegno anche civile. Ad attirare Testori è quel penetrare le cose nel loro fisico grondare di sofferenza e
felicità, l’impatto conoscitivo che mira alla verità segreta della natura intuita attraverso l’immersione negli
strati e nella fatica della materia.
Un altro maestro importante per il giovane Testori è Roberto Longhi, incontrato ad una mostra su
Caravaggio del ’51. C’è una osmosi diretta tra le letture dei quadri e le immagini che la fantasia letteraria va
creando. Il dato della realtà viene forzato verso una significazione ossessiva che lo taglia, lo ferisce e lo
deforma.
L’esordio letterario di Testori si ha con la collana dei “gettoni” di EINAUDI, diretta da Vittorini.
Dal ciclo dei segreti di Milano, Luchino Visconti trae spunto per il soggetto del suo film “Rocco e i suoi
fratelli”, metterà inoltre in mostra l’Arialda e la monaca di Monza.
Il punto più maturo dell’attività testoriana si ha fra la metà degli anni ‘60 e il 1977, con la trilogia tragica e
nei due romanzi, una intensa produzione poetica e la continua critica d’arte. Inoltre in questi anni dipinge
molto, riversando sulla tela uno sfogo privato dove il tema maggiormente presente è il nudo femminile e
archetipi chiave quali la madre (come luogo di vita e morte), e la nascita (come luogo di luce e tenebra).
La morte della madre avvenuta nel ’77 è lo spunto che lo porterà a scrivere “conversazione con la morte”,
l’ossessione torna come un punto di chiarezza che rende accettabile la circolarità dell’essere e il suo senso,
la coscienza rilegge il ciclo nascita-dolore-finitezza-morte in termini nuovi.
I commenti morali vengono pubblicati sul corriere della sera dal 1978 fino alla metà dell’81. Sono interventi
prelevati dalla cronaca di quegli anni tesi. I mali sono lo stravolgimento dei valori tradizionali, il disprezzo
della vita, la labilità della memoria; i responsabili sono identificati in una ideologia neo-illuminista male
intesa, in una strategia dell’avidità cieca e senza volto.
Pasolini ostentava un’ottica socio-politica, un linguaggio secco ed esplicito. Egli infierisce sulle istituzioni
responsabili.
Testori rivendica invece un punto di vista esistenziale, umano e religioso, dichiara pubblicamente i limiti di
un’ottica socio-politica. Egli trascura il processo alle istituzioni responsabili.
Adriana Morganti Sezione Appunti
Invito alla lettura di Testori 3. Opere di Giovanni Testori
La prima fase della produzione di Testori comprende il ciclo dei “segreti di Milano”, che comprende cinque
opere: Il ponte della Ghisolfa del 1958, La Gilda del Mac Mahon del 1959, la Maria Brasca del 1960,
l’Arialda del 1960 e il Fabbricane del 1961.
La partenza di Testori narratore è il dato, ovvero l’hinterland, tra la campagna e la fabbrica, la periferia
urbana degli anni ’50 che va fondando nuovi ceppi e nuovi modelli culturali e linguaggi. L’ottica è quella
della riorganizzazione del dato secondo una prospettiva sul reale condizionata dal vissuto tragico. Si leggerà
la costante attenzione ad una dinamica in grado di rivelare il tragico ai livelli più umili dell’esistenza. Il
tentavo dei personaggi è quello del costante superamento del limite in cui è inserito e nello scontro di questo
tentativo con la fatalità di una condizione che fa una vittima di chi tenta di cambiarla. Aldilà di quello che
l’illusione promette, l’esistenza si richiude su sé stessa. Testori ricerca questa dinamica sia in chi la vive e la
soffre, sia in chi se ne tiene lontano.
Adriana Morganti Sezione Appunti
Invito alla lettura di Testori