La Gilda del Mac Mahon di Giovanni Testori
E’ una raccolta di racconti successiva al Ponte della Ghisolfa. Il narratore segue gli effetti che nell’immaginario della bellona del Mac Mahon e dei reagazzotti hanno i miti della cultura di massa: le dive sexy, le super prestazioni, le avventure dei protagonisti dei gialli, le soubrette. Ne seguono meccanismi identificativi alimentati dall’assorbimento del linguaggio che si contrappone e sovrappone al linguaggio semplice della periferia; le fantasticherie si traducono in una patetica imitazione di avventure ed atteggiamenti. Domina l’ironia per la grossolanità con cui la cultura di massa alimenta le illusioni e produce squallore.
Il linguaggio prende spunto da diversi elementi, quali la cronaca rosa, i romanzi d’amore, il dialetto e le espressioni del paese, il gergo della chiesa, i francesismi, dalla mala ecc.
I personaggi qui sono: la Gilda che imita Rita Hayworth e diventa una “mangia uomini”, Lino che è al capo di una banda di mocciosi, la Ghitta, ecc.
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