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INTRODUZIONE
L’idea di elaborare una tesi sull’argomento in questione nasce nell’ambito del corso di
laurea stesso, da una consapevolezza sempre maggiore riguardo alle potenzialità della
comunicazione, soprattutto nel settore della moda e in una società sempre più legata alle
immagini, ai simboli, alle apparenze.
La moda è un fenomeno che abbraccia un campo molto più ampio dell’abbigliamento,
poiché diventa un vero e proprio modo di vivere, di pensare, di rappresentare se stessi.
Attraverso di essa gli individui possono comunicare tra di loro, pur mantenendo la propria
identità sociale.
Chi si occupa di comunicare in tale ambito deve essere un abile seduttore. La seduzione
ne è il fulcro stesso, mentre rappresenta nel contempo una delle più importanti forme di
comunicazione.
Moda e comunicazione, quindi, intesi come binomio inscindibile e interdipendente. La
prima è di per se stessa un mezzo di comunicazione accattivante e la seconda, invece, detta
le relative regole. I due elementi si alimentano a vicenda.
La citazione che segue esemplifica il concetto appena esposto.
“La moda non è più passatempo (soprattutto femminile) o attività di complemento alle
più importanti sfere della cultura e dell’economia, la moda emerge nel secondo Novecento
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come un fenomeno di ampia portata, in grado di definire l’identità di interi gruppi e di
estendere la propria azione dalla sfera sartoriale a quella dell’estetica, della
concettualizzazione corporale e della socializzazione.
1
”
Una volta definito brevemente il concetto di moda in generale ed evidenziato il suo
valore comunicativo, si vuole, con il seguente elaborato, scendere nel particolare ad
indagare un particolare aspetto di essa.
Quello che è stato scelto per l'indagine rappresenta uno dei settori maggiormente
trainanti. Parliamo del mondo dell'ottica, un universo affascinante e a sé, spesso relegato
nel contesto degli accessori nelle sfilate, ma non per questo meno importante.
Dopo aver sviluppato una panoramica generale sul settore e sulle modalità della sua
comunicazione, una parte prevalente di questo lavoro sarà dedicata all’azienda che più di
altre ha svolto un ruolo pioneristico nell’ambito della comunicazione in tale settore.
Questa azienda è la Ray Ban. Le sue eccezionali campagne pubblicitarie hanno
completamente rotto con gli stereotipi tradizionali e iniziato una nuova era, i suoi prototipi
sono divenuti un simbolo a livello internazionale.
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Riello G., La moda. Una storia dal Medioevo a oggi, Laterza, Roma, 2012
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Capitolo Primo
Il MONDO DELL’OTTICA
1.1. L’occhiale: uno strumento di design
L’occhiale non è sempre stato un oggetto qualunque, ha sempre avuto un alone quasi
magico, grazie all'uso che di esso viene fatto. Se vogliamo trovare una definizione quasi
metafisica, esso è uno strumento che può avvicinare ciò che non vediamo e quindi
consente un ponte tra il noto e l’ignoto.
Il suo compito è sia attivo che passivo. Attivo nel senso di restituire nitidezza al mondo,
passivo in quanto il fatto di indossarlo fa assumere la personalità che esso vuole esprimere.
Dopo essersi trasformato in un oggetto di design, si è sempre prestato ad una particolare
espressività e la sua forma ha uno straordinario carattere, che lo rende unico nel suo genere.
Dopo essersi scardinato dal banale concetto di strumento correttivo della vista, l'occhiale
è divenuto un accessorio dirompente e irrinunciabile nel mondo della moda, la funzione
protettiva contro i raggi solari poi gli ha conferito un valore aggiunto.
Rappresenta un oggetto unico da mostrare sul viso, riesce a creare distinzione, rende
esclusivi e racconta un po’ la propria personalità.
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È in forza di questo che tanti personaggi della vita reale o facenti parte della finzione sono
entrati nell’immaginario collettivo. Proprio grazie alla sua forza espressiva, tale strumento
ha avuto la capacità, nel corso dei secoli, di rinnovarsi e di riproporsi in vesti sempre
nuove, grazie alla creatività dei diversi designer.
Sono proprio loro ad essere riusciti a rispondere al desiderio dei consumatori, troppo
spesso ignorato dall’industria della produzione in serie. Si tratta di una richiesta di prodotti
che raccontassero una storia diversa rispetto alla serialità e alla mera omologazione di tale
strumento.
L’occhiale è quindi diventato un oggetto quotidiano con il quale rapportarsi ogni giorno,
capace di ricreare orizzonti sempre nuovi. È in sostanza l’accessorio che permette, grazie
alla sua potenzialità espressiva, di essere ciò che si vuole essere.
Questo accessorio al tempo stesso permette di soddisfare anche un altro piacere: quello
di indossarlo. Può divenire addirittura una maschera del carattere e contemporaneamente
del viso di una persona, riuscendo a creare un connubio tra interiorità ed esteriorità, tra
anima e corpo.
Gli occhiali sono infatti come uno “specchio magico, uno specchio che riflette la nostra
immagine”
2
.
Da sottolineare il fatto che il successo che ha avuto e sta tutt’ora avendo questo
strumento non risiede tanto nel fatto che venga sfoggiato da personaggi famosi, i quali
hanno sicuramente contribuito alla sua notorietà, ma, prima di tutto, nell’utilizzo
quotidiano che ne fa la gente comune.
L’occhiale va collocato sul viso, che è la parte del nostro corpo a cui teniamo di più; un
paio di occhiali, siano essi da vista o da sole, deve dare a chi lo indossa la sensazione di
essere pronto ad affrontare la giornata in maniera positiva.
Oggi non basta più che l’occhiale calzi bene e che risponda ai requisiti tecnici delle lenti.
Dobbiamo anche assicurarci che, una volta che l’abbiamo indossato, esso ci renda esteticamente
migliori e soprattutto corrisponda all’immagine che vogliamo dare di noi agli altri.
L’uso dell’occhiale, infatti, possiede una forte componente psicologica di cui il designer
deve tenere conto. È per questo motivo che egli deve prevedere in anticipo i cambiamenti e
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Riello G., La moda. Una storia dal Medioevo a oggi, Laterza, Roma, 2012
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i desideri della società e indicare un modello da seguire.
Nel momento in cui diversi stilisti, pur lavorando ognuno per conto suo, propongono
soluzioni simili, significa che sono riusciti a prevedere il desiderio segreto della gente.
Spesso vengono riproposti vecchi modelli, rivisitati in chiave moderna. Ritornare a
qualcosa di già visto garantisce un senso di sicurezza, ci fa sentire protetti da ciò che non si
può prevedere.
Fortunatamente l’anima degli uomini possiede molteplici sfumature, che rivelano una
varietà infinita di aspirazioni e desideri, alle quali i designer possono attingere per
sviluppare la propria creatività. Questi potranno così spaziare dall’estetica alla tecnologia,
ai nuovi materiali, migliorando sempre i lavori dei loro colleghi precedenti.
Se oggi portare gli occhiali è un’opportunità, produrli lo è ancora di più.
La tecnologia del mondo dell’ottica è in grado di toccare picchi notevoli e strabilianti.
Questo lo si deve alla cultura dell’immagine, che ha sicuramente dato un contributo allo
sviluppo del settore.
In un mondo in cui l’apparenza sovrasta gli altri aspetti, analogamente l’occhiale spicca
sugli altri accessori e oggi non assume più, come in passato, un ruolo secondario di protesi,
bensi una posizione primaria.
La situazione si è capovolta. Chi porta gli occhiali non si sente più a disagio come un
tempo, anzi, il fatto di indossarli viene elevato a status symbol.
È davvero interessante vedere, quindi, che l'occhiale, da semplice strumento per
migliorare la vista e per ripararsi dal sole, è divenuto per così dire una maschera, che aiuta
a creare una nuova immagine di sé grazie all'impiego di materiali e tecnologie sempre più
sofisticati.
Da sottolineare il fatto che nell’immaginario collettivo non è possibile ricordare alcuni
personaggi storici, taluni ancora viventi, con il viso privo degli inseparabili occhiali
indossati. Pensiamo a Le Corbusier
3
, Onassis
4
, Elton John
5
, i quali si fondevano in un
tutt’uno con i loro occhiali.
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Pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret-Gris (La Chaux-de-Fonds, 6 ottobre 1887 – Roquebrune-Cap-
Martin, 27 agosto 1965), è stato un architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese.
4
Aristoteles Sokrates Homer Onassis (Smirne, 15 gennaio 1906 – Neuilly-sur-Seine, 15 marzo 1975) è stato
un armatore greco.
5
Sir Elton Hercules John, (Pinner, 25 marzo 1947), è un cantautore, compositore e musicista britannico.
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Molte persone cambiano gli occhiali in base alla moda del momento, ma la maggior parte,
quando compra un paio di occhiali, lo tiene per molti anni.
I tempi si stanno allungando sempre di più perché, essendo l’occhiale, in questo caso da
vista, un oggetto costoso, la gente non ha la possibilità economica di cambiarlo spesso. Per
quanto riguarda gli occhiali da sole, invece, è facile possederne più di un paio e cambiarli
con maggiore facilità.
Volendo fare una previsione e trarre una conclusione da quanto sopra esposto, possiamo
dire che gli occhiali continueranno a essere sempre utilizzati anche in un futuro lontano. Il
panorama del mercato vedrà quelli da sole sempre presenti, perché indispensabili come
protezione dai raggi solari e, per quanto riguarda quelli da vista, il numero di clienti
dell'ottica non subirà una diminuzione a causa della chirurgia. Quest'ultima, infatti, nella
maggioranza dei casi non è in grado di eliminare tutti i difetti della vista e non sempre
porta a una guarigione completa e permanente.
1.2. Breve storia dell’occhiale
Nel corso dei secoli diverse soluzioni sono state sempre adottate per rispondere a tutti i
bisogni delle persone. Nel nostro caso è innegabile che la necessità rappresenti il primo
fattore per la nascita dello strumento occhiale e che l'obbiettivo di esso è stato fin da subito
quello di migliorare la condizione della vita.
L’occhiale fu inventato da un vetraio veneziano nel 1280 circa. Da quel momento in poi
molti artigiani migliorarono la fattura di questo strumento e risolvettero molti problemi di
praticità.
Pertanto dall’occhiale ad arco, che necessitava della mano per essere retto, si è passati a
quello da parrucca, che accompagnava la forma del capo sotto la parrucca, poi al tempiale,
in cui le aste non appoggiavano sulle orecchie ma premevano contro la tempia, e via
dicendo.
Solo nel 1700 il sistema che ancora oggi utilizziamo si affermò: due piccole aste che
poggiano entrambe sulle orecchie. Per raggiungere tale traguardo, cioè rendere l’occhiale
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stabile sul viso, ci vollero ben cinque secoli di tentativi.
Durante tutto questo lasso di tempo, l’occhiale entrò pian piano a far parte della vita
quotidiana delle persone, mentre la sua produzione, di conseguenza, aumentava
esponenzialmente.
In Germania, e precisamente a Norimberga, esistevano già piccole aziende che
producevano occhiali in serie, fabbricati in profilato di ferro
6
. Erano tutti simili tra loro e,
soprattutto, poco costosi.
Sicuramente questa produzione tedesca diede un grande contributo alla divulgazione di
questo oggetto, in quanto il costo limitato consentiva l’acquisto anche alle persone
comuni e non solo ai nobili.
La maggiore richiesta fece sì che sempre più artigiani scegliessero la professione di
occhialaio, cosicché il numero sempre maggiore di addetti stimolò alla ricerca di
soluzioni migliorative e originali, allo scopo di battere la concorrenza.
Alla fine del Settecento l’occhiale divenne un oggetto di uso comune e iniziò a
delinearsi così la figura del designer.
Mentre la maggior parte dei costruttori cercava di accontentare la crescente richiesta
dei clienti aumentando la produzione, alcuni, più attenti, sperimentarono nuove idee nella
creazione di forme diverse e meccanismi innovativi, come cerniere e bussole, più
funzionali ed esteticamente più attraenti, accorgimenti che migliorarono ancor di più la
stabilità e l’appoggio sul naso.
In alcuni modelli di occhiali antichi si possono notare raffinatezze che solo chi
conosceva a fondo le problematiche di questi oggetti poteva concepire.
Col passare del tempo poi, si sperimentarono nuovi materiali e nuove leghe di metallo,
i quali permisero di realizzare asticelle sempre più sottili, fino ad arrivare ai fili di
acciaio che oggi conosciamo.
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I profilati metallici sono corpi, solitamente d'alluminio, ad asse rettilineo e sezione costante, variamente
sagomati, ottenuti mediante laminazione, trafilatura, o estrusione, talvolta costituiti da sottili lamiere
ripiegate.