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Capitolo 1
LA BIBLIOTECA TRA STORIA ED EVOLUZIONE
I libri non nuòcciono alla salute
Un uso prolungato può creare INdipendenza
F. de Bortoli
1.1. COSA SI INTENDE PER BIBLIOTECA
In questo capitolo sarà data una definizione di cosa si intende per
biblioteca e saranno fornite informazioni in merito alle tipologie di
biblioteche presenti sul territorio nazionale, per consistenza e
struttura organizzativa e parallelamente sarà trattato anche l’assetto
normativo che disciplina la loro ragion d’essere. Successivamente
saranno individuati i principali eventi storici a partire dall’Unità d’Italia
che hanno portato alla genesi della biblioteca pubblica in Italia, ed
infine saranno individuati i servizi che una biblioteca offre ai cittadini
e cercheremo di identificare le principali tipologie di utenti e i loro
bisogni per comprendere, in conclusione, se esiste una reale
corrispondenza tra la domanda e l’offerta nel settore del Patrimonio
artistico - culturale.
Prima di addentrarci nelle argomentazioni in merito ai sopracitati
contenuti è d’obbligo una piccola, ma rilevante premessa, l’Italia è la
nazione che possiede il patrimonio artistico culturale maggiore al
mondo, tra questo una grossa importanza è detenuta dalle
biblioteche, infatti l’Italia è il Paese con il maggior numero di
biblioteche antiche, ne possiede ventuno del XII e XIV secolo a
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seguire la Francia con diciotto biblioteche del XII e XIV secolo,
mentre il Paese con il maggior numero di iscritti rispetto alla
popolazione è la Finlandia, dove circa la metà della popolazione è
registrata come utente di biblioteche.
In Italia circa il 13% della popolazione è utente delle biblioteche
pubbliche ma con una forte differenza dal Nord al Sud del Paese
1
.
Il patrimonio librario è molto ricco (da uno studio dell’Ufficio centrale
per i beni librari risultano circa 110 milioni di libri e 500.000
manoscritti
2
) ed è divulgato attraverso diverse tipologie di biblioteche
che si distinguono per storia, tradizione, finalità e amministrazioni.
Sono molto diffuse in alcune aree e territori e meno in altre, nello
specifico circa il 45% sono ubicate nel Nord d’Italia, il 29% al Centro
e il restante 25% al Sud. Il divario per aree geografiche, per la qualità
e la quantità dei servizi erogati, è piuttosto alto.
Proseguendo l’analisi da un punto di vista quantitativo, secondo
l’Anagrafe delle biblioteche italiane
3
risultano censite sul territorio
nazionale oltre 17.000 biblioteche, quasi il 50% di queste sono
biblioteche di enti nazionali nate a partire dall’anno 1972, anno in cui
le biblioteche hanno vissuto un cambiamento radicale, un
rinnovamento che ha riguardato, da un punto di vista di gestione
interna delle attività, l’uniformazione dei criteri di indicizzazione e
della descrizione dei libri, ma anche una maggiore apertura verso
l’esterno, quindi verso i pubblici di riferimento, con l’ampliamento
dell’offerta e la ricerca di servizi diversificati a misura del singolo
utente.
Ma qual è il significato di biblioteca e qual è il suo ruolo e la
funzionalità del libro?
Apparentemente tali quesiti si presentano come molto semplici e
banali, in realtà nel contesto italiano non è così in quanto il concetto
di biblioteca si lega ancora molto ostinatamente all’esperienza
1
www.aib.it
2
www.librari.beniculturali.it
3
http://anagrafe.iccu.sbn.it
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personale degli individui che nella maggior parte dei casi è
collegabile e termina a quella scolastica.
Nel nostro Paese è ancora consolidata la credenza che siano luoghi
destinati agli studiosi, strutture che offrono un servizio per pochi e
poco propensi all’innovazione ma più inclini alla conservazione del
sapere e dei materiali.
Interessante, tanto quanto significativo l’inizio del primo capitolo del
testo realizzato da Paolo Traniello «Storia delle biblioteche in Italia.
Dall’Unità ad oggi», il quale cita un documento parlamentare ufficiale
ovvero la Relazione della Commissione Generale del Bilancio del
1868:
«Che importa che le nostre biblioteche, sommate insieme,
rappresentino un tesoro di volumi superiore a quello di Francia e
d’altri paesi? Procuriamo che non sia soltanto il tesoro legatoci dal
nostro passato»
4
.
La storia delle biblioteche italiane porta in luce in maniera chiara la
scarsa attenzione prestata dalle politiche culturali o meglio, emerge
la mancanza assoluta di un progetto coerente e strutturato di
gestione in grado di funzionare come elemento propulsivo dello
sviluppo economico e sociale del Paese, nonostante il patrimonio
detenuto sia invidiato in tutto il mondo. Questo non può far altro che
incrementare la soglia di diffidenza e timore che tali strutture
trasmettono all’esterno al singolo cittadino non esperto del settore.
Una biblioteca è una raccolta organizzata di materiale informativo
fisico (libri, riviste ecc.), ma anche virtuale come per esempio le
banche dati consultabili per la propria ricerca, le riviste elettroniche
ecc., può essere sia privata, quindi destinata ad un uso personale,
ma anche e soprattutto pubblica, cioè quelle costituite da enti
pubblici o privati.
4
Traniello P., Storia delle biblioteche in Italia, Bologna, editrice Il Mulino, 2002, p.11
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La natura e la finalità di una biblioteca è quella di trasmissione del
sapere nel tempo attraverso la circolazione delle diverse informazioni
su supporti di natura differente.
E’ possibile definire questi luoghi anche attraverso un’interpretazione
dello spazio, la biblioteca come superficie all’interno della quale
prendono vita attività specifiche, che vanno dalla predisposizione dei
documenti librari per l’uso, l’espletamento dei servizi volti a favorire le
condizioni ottimali per la lettura, per lo studio e per la ricerca, ma è
anche un luogo di aggregazione e confronto tra i soggetti.
Oggi con l’affermazione dell’era di internet si delinea un modello che
possiamo definire ibrido, la convivenza tra il vecchio modello di
intendere e interpretare questi luoghi del sapere e le nuove frontiere
ed opportunità che sono in grado di offrire, al fine di garantire
l’ampliamento dell’offerta e la soddisfazione delle esigenze
dell’utenza.
Come emerge dall’articolo di Anna Galluzzi «Costruire nuove
biblioteche o costruire un nuovo modo di essere biblioteche? Un
percorso italiano attraverso 19 interviste»
5
non esiste alcun rischio in
merito alla marginalizzazione delle biblioteche nonostante la
convergenza al digitale dei contenuti informativi e la virtualizzazione
dei servizi, considerato la tendenza che ha caratterizzato gli ultimi
quindici anni verso la costruzione e l’ampliamento di nuove strutture.
Le biblioteche continuano ad essere considerate uno dei luoghi di
sviluppo culturale e sociale della comunità.
I materiali presenti hanno lo scopo fondamentale di soddisfare i
bisogni informativi (studio, aggiornamento professionale, svago) degli
utenti della biblioteca.
La struttura del libro, che rappresenta il materiale principale di cui è
costituita una biblioteca, è composto da due dimensioni essenziali,
uniche e indivisibili e sono la configurazione fisica che inizia dal
5
Galluzzi A., «Costruire nuove biblioteche o costruire un nuovo modo di essere biblioteche? Un
percorso italiano attraverso 19 interviste», disponibile su Bollettino AIB, vol. 49 n. 4, dicembre 2009, p.
459-483
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papiro dei rotoli e dalla pergamena fino ai libri elettronici, e il
contenuto intellettuale.
Immagine n. 1 – Evoluzione della configurazione fisica del libro
Fonte: www.google.it
Il libro rappresenta uno strumento di comunicazione, di trasmissione
del sapere, ma anche di conservazione della memoria ed è
considerato una fonte di coesione sociale e confronto tra i cittadini
anche di culture, patrie e fedi differenti.
Già da questa prima descrizione possiamo individuare i due poli
attorno ai quali si strutturano i servizi di una biblioteca, nel caso in cui
a prevalere sia la concezione di libro come prolungamento
dell’intelletto e diffusione della cultura avremo strutture
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maggiormente orientate all’uso e alla circolazione dei materiali con
tempi e modalità diverse a seconda della tipologia di testo.
Nell’ipotesi in cui ad emergere sia la seconda possibilità, quindi la
tutela della memoria, possiamo configurare le biblioteche come
luoghi di conservazione. A oggi è difficile trovare strutture esclusive
di una o l’altra dimensione, possiamo affermare che non esiste
un’opposizione netta tra queste due condizioni.
Un ruolo fondamentale, molto spesso poco affermato e definito, per
garantire il raggiungimento degli scopi sopraenunciati è tenuto dal
bibliotecario il quale deve porre in essere tutte le azioni atte a far sì
che sia il libro stesso ad andare incontro al lettore e non rimanga a
scaffale, per tali ragioni è fondamentale la fase di ricerca e la
selezione accurata del materiale librario fornito agli utenti in maniera
tale che ogni lettore abbia il proprio libro.
A tale proposito è d’obbligo citare il matematico e bibliotecario
indiano Shiyali Ramamrita Ranganathan, il quale durante un viaggio
in Europa è rimasto colpito dalla realtà delle biblioteche occidentali,
rendendosi conto del valore e delle potenzialità della biblioteconomia
e grazie al suo lavoro di documentazione svolto rientrato in India,
favorì lo sviluppo delle biblioteche indiane e soprattutto introdusse
alcune grandi idee di importanza per la biblioteconomia moderna.
La parte più nota del pensiero di Ranganathan sono le cinque leggi
della biblioteconomia, ossia:
I libri sono fatti per essere usati
Ad ogni lettore il suo libro
Ad ogni libro il suo lettore
Risparmia il tempo del lettore
La biblioteca è un organismo che cresce
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All’interno di una biblioteca è possibile individuare degli elementi
comuni, intesi come spazi, che troviamo in tutte le strutture e che
variano a seconda delle dimensioni dell’edificio, della tipologia,
qualità e quantità di materiale informativo e sono: il punto
informativo, le sale a scaffale aperto, le postazioni multimediali, le
postazioni per il personale dipendente, gli uffici e il magazzino.
Possiamo suddividere la struttura di una biblioteca, dal punto di vista
dei locali frequentabili dall’utente, in settori, quindi troviamo il settore
destinato agli adulti, con lo spazio dedicato alla narrativa e alla
saggistica, il settore ragazzi e da qualche tempo a questa parte
anche la sezione bebè, la sala dei periodici e dei quotidiani, la
postazione per la consultazione del catalogo on-line e per l’accesso
ad internet, una sezione dedicata al cinema (per adulti e ragazzi) e,
dove predisposta anche una riservata alla musica, ed infine il settore
di conservazione dove sono custoditi i libri antichi e i fondi speciali.
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1.2. TIPOLOGIE DI BIBLIOTECA
E’ possibile distinguere cinque principali tipologie di biblioteche:
Nazionali
Di pubblica lettura e degli enti locali
Scolastiche
Universitarie
Specializzate
Le biblioteche nazionali rappresentano il punto di raccolta e di
conservazione di tutta la produzione a stampa del Paese,
simboleggiano il punto di riferimento della cultura nazionale.
Solitamente in un Paese solo una biblioteca è definibile nazionale,
ma il contesto italiano rappresenta un caso inconsueto, infatti dal
1860 a oggi in Italia sono state riconosciute come nazionale nove
biblioteche:
Biblioteca nazionale di Firenze
Biblioteca nazionale di Roma
Biblioteca nazionale Braidense di Milano
Biblioteca nazionale universitaria di Torino
Biblioteca nazionale Marciana di Venezia
Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli
Biblioteca nazionale Sagarrariga Visconti Volpi di Bari
Biblioteca nazionale di Potenza
Biblioteca nazionale di Cosenza
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Queste biblioteche, per la maggiore, hanno ottenuto il
riconoscimento del titolo nazionale per la funzione di biblioteche
centrali dello Stato pre-unitario cui appartenevano; ci sono casi,
invece, in cui l’elevazione a nazionale è stato conquistato senza che
queste costituissero un importanza preminente per il territorio o per
le dimensioni o tradizione, ma per un semplice intervento politico,
stiamo parlando delle Biblioteche di Bari e Potenza, dunque il valore
di questo titolo ha perso il significato originario creando confusione
sui ruoli e sulle competenze.
Il compito principale è quello di raccogliere e conservare quanto si
stampa in Italia, di documentare la cultura straniera e coordinare i
servizi bibliografici di interesse nazionale e internazionale.
Secondo quanto disposto con il D.L. del 2 Febbraio 1939, n.374
modificato con il D.Lgs. 31 Agosto 1945, n. 660 e oggi disciplinato
dalla L. 106/2004 le biblioteche nazionali centrali hanno il diritto di
ricevere tutto quanto viene stampato sul territorio nazionale per poi
destinarlo ad uso pubblico, più precisamente il decreto stabilisce che
due copie vadano alle Biblioteche nazionali centrali di Firenze e
di Roma, altre due copie alle biblioteche stabilite dalle regioni e
dalle province autonome.
La Biblioteca nazionale centrale di Roma è stata istituita nel 1875 e
fu intitolata al Re Vittorio Emanuele II, l’edificio in cui era ubicata
apparteneva al Collegio Romano e precisamente cento anni dopo fu
inaugurata la nuova e attuale sede, realizzata da un gruppo di
architetti in perfetto stile moderno. Possiede circa 7.000.000
di volumi a stampa, 2.000 incunaboli, 25.000 cinquecentine, 8.000
manoscritti, 10.000 stampe e disegni, 20.000 carte geografiche, e
1.342.154 opuscoli.
La Biblioteca nazionale centrale di Firenze, invece, si trova nel Borgo
Santa Croce, originariamente aveva sede nei locali
dell’amministrazioni granducale del complesso degli Uffizi. L’attuale
sede, inaugurata nel 1935, rappresenta un emblema di edilizia
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bibliotecaria anche se vennero mosse alcune critiche già dai primi
anni di attività e certamente l’alluvione di Firenze del 1966 non ha
fatto altro che confermare le valutazioni iniziali in merito alla
posizione. La Biblioteca nazionale centrale di Firenze possiede circa
6.000.000 volumi a stampa, 2.689.672 opuscoli, 25.000 manoscritti,
4.000 incunaboli e 29.000 edizioni del XVI secolo, è la più grande
biblioteca italiana ed una delle maggiori europee.
Immagine n.2 – Biblioteca nazionale di Roma e Firenze
Fonte: www.google.it
La biblioteca di ente locale in Italia, invece, nasce con la Legge
n.1521/1917 con la quale si impone ai comune con corsi scolastici
elementari di avere una biblioteca e solo dopo la Seconda Guerra
Mondiale con D.L. n. 393/1941 viene disposto che in ogni Comune
capoluogo di Provincia venga aperta una biblioteca con regolare
servizio pubblico.
La diffusione del libro e della lettura si ha a partire dalla fine degli
anni quaranta e nei primi anni cinquanta, grazie al contributo del
Ministro della Pubblica Istruzione e dei bibliotecari, inizia quel
processo organizzato di servizio di prestito ambulante alle comunità
e periferie più distanti.
La nascita delle Regioni negli anni ’70 fu l’evento storico che diede
un impulso considerevole allo sviluppo delle biblioteche.