5
dell’automobilismo non è dovuto solamente alla creatività dei
designer.
Nel primo capitolo si espongono i risultati e le tendenze del
mercato degli ultimi dieci anni. E’ stato necessario illustrare i
cambiamenti verificatesi all’interno dell’industria delle quattro
ruote, ed anche le attrattive principali relative ad una vettura.
Si è cercato di offrire una prima presentazione dei mutamenti
e delle reazioni delle persone evidenziando il carattere dei
clienti.
Nel tempo si è contribuito ad avvicinare gli individui creando
un rapporto interattivo, è stata resa semplice l’accettazione
dei segmenti innovativi creando le basi per una relazione più
stretta.
Ha destato interesse anche il monitoraggio degli indicatori
socio-economici, la disponibilità monetaria nazionale o di un
gruppo specifico offre le condizioni per l’affermazione di un
prodotto.
Non è stata contestualizzata la situazione congiunturale nel
momento del lancio di ML, ma figurano nella trattazione
diversi indici macroeconomici.
Il secondo capitolo mostra gli sviluppi all’interno del segmento
del fuoristrada, attraversando i passaggi storici che hanno
portato al Suv. E’ illustrata anche la composizione sociale
degli acquirenti.
Proseguendo emergono i segreti del risultato di Mercedes ML,
da riscontrare nelle componenti materiali ed immateriali.
Descrivendo i concorrenti si ha poi la completa panoramica
degli sport utilities, e, l’attrattiva da riconoscere nel contatto
emotivo con gli elementi formanti dei veicoli, riuscendo in
questo modo a classificare la tipologia di esigenze interiori
soddisfatte.
Con la terza parte avviene la descrizione delle metodologie di
ricerca, e del target, allo scopo di ricostruire la personalità
dell’acquirente.
Nonostante una conformazione dell’identità vicina ai canoni
6
della modernità, i dati mostrano uno scenario inaspettato, il
passaggio a delle forme di socialità quasi mai riscontrate in
uno dei cluster più conservatori.
Nell’ultima sezione dedicata ai mutamenti nei valori del brand
vengono esposte le variazioni riguardanti la percezione della
marca.
Mercedes è uno dei pochi marchi ad essere abbastanza forte
da fidelizzare un numero elevato di individui.
Indicare le variazioni riguardo le idee precostituite sulla marca
con la commercializzazione di un modello innovativo è stato
un passo obbligatorio.
Nella descrizione dell’immagine costruita nella mente degli
automobilisti è affiorata una mescolanza costante di correnti
contrapposte.
I problemi nella progettazione del prodotto ed i trascorsi della
casa di Stoccarda hanno fatto emergere sia la forza che la
debolezza del grande produttore tedesco.
Dover realizzare una ricerca dai lineamenti indefiniti era
scontato, ma la continua ricontestualizzazione delle credenze
e delle teorie originarie è stata una sorpresa verificata in tutte
le fasi.
Il risultato si è concretizzato nella conoscenza di un settore
complesso in cui è necessaria un’ottica multidisciplinare.
ML è uno sport utilities dove si incrociano più problematiche
con un andamento controverso. Il brand ad esempio assume
la connotazione di carnefice e di vittima, per la capacità di
attrarre al momento dell’uscita sul mercato, ed allo stesso
tempo di allontanare gli insoddisfatti al momento del confronto
con i competitors.
La tesi è un susseguirsi di scoperte, ed è contornata dalla
consapevolezza di aver cercato di spiegare le leve principali
del successo di un’auto, per essere poi inconsapevolmente
all’interno di questioni non previste.
Studiare il settore dell’auto fiancheggiato da personalità illustri
ha portato ad un apprendimento costante e all’obbligo di
dover spostare in parte il campo tematico, dando importanza
7
non solo ad un nuovo prodotto ma anche alla personalità degli
individui.
Le dinamiche del mercato denotano uno scenario ormai quasi
incontrollabile, in cui i mutamenti si susseguono con un ritmo
velocissimo.
Il cliente post-moderno è stato messo al centro dell’attenzione
più di quanto si potesse pensare, risaltando delle modalità di
rapportarsi ai beni non concepibili fino ad oggi.
Ostentare ed essere felici di oggetti unici appartiene a tutte le
epoche, ma la proiezione degli stati mentali, e la costruzione
del proprio io attraverso il consumo è il fatto che in maggior
misura distanzia dal passato.
All’interno di un modello competitivo mutevole, continuamente
attraversato da una grande quantità di fattori, restano pesanti
gli interrogativi sulle possibilità di trovare una definizione al
mercato, alla conformazione della concorrenza ed al valore
dell’immagine.
ML è stato il primo Suv, ha scosso i desideri nascosti di un
pubblico voglioso di provare emozioni forti senza impaurirsi
minimamente dei cambiamenti.
La nicchia si emancipa raggiungendo il grande pubblico,
sentirsi a proprio agio con una vettura fuori dai canoni,
testimonia la volontà di mutare abitudini cercando di essere
indipendenti.
Il segmento I, con una varietà interna straordinaria dimostra il
gradimento dei guidatori, un’offerta ampia è dovuta ad una
domanda viva, ormai tale raggruppamento ha ottenuto la
consacrazione con la presenza in tutte le fasce di prezzo.
Lo sport utilities è in assoluto una delle novità più interessanti
degli anni ‘90, ha sconvolto le pratiche di consumo di una
quantità elevatissima di persone.
8
Ringraziamenti
In questa sezione voglio esprimere la mia gratitudine verso
tutte quelle persone che costantemente sono state al mio
fianco durante la realizzazione della mia tesi di laurea.
Il primo pensiero non può che raggiungere l’ufficio marketing
di Daimler Chrysler Italia, la precisione della Dott.ssa Argento
e la pazienza della Dott.ssa Massara sono state decisive nel
fornire informazioni per analizzare il target e le metodologie
utilizzate nelle ricerche.
Antonio Melidoni, direttore marketing di Mercedes-Benz Roma
è stato costantemente presente per assicurare la conoscenza
dell’immagine e della storia che ha reso grande la casa di
Stoccarda.
Un ringraziamento immenso va al reparto automotive
dell’istituto di ricerca di mercato “Gpf&A.”, per la prontezza a
rispondere ad ogni domanda ed a procurare dati preziosi sui
trend di mercato, sul cliente e sul brand.
E’ impossibile non ricordare il Dott. Sandri di Ares Automotive
Research, gentilissimo nel concedere tutto il materiale e le
spiegazioni per analizzare la vettura dal punto di vista
interazionale, mostrando come le linee comunichino agli stati
interiori. Sono stati fondamentali i consigli di Tommaso
Tommasi, direttore della nota rivista per gli addetti ai lavori
“Interautonews”, e consulente economico di “Auto”, una vera
e propria istituzione nel mondo delle quattroruote, la società
impegnata nella ricerca di mercato “Jato Dynamics” per aver
fornito i dati quantitativi e la Dott.ssa Dogliotti del “Centro
Studi Promotor”.
Un grazie va al Dott. Cernicchiaro dell’istituto Unrae, artefice
dell’incontro con il Dott. Brunetti, amministratore di Unicab.
E’ stata preziosa anche la partecipazione del Dott. Martignani,
direttore del bimestrale “Suv e fuoristrada”, per la conoscenza
dei tratti distintivi dei Suv.
9
Inoltre sono da ricordare la Dott.ssa Mauroner, il Dott. Megoli
ed il Dott. Penati di Autogerma, l’ufficio marketing di Land
Rover, il Dott Marin di Porsche Italia, la Dott.ssa Zetterstrom
ed il Dott Brusa di Volvo Italia, importantissimi per avermi dato
delle informazioni riguardo i modelli prodotti dalle rispettive
case ed il Dott. Van Acher di Fiat, disponibile ad illustrare il
settore dell’auto ed il segmento dei Suv.
In ultimi ma non per importanza sono da ricordare le due
persone che mi hanno accompagnato in nove lunghi mesi di
ricerche, il Professor Alberico Di Meo e la Professoressa
Antonella Costa, sempre pronti ad ascoltare e sopportare ogni
mia richiesta.
10
Il mercato dell’auto in Italia
“Scegliete pure l’auto che volete
purchè sia Ford T e purchè
sia nera!”
Henry Ford
1.1 Lo scenario economico
Ogni azienda vive in stretto rapporto con diversi agenti esterni
che ne determinano il percorso.
Le imprese automobilistiche sono esposte a problematiche
legate al mondo della grande industria, della politica ed al
ciclo economico.
Costruire una vettura significa coinvolgere il settore delle
lavorazioni primarie, cioè quelle dall’acciaio e della ghisa,
dell’elaborazione intermedia, nel trattamento delle componenti
e nella fase conclusiva dell’assemblaggio.
Nella filiera vengono richieste notevoli conoscenze a livello
ingegneristico e la capacità di controllare i costi di gestione.
Essere inadempienti comporta la diminuzione del margine di
redditività con effetti sul profitto e sui prezzi, in un comparto in
cui il l’elasticità della domanda è molto variabile.
L’intervento ripetuto dello Stato italiano, come nel caso degli
sconti rottamazione dimostra la centralità del settore nella
pianificazione dello sviluppo nazionale.
Intorno alla costruzione delle vetture ruota una costellazione
di imprese e la politica infrastrutturale, vitale per il rilancio dell’
occupazione.
11
La circolazione di denaro dovuta all’aumento del reddito
nazionale scaturisce l’effetto del moltiplicatore keynesiano, in
cui gli investimenti si tramutano in spesa dei nuclei famigliari
diventando il volano dell’economia.
Nell’analisi del comparto occupa una posizione prioritaria lo
studio degli indicatori socio-economici.
Gli ultimi venti anni sono stati teatro di stravolgimenti che
hanno posto diversi interrogativi sulla solidità finanziaria della
popolazione.
I gloriosi anni ’80, rivelatisi poi una gigantesca bolla di sapone
hanno visto l’abbandono di quel clima di effimero ottimismo in
favore della paura.
Nelle fabbriche aleggiava lo spettro della cassa integrazione,
il piccolo imprenditore non riusciva a gestire gli stessi volumi
di affari, ed una pressione fiscale insostenibile iniziava a
schiacciarlo.
Il modello italiano della piccola e media impresa era messo in
crisi dalla globalizzazione dei mercati e dalla concorrenza dei
Paesi in via di sviluppo.
Entrare in Europa sembrava essere la soluzione più indicata
per ottenere una maggiore stabilità strutturale e per riuscire a
combattere l’inflazione.
L’adesione al trattato di Maastricht, che ha visto l’Italia tra gli
artefici, ha comportato fortunatamente un allineamento nel
contenimento del debito pubblico ma con forti riflessi sociali.
Dal 1992 vigono governi intenzionati ad abbassare il livello
della spesa aumentando le tasse e tagliando drasticamente il
welfare state, alleggerendo così l’enorme macchina statale
degli oneri sociali.
L’Italia ormai non è più il garante del cittadino in grado di
accompagnarlo per tutta la vita.
Inoltre il rapporto imperfetto nella conversione tra Lira ed Euro
ha scaturito una vera e propria speculazione selvaggia con un
innalzamento dei prezzi scandaloso.
A livello reale il salario ha un potere diminuito almeno del 20%
con effetti devastanti sul consumo delle famiglie.
12
Questo è il nuovo millennio, l’epoca delle speranze tradite e di
una ripresa dietro l’angolo che sicuramente verrà, bisogna
come al solito avere pazienza.
L’economia internazionale ha invertito il corso ed i risultati si
fanno sentire anche in Italia.
La crescita nel 2005 è dello 0%
1
, lontano dai parametri fissati
dall’U.E., siamo ormai vicini alla Grecia.
E’ consolante il dato sulla produzione industriale arrivato
inaspettatamente al valore di 1.3%
2
, registrato tra Aprile e
Maggio 2005, in grado di allontanare il timore di una grave
recessione.
La spesa sostenuta in beni durevoli è diminuita dello 0,7%
3
,
immobilizzare reddito è un’utopia, la grande industria già in
difficoltà per la crescente concorrenza si appresta a bloccare
una situazione di stallo preoccupante.
Aumentano nonostante tutto le persone intenzionate ad
acquistare una nuova auto
4
, è da ricordare però il calo nel
segmento B, vale a dire quello delle utilitarie dirette a clienti di
estrazione popolare.
La parte di reddito destinata ai risparmi è scesa di ben nove
punti percentuali, la pianificazione del proprio futuro con
obiettivi di lungo periodo sembra essere impossibile.
Il consumatore pur beneficiando di minori possibilità di vita nel
complesso è paradossalmente meno preoccupato
5
, infatti non
è auspicabile una sorta di fobia da acquisto di auto.
Restano comunque nella memoria i dati relativi la fiducia dei
consumatori nel mese di Agosto 2005 (vedi tab. 1), in cui è
stato registrato un dirottamento pari a circa un miliardo di
Euro dall’acquisto al settore dei trasporti (vedi tab. 2).
La rinuncia alla comodità o alla soddisfazione personale verso
il risparmio testimoniano le difficoltà di sostenere le spese di
1
Fonte Istat.
2
Fonte Istat.
3
Fonte Centro studi promotor.
4
Fonte Unrae.
5
Fonte Isae.
13
un bene di prima necessità.
Le famiglie italiane in “povertà relativa”
6
, i nuclei composti da
due persone non in grado di spendere cifre al di sopra di 919
Euro nel 2004 costituiscono l’11,7% delle famiglie.
I costi fissi per oneri assicurativi e fiscali sono una barriera
insuperabile soprattutto per i ceti meno abbienti e quelli medi,
maggiormente sofferenti durante i periodi di crisi.
Le classi di mezzo sono impaurite dalla perdita di elementi
distintivi rispetto le categorie più deboli, manifestando una
fobia una volta denominata proletarizzazione.
Uno dei pochi dati positivi è il valore dell’inflazione stabile
all’1,8%
7
dopo quattro anni dall’entrata in vigore della moneta
unica.
Sono da considerare però i forti rincari su beni primari come
generi alimentari ed abbigliamento, fattori limitatori del potere
d’acquisto.
Il problema più grande per la popolazione italiana resta come
sempre il lavoro, flessibile e sottopagato anche per laureati e
personale specializzato.
Con la legge Biagi diminuisce la disoccupazione nei periodi
favorevoli ma aumenta la povertà.
Nulla arresta il processo che sta conducendo velocemente il
Paese a diventare un distributore, le imprese realizzano i
propri prodotti nell’Est europeo o in Cina.
Al nuovo colosso è attribuita una crescita talmente rapida da
assorbire in venticinque anni il 60% del greggio mondiale, con
implicazioni pesanti sul prezzo della benzina.
Il costo del carburante rincarato dalla guerra contro l’Iraq, ed
un Euro troppo forte rendono poco competitivi i beni a livello
internazionale.
Pistola, il presidente di Unrae ha evidenziato le mancanze nel
reddito e nella produzione dell’Italia insieme alla debolezza
nel breve-medio periodo come gli ostacoli del rilancio.
6
Fonte Istat.
7
Fonte Isae.
14
La proposta da lui avanzata è stata alleggerire il carico fiscale
diminuendo di sette centesimi il prezzo della benzina, del 50%
la tassa sul passaggio di proprietà per rilanciare l’usato e
norme più leggere verso le imprese nella detrazione dell’Iva.
Gli oneri sostenuti dagli automobilisti sono numerosi: quella di
fabbricazione sui carburanti, sulla produzione dei lubrificanti,
sulla manutenzione dei veicoli, sui parcheggi, sui pedaggi e
la tassa di possesso.
Sono da considerare inoltre i premi RC auto, l’Iva del 20% ed
altre imposte minori (vedi tab. 3).
Ricompare lo spettro della sovrattassa antinquinamento per i
veicoli di grossa cilindrata, prime indiziate fuoristrada e Suv.
I problemi del sistema economico sono molti, le difficoltà dei
consumatori e la carenza di risorse energetiche sono una
spina nel fianco per l’industria automobilistica.
Nel settore è stato operato un riordino strategico molto forte
per rilanciare l’interesse e cercare di combattere le carenze
reddituali.
Rendere l’offerta competitiva ed onnisciente è la soluzione per
ottenere fonti di profitto nel lungo termine combattendo una
crisi da non sottovalutare.
Gli investimenti sono stati notevoli, il cambiamento strutturale
ha portato l’ampliamento della propria sfera di attività ed il
monitoraggio continuo dei bisogni di un pubblico esigente.
Il cliente è diventato centrale, accontentarlo in ogni richiesta e
stimolare continuamente il suo interesse è la ragione d’essere
del settore delle quattroruote.
15
1.2 La nuova industria dell’auto
Lo schema dell’industria automobilistica ha subito un drastico
cambiamento, la crisi è stata risolta accogliendo pienamente i
bisogni del cliente ed ottimizzando la produttività.
Sono entrate a far parte nel vocabolario dell’automotive nuove
parole che ne hanno sconvolto l’assetto.
Alla già consolidata internazionalizzazione si sono aggiunte le
molteplici operazioni di integrazione orizzontale e verticale, il
passaggio verso la realizzazione di un prodotto-servizio e la
completa invasione della comunicazione.
Si può parlare di un’industria rinnovata non solo considerando
l’ampliamento delle sfere di azione, ma anche nella modalità
di concettualizzare il consumatore.
L’incontro tra domanda ed offerta è bidirezionale, rompendo il
legame con un modello obsoleto.
Customer satisfaction, la soddisfazione del cliente è la parola
d’ordine per riuscire a fidelizzare i consumatori, offrendo un
valore aggiunto determinante nella costruzione di un rapporto
duraturo.
I fattori che compongono il settore dell’auto sono notevoli, la
complessità indica la multiformità dei bisogni individuali ed
anche la difficoltà di sopravvivere senza inventare soluzioni
innovative.
16
1.2.1 La battaglia contro i costi di gestione
I profitti di un’impresa possono essere aumentati accrescendo
i volumi di vendita o riducendo i costi di gestione.
Essere competitivi a livello produttivo determina un margine di
redditività più alto o una maggior libertà nella determinazione
del prezzo.
Ottenere costi di acquisto più bassi può portare l’estensione di
un bene verso una fascia più larga di clientela senza alterarne
il guadagno unitario.
Dalla nascita del settore è stata indetta una lotta senza tregua
incentrata sull’innalzamento della quota di mercato e sulla
riduzione delle spese.
Le tattiche intraprese per alleggerire gli oneri si basano sul
trasferimento di rami aziendali verso i Paesi in via di sviluppo
ed una vasta opera di riorganizzazione interna.
Il processo di internazionalizzazione già avviato dagli anni ’60
è stato descritto da Volpato
8
secondo diverse articolazioni:
a) esportazione di vetture completely-built-up (CBU), in cui
gli investimenti sono ingenti per la costituzione di una
società commerciale decentrata e di ulteriori stabili per
immagazzinare i ricambi.
b) montaggio all’estero di vetture semi-knocked-down
(SKD), cioè di mezzi parzialmente smontati, soluzione
adottata nello stato iniziale;
c) montaggio completely-knocked-down (CKD) dove viene
assemblata una vettura la cui componentistica è stata
totalmente importata;
d) montaggio CKD con incorporazione di componenti
prodotti nel paese ospitante;
e) produzione e montaggio realizzati prevalentemente nel
Paese straniero;
f) esportazione in altri mercati nelle forme CBU e CKD.
8
Volpato G., L’industria automobilistica internazionale, Cedam, Padova,
1983.
17
Fiat nel 1954 fu il precursore sottoscrivendo un accordo con
ZCZ per la costruzione di autocarri nell’ex-Jugoslavia.
L’Est europeo era comunque un obbiettivo allettante per lo
scarso livello di motorizzazione, ancora allo stato iniziale, ma
allo stesso tempo pericoloso per le fluttuazioni di un sistema
economico inaffidabile.
Nel 1965 aprirono gli stabilimenti in Polonia, e sotto la licenza
Polski-Fiat si costruirono impianti in Egitto, Jugoslavia ed in
Colombia.
Il pagamento dell’assistenza tecnica e delle tecnologie fornite
costituiscono la novità di questo tipo di contratto.
Sulla scia degli accordi descritti numerose case occidentali
hanno avviato negoziati con i Paesi socialisti per elevare la
produzione di alcune componenti base, costruire fuori strada
adatti alle condizioni sia dell’Est che dell’Europa centrale e
soprattutto allungare il ciclo di vita di automobili presenti nel
territorio nazionale.
Parallelamente l’allargamento oltre il confine si verificava in
America Latina concludendosi negli anni ’80.
Inizialmente i canali scelti erano quello SKD e CKD, in seguito
i governi locali imposero la strutturazione di cicli produttivi in
loco.
La soluzione per bilanciare una domanda aperta ma non
ancora sufficientemente matura fu la costruzione di centri
specializzati nell’assemblaggio da poter utilizzare come ponte
per ulteriori esportazioni.
Il passaggio è stato epocale, dai modelli di integrazione
regionale si è passati a quelli mondializzati.
L’area latino-americana, in primis l’Argentina per l’interesse
dei governanti è stata la protagonista principale dei piani di
ristrutturazione.
I politici del Sud America con provvedimenti riguardanti
l’abbassamento dei dazi hanno velocizzato gli scambi
commerciali riuscendo a creare un’area interessante per
nuove penetrazioni costituita da Brasile, Argentina e Cile.
La collaborazione coinvolge anche la progettazione, allineare
18
le idee di designer di fama intercontinentale contribuisce a
commercializzare auto adatte a più mercati.
Oggi gli stabilimenti più grandi vengono costruiti in Cina, il
costo del lavoro è bassissimo, l’atteggiamento delle autorità
comunista è a dir poco incoraggiante.
Sono previste forti agevolazioni fiscali per i primi dieci anni di
permanenza, gli imprenditori sono quindi vincolati per un’arco
temporale sufficiente a stimolare un cambio strutturale del
modello economico.
Il riassetto del settore non presenta alcun confine territoriale,
si muove adattando la propria forma in base alle esigenze
interne ed alle opportunità del momento.
Le imprese attualmente sono impegnate a comprimere i costi
per abbassare il prezzo di vendita con accordi riguardanti la
costruzione di piattaforme comuni.
L’ ultima dimostrazione è la concept car di Citroen, Peugeot e
Toyota praticamente identica nella componentistca, diversa
solo nel nome, rispettivamente C1, 107 ed Aygo prodotta
nella Repubblica Ceca.
I tre costruttori riunito le loro conoscenze nella strutturazione
del prodotto e nell’organizzazione interna in base ai criteri di
efficienza.
La progettazione dell’ambiente lavorativo ha costituito uno dei
fattori di maggior successo del modello giapponese basato
sulla velocità, la meccanizzazione ed il collegamento costante
con la domanda.
Metodi come il just’n time
9
, in cui le risorse vengono montate
in base alla domanda permettono la veloce rotazione delle
scorte ed un’amministrazione efficiente.
Il sistema taylorista è stato modificato con la rotazione delle
mansioni ed una gestione più snella.
La flessibilità sembra essere la parola d’ordine dell’impresa
moderna, disposta a smantellare le proprie ortodossie.
9
De Martino, L’organizzazione ergonomica del lavoro, Franco Angeli, Milano,
1999.
19
Il cammino iniziato nei primi anni Ottanta si è concluso con
l’ammodernamento degli impianti, migliori economie di scala e
la specializzazione del personale.
Gestire la produttività in modo competitivo garantisce il ritorno
di capitali e limita la paura di essere imitati nel breve periodo.
L’accresciuto rendimento degli impianti fortifica le barriere
all’entrata massimizzando le difficoltà di inserimento da parte
di possibili nuovi avversari.
Spesso i competitors cercano di farsi spazio con promozioni
favorevoli o inserendosi in fasce di mercato inferiori, con
l’abbassamento dei costi la battaglia si sposterebbe solo sulla
qualità e sulla capacità di creare nuove nicchie.
Inoltre un’impresa forte del proprio vantaggio nella gestione
delle risorse dispone di maggiori possibilità finanziarie, può
aumentare gli investimenti ed anche rischiare inserendo dei
prodotti inediti.
Gli sforzi nei reparti di ricerca e sviluppo si riversano sul
prezzo, cooperare o attuare fusioni sono gli imperativi del
mercato.
Le molteplici soluzioni intraprese hanno reso le aziende
straordinariamente flessibili.
Il percorso per abbattere i costi di gestione si è concluso con
l’ammodernamento, l’outsourcing e l’integrazione verticale ed
orizzontale distaccando il sistema moderno dal primo ‘900.
Gestire un’azienda dalle dimensioni elefantiache inserita in
un’ottica relazionale con ingenti problemi di amministrazione
assume una difficoltà smisurata, le fusioni ed i contatti tra
gruppi rivali mostrano la consistenza di un comparto dove la
conoscenza oltrepassa la realtà interna.