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La fine delle autonomie locali
Le già incerte sorti delle autonomie locali subiscono un rovescio con l'avvento del regime fascista e la riforma dello Stato secondo la sua dottrina: viene abolita l'elezione dei consigli comunali e provinciali, vengono creati organi di nomina governativa per il comune (podestà e consulta) e per la provincia (preside e rettorato), viene esteso a tutti gli atti degli enti locali il controllo di merito, si attua, infine, la riforma in senso antidemocratico della giunta provinciale amministrativa.
Tesi correlate:
- La riforma delle autonomie locali di Riccardo Barone
- L’ordinamento regionale dopo la legge 15 marzo 1997 n. 59 e successive modifiche di Marco Tomassi
- L'oggetto del giudizio amministrativo ed il riparto di giurisdizione di Maurizio Piacenza
- Il finanziamento dell'ente locale attraverso l'emissione di titoli obbligazionari di Massimo Pratola
- Le origini della municipalizzazione in Italia: lo sviluppo della legislazione (1903 - 1925) di Luca Bertelle
- L'evoluzione normativa in materia di forme di aggregazione fra Comuni di Teresa Valentina Sblendorio
- La gestione societaria dei servizi pubblici locali di Fabiola Benocci
Altri eventi in data 3 marzo
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