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De Gaulle per un'Algeria algerina legata alla Francia

3 marzo - 5 marzo 1960

Il Presidente de Gaulle, desideroso di bonificare i rapporti con l'Esercito d'Algeria, giudica indispensabile prendere contatto diretto con i combattenti e ritorna a far visita all'Algeria. Ma non si intrattiene con i militari delle città, troppo politicizzati. Egli mira a raggiungere con i suoi messaggi coloro che più duramente lottano nel retroterra, coloro che fanno i maggiori sacrifici e rischiano di più.
Espressa la sua perplessità per la soluzione di "francesizzare" il territorio algerino, ricordando sarcasticamente che «gli Algerini non possono essere né Provenzali né Bretoni», e condannata la via che porta all'indipendenza, perché conduce «a miseria, clochardizzazione, catastrofe», de Gaulle manifesta tutto il suo attaccamento all'ipotesi di associazione attraverso il lancio di una nuova formula choc: «Una Algeria algerina legata alla Francia».
Questo sorprendente slogan ancora una volta riesce magnificamente a mediare tra due tendenze contrapposte: quella integrazionista e quella secessionista. I sostenitori dell'integrazione insistono sul secondo aspetto della formula (...legata alla Francia) a detrimento del primo. I sostenitori della secessione invece si possono finalmente illudere che de Gaulle abbia dato carta bianca alla realizzazione della nuova nazione algerina (una Algeria algerina...).
Queste astuzie però si riveleranno controproducenti nell'immediato perché il Gpra irrigidirà le proprie posizioni e, constatato che de Gaulle ha fatto «una dichiarazione di guerra al popolo algerino», deciderà di proseguire la lotta per l'indipendenza ad oltranza.

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