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In Germania si elegge il Reichstag
In Germania si svolgono le elezioni al Reichstag. I risultati danno l'impressione che le forze che sostengono la repubblica si siano definitivamente rafforzate. Infatti un grande successo l'ottiene la socialdemocrazia, rimasta all'opposizione durante il precedente governo Marx, che passa da 7,8 a 9,1 milioni di voti (29,8%), mentre i partiti tradizionalmente antirepubblicani come la Dnvp e la Nsdap passano, rispettivamente, dal 20,5 al 14,2% e dal 3 al 2,6% - minimo storico per la destra nazista. In realtà il successo della Spd rimane un fenomeno isolato in quanto tutte le altre forze democratiche si mostrano in forte flessione: il Centro scende dal 13,5 al 12%, la Dvp dal 10,6 all'8,7% e la Ddp dal 6,3 al 4,9%. Osservando infine il risultato dei comunisti, che passano dal 9 al 10,6%, è chiaro come l'elettorato abbia premiato i partiti che sono stati all'opposizione durante il governo Marx. Il dato che si dimostra più preoccupante è l'alta percentuale di astensioni (24,4%) e una forte dispersione di voti andati a piccoli gruppi di destra, soprattutto grazie all'elettorato contadino. Su queste masse contadine, conservatrici e antirepubblicane, fa leva Hitler per attuare il suo programma di conquista del potere; mentre fino al 1924 gran parte dei voti nazionalsocialisti provenivano dalle città, dalle elezioni del 1928 si capisce che le regioni agrarie, in particolare lo Schleswig-Holstein, sono diventate il pilastro su cui si poggia la Nsdap nella sua trasformazione a partito di massa.
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