Riassunto del testo 'I laboratori del corpo', che affronta la necessità educativa di passare attraverso il corpo: la conoscenza nel bambino avviene proprio com esperienza fisica; tramite esperienze di laboratori in cui il corpo è protagonista, può imparare a conoscere se stesso e il mondo che lo circonda. Si propongono nel testo diversi approcci, dalla psicomotricità al teatro, dalla danza allo yoga, dal canto alle disegno, come esempi di laboratori da proporre a bambini e ragazzi.
I laboratori del corpo
di Anna Bosetti
Riassunto del testo 'I laboratori del corpo', che affronta la necessità educativa
di passare attraverso il corpo: la conoscenza nel bambino avviene proprio com
esperienza fisica; tramite esperienze di laboratori in cui il corpo è protagonista,
può imparare a conoscere se stesso e il mondo che lo circonda. Si
propongono nel testo diversi approcci, dalla psicomotricità al teatro, dalla danza
allo yoga, dal canto alle disegno, come esempi di laboratori da proporre a
bambini e ragazzi.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze dell'Educazione
Corso: Scienze dell’Educazione
Esame: Pedagogia del gioco, del corpo e della
psicomotricità
Docente: Ivano Gamelli
Titolo del libro: I laboratori del corpo
Autore del libro: Ivano Gamelli
Editore: Cortina
Anno pubblicazione: 20091. Feeling. Appunti per un’educazione sensibile
Il corpo è uno dei grandi protagonisti della cultura contemporanea. Dobbiamo alla filosofia, alla psicologia,
alla pedagogia, all’antropologia, un deciso contributo alla sua moderna”riscoperta’ Ma insieme a questa non
sembra si sia sviluppato, tranne rari casi, un cambiamento indicativo delle condizioni, quanto meno a livello
accademico, in cui le conoscenze si danno. Il corpo è un corpo di cui, appunto, molto si parla, ma che poco
si ascolta.
Se si esclude la scuola dell’infanzia, non è esagerato affermare che l’organizzazione degli spazi formativi sia
fondamentalmente pensata per parlare alla “testa” degli studenti, per escludere il corpo, le sue sensazioni ed
emozioni. Privilegiare il “cosa” rispetto al “come” è la cifra che caratterizza buona parte della didattica che
pratichiamo, soprattutto in ambito accademico.
L’aula di una scuola, come qualunque altro setting formativo, è già teatro. Voler riflettere sul rapporto fra
teatro e formazione implica dunque da subito il dover assumere la loro relazione, per molti aspetti, come
un’equivalenza: “nel teatro come nell’educazione” si è sempre chiamati a mettersi nei panni degli altri, a
doversi inventare una vita, a riscrivere il passato per progettare il futuro. Le categorie fondanti del teatro di
ricerca coincidono con quelle pedagogiche: lo spazio, il tempo, il corpo.
L’approccio alla conoscenza si divide in due approcci differenti, due opzioni epistemologiche:
chi si limita a “sapere” e chi invece desidera innanzitutto “sentire”, disporsi all’ascolto e alla ricerca del
senso attraverso le percezioni sensoriali.
Anna Bosetti Sezione Appunti
I laboratori del corpo 2. Sulla pesantezza e la leggerezza dell’educare
nel momento in cui la maestra smette di dire quel che andrebbe fatto e si pone in gioco e con gioco
attraverso una forma di sintonizzazione corporea, esce dalla intenzionalità educativa e, proprio grazie a
questa fuoriuscita, esercita una funzione educativa.
in educazione non c’è solo la pesantezza ma anche la leggerezza a far da molla alla relazione educativa,
l’azione educativa presenta un lato squisitamente non intenzionale: è spesso il risultato di qualcosa di
imprevisto, anche di sbagliato.
Il lavoro educativo, quel “sapersi prendere cura della vita quotidiana”, è reso possibile da quella capacità del
soggetto di “essere” nella relazione, che io preferisco tradurre con il concetto di “presenza”.
Aver cura del desiderio implica non saturare tempi e spazi infantili con troppi stimoli, ma fare in educazione
un lavoro di sottrazione più che di addizione, di rallentamento dei tempi più che di loro ottimizzazione.
Significa tener caro e salvaguardare il piacere del movimento nei bambini, più che corrispondere alla paura
che si sporchino o si facciano male… Significa, soprattutto, curare la loro capacità di attesa, poiché il
desiderio introduce la dimensione temporale, struttura il tempo.
Anna Bosetti Sezione Appunti
I laboratori del corpo 3. Alle radici del movimento
Nell’ambiente uterino, sin dalle prime settimane, l’esistenza dell’embrione e del feto è testimoniata dal suo
essere-in-movimento.
Le competenze del neonato sono, contemporaneamente, competenze motorie e relazionali, permettono di
interagire con l’ambiente fisico e umano; sono competenze che non si manifestano improvvisamente dopo la
nascita, ma in un’ottica di continuità tra esperienza intrauterina ed extrauterina, già presenti nella vita
prenatale. La comunicazione in gravidanza tra madre e feto avviene principalmente attraverso la percezione
e l’attribuzione di significato comunicativo ai movimenti fetali.
Anna Bosetti Sezione Appunti
I laboratori del corpo 4. Psicomotricità al nido: io sono il mio movimento
Il movimento del bambino contiene potenzialmente tutte le direzioni che prenderanno, successivamente,
l’attività psichica, i processi emozionali e motivazionali, i processi funzionali diretti a uno scopo, i processi
cognitivi.
Quando il bambino entra all’asilo nido, incontra uno scenario nuovo e educatrici che rappresentano un
diverso punto di riferimento: queste ultime dovranno nutrire, in sé innanzitutto, una fiducia in questo
potenziale che si dispiega in modo così ricco e originale, porsi all’ascolto del processo, rispettarne i tempi e
le forme, accompagnarlo (e non anticiparlo!) dentro un contesto rassicurante, costante e flessibile.
L’allestimento, i rituali d’ingresso e di uscita, le regole implicite ed esplicite che i bambini via via
assimileranno, la costanza dei tempi, la durata di ogni incontro e la sua collocazione nella giornata e nella
settimana costituiranno, accanto al sensibile binomio sguardo/azione delle educatrici, lo sfondo facilitatore
dell’esperienza che i bambini ricercheranno avidamente come rassicurazione, conferma, risonanza,
contenimento della loro azione.
La funzione formatrice, principalmente al Nido, sta nell’aiutare il bambino nel portare a compimento la sua
iniziativa, fornendogli lo spazio, il materiale, il tempo e la presenza più idonei.
Anna Bosetti Sezione Appunti
I laboratori del corpo