Appunti di psicologia del linguaggio e della comunicazione presi durante le lezioni, anno accademico: 2018/2019
L'insegnamento mira a definire la disciplina della psicologia con i suoi autori: Helmotz, Wundt, Fechner.
Si delineano le teorie della gestalt, del comportamentismo e della psicoanalisi, si passa poi all'argomento della comunicazione parlando dei sistemi comunicativi, le funzioni del linguaggio, gli assiomi della comunicazione della Scuola di Palo Alto, i 3 modelli: lineare, interattivo, dialogico.
Un altro argomento affrontato è la conversazione con i suoi elementi e la teoria degli atti linguistici di Austin da cui poi si sviluppa l'analisi del discorso, l'analisi della conversazione con gli IPT e l'analisi transazionale di Berne con i suoi componenti (3 stati dell'io, copione di vita, transizione e strutturazione del tempo). infine si definisce il concetto di raketeering, di emozioni funzionali e di alfabeto delle emozioni.
Psicologia del linguaggio e della comunicazione
di Emma Lampa
Appunti di psicologia del linguaggio e della comunicazione presi durante le
lezioni, anno accademico: 2018/2019
L'insegnamento mira a definire la disciplina della psicologia con i suoi autori:
Helmotz, Wundt, Fechner.
Si delineano le teorie della gestalt, del comportamentismo e della psicoanalisi,
si passa poi all'argomento della comunicazione parlando dei sistemi
comunicativi, le funzioni del linguaggio, gli assiomi della comunicazione della
Scuola di Palo Alto, i 3 modelli: lineare, interattivo, dialogico.
Un altro argomento affrontato è la conversazione con i suoi elementi e la teoria
degli atti linguistici di Austin da cui poi si sviluppa l'analisi del discorso, l'analisi
della conversazione con gli IPT e l'analisi transazionale di Berne con i suoi
componenti (3 stati dell'io, copione di vita, transizione e strutturazione del
tempo). infine si definisce il concetto di raketeering, di emozioni funzionali e di
alfabeto delle emozioni.
Università: Università degli Studi di Macerata
Facoltà: Scienze Politiche
Corso: Scienze della Comunicazione
Esame: Psicologia del linguaggio e della comunicazione
Docente: Bongelli Ramona1. La psicologia, i suoi studi e le sue teorie
La PSICOLOGIA è la scienza ( = disciplina che usa metodi rigorosi, che producono generalizzazioni, e
scientifici) che si occupa dello studio scientifico del comportamento degli individui e dei loro processi
mentali nel loro ambiente neutrale o in condizioni controllate (laboratori). Essa studia i costrutti sciali (non
concreti) che devono essere osservati e poi comparati per la generalizzazione.
Nasce nella metà dell’Ottocento, creandosi le premesse per la creazione di laboratori scientifici di
psicologia, in questi laboratori si cercava di studiare/misurare/valutare i comportamenti dell’uomo e le sue
funzioni mentali.
Prima di questo periodo si indagava sull’anima (psiche) attraverso concezioni pseudoscientifiche sulla
mente umana basate su due orientamenti: il primo è speculativo/filosofico di Socrate, Platone, Aristotele
che si interrogavano sulla vita interiore, il secondo è medico/biologico di Ippocrate padre della medicina il
quale ipotizzi che il cervello controllasse i vari organi del corpo.
Gli studi della psicologia riprendono le ricerche di:
• Helmholtz = medico/fisico/fisiologo tedesco, calcolò il tempo che un impulso nervoso impiega per
raggiugere il cervello (=tempo tra lo stimolo e la risposta) applicando uno stimolo sensoriale a parti diverse
della gamba e registrando il tempo di reazione che era differente (esperimenti sulle rane).
• Fechner = fece ricerche di laboratorio, vuole dimostrare la differenza tra il mondo fisico (oggettivo) e la
percezione di esso degli individui (soggettivo) attraverso lo stimolo dell’intensità fisica di un suono, fece gli
esperimenti sugli animali.
• Wundt = fondò il primo laboratorio di psicologia, voleva studiare gli elementi della mente attraverso lo
strutturalismo, cioè un approccio che si focalizza sugli elementi fondamentali alla base del pensiero, della
coscienza e di altri tipi di attività e stati mentali. La psicologia scientifica doveva concentrarsi sulla
coscienza (=esperienza soggettiva che ogni persona fa del mondo e della mente, possiamo avere coscienza
di ciò che vediamo, sentiamo, delle sensazioni corporee e delle emozioni). Il metodo usato da Wundt è
l’introspezionismo, ovvero una tecnica di auto-osservazione e descrizione minuziosa di tutto ciò che il
soggetto prova e percepisce. Questo metodo è l’unico modo per esplorare direttamente il funzionamento
mentale, la sistematizzazione e l’addestramento lo rendono attendibile e intersoggettivamente valido. Ma
questo metodo riceve delle critiche perché non è oggettivo e non è utilizzabile con un gran numero di
soggetti. Quindi in conclusione possiamo dire che questo metodo ha aperto le porte allo studio della mente
ma aveva dei limiti. Wundt è anche un associazionista perché secondo lui l’introspezione costituisce un
tentativo di separare le componenti elementari di un processo.
• James = sviluppò in America in parallelo all’approccio strutturalista di Wundt, ovvero il funzionalismo
che è lo studio di come funziona la mente per consentire all’organismo di adattarsi all’ambiente e
funzionare, si focalizza sul funzionamento degli elementi a differenza dello strutturalismo che si focalizza
invece sugli elementi.
Strutturalismo e funzionalismo hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo della Psicologia Moderna.
A partire degli anni Venti del 1900 sono nate tre nuove scuole:
1. Psicologia della forma/gestalt = si sviluppa in Germania agli inizi del 1900 grazie al lavoro di
Wertheimer, Koler, Koffka e Lewin. Essa cerca di comprendere il funzionamento della mente attraverso la
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione sintesi della globalità dell’esperienza, comprendendo le leggi di organizzazione della struttura nel suo
Insieme (ossia la struttura psichica, ogni fenomeno è più della somma delle sue singole parti, la totalità la
ottengo in base alla struttura, l’insieme dipende dalla relazione delle parti. Gestalt significa proprio
forma/insieme).
La gestalt si interessa alla percezione, ossia il risultato di una serie di processi di mediazione tra l’oggetto
fisico e l’oggetto fenomenico.
I concetti cardine della psicologia della forma sono:
• La differenza tra realtà fisica e realtà fenomenica, tra configurazione fisica degli stimoli e ciò che noi
percepiamo. La realtà fisica è il prodotto mediato dall’attività razionale mentre la realtà fenomenica si
costruisce tramite processi di auto-organizzazione, non è mediata perché si impone con immediatezza al
soggetto.
Secondo Metzeger la realtà fenomenica può essere incontrata (= realtà percettiva, ciò che incontro qui e ora,
fuori di me e che sento attraverso i 5 sensi) o rappresentata (= tutto ciò che non è percezione, ciò che è
presente mentalmente qui e ora, come ricordi, fantasie, immaginazione).
Per il realistico critico la percezione è una costruzione attiva, cioè il risultato di una costruzione a cui
contribuiscono ambiente fisico e sistema percettivo. Per il realistico ingenuo la cose appaiono così perché
sono così. Ci può essere assenza fenomenica in presenza di oggetti fisici oppure presenza fenomenica in
assenza di un corrispettivo fisico.
• Le leggi di segmentazione del campo visivo di Wertheimer, cioè leggi non arbitrarie secondo le quali gli
elementi vanno a formare un tutto. I fattori gestaltici del campo visivo sono la vicinanza, la somiglianza, la
chiusura, la continuità di direzione, la buona forma (struttura migliore) e il fattore empirico (esperienza
passata). Le caratteristiche dell’esperienza visiva sono l’immediatezza (realtà autentica), è coercitiva (si
impone per essere vissuta come oggetto), è strutturata e globale.
• Il tutto e le parti, ogni parte ha un ruolo specifico all’interno della totalità e cambiando una parte si
modifica la totalità intera, se si cambia la posizione delle parti all’interno della totalità si cambia la totalità,
la totalità quindi può cambiare in funzione del cambiamento di una parte.
2. Psicoanalisi = fondata da Sigmund Freud che, studiando alcuni disturbi mentali e i sintomi fisici ad essi
associati (in particolare la nevrosi, cioè una psicopatologia che lascia il soggetto capace di avere un rapporto
con la realtà e la psicosi, cioè una psicopatologia che non lascia il soggetto capace di avere un rapporto con
la realtà), postulò l’esistenza di una pluralità di livelli di funzionamento mentale: un livello inconscio, uno
pre-inconscio e uno conscio e una serie di meccanismi che li pongono in azione. Successivamente Freud
ridefinì la teoria sulla psiche dividendola in Es, Io e Super-io. L’Es corrisponde all’inconscio cioè un
insieme di pensieri, impulsivi, desideri di cui siamo inconsapevoli, l’Io mette in atto dei meccanismi di
difesa poiché fa da mediazione tra l’inconscio e il Super-io che è l’etica e la morale che nasce dopo il
superamento del complesso di Edipo (= conflitto con il genitore dello stesso tempo).
3. Comportamentismo = studia la relazione tra stimolo e risposta, è una prospettiva di ricerca psicologica
che esclude dal campo di studio tutto ciò che non è direttamente osservabile e quantificabile. I processi
elaborativi mentali intermedi tra stimolo e risposta. Il padre fondatore è Watson che riteneva quasi tutti i
comportamenti come conseguenti al condizionamento e che l’ambiente modella il comportamento
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione rinforzando specifiche abitudini.
Il cognitivismo studia la relazione tra stimolo e risposta prendendo in considerazione anche i processi che ci
sono in mezzo e che non sono osservabili.
Tra lo stimolo e la risposta c’è l’organismo con le sue caratteristiche/intenzioni/motivazioni/quoziente
intellettivo/schemi mentali che va preso in considerazione.
Assunti scientifici della psicologia:
• Determinismo: gli eventi sono legati tra loro da rapporti tra causa-effetto, lo psicologo cerca di scoprire e
stabilire le relazioni causali e le leggi che controllano eventi o fenomeni.
• Empirismo: la comprensione del mondo avviene grazie alla verifica concreta/empirica di una teoria
esplicativa. La teoria è una congettura su come sono causati gli eventi osservabili. Nasce da una
osservazione e non è considerata dimostrata se non è convalidata empiricamente.
• Invarianza: a parità di condizioni il risultato finale della combinazione degli stessi fattori deve essere
sempre lo medesimo evento o fenomeno.
• Operazionalità dei concetti: traduzione di ogni concetto in un fenomeno misurabile. Ogni concetto
astratto per potere esser studiato deve essere definito in modo concreto.
Metodi:
• Rassegna della letteratura (o ricerca d’archivio) = informarsi sul fenomeno su cui si sta indagando
• Osservazione = un metodo scientifico:
-naturalistica: non artificiosa e non intrusiva, in un contesto biologico il ricercatore non è estraneo al
contesto e deve trascorrere il tempo con i soggetti che osserva per familiarizzare (modalità partecipata)
-controllata: eseguita in laboratorio, il ricercatore prende nota seguendo una griglia osservando in
diretta/live. Il ricercatore usa strumenti di registrazione (audio/video) che possono creare problemi di
autenticazione perché non può modificare il comportamento del soggetto osservato ma il ricercatore non si
perde nessun particolare (in differita)
• Inchiesta = ha come oggetto di studio il conoscere l’atteggiamento delle persone di fronte a una
determinata tematica:
-intervista: serie di domande, può essere strutturata (stesse domande nello stesso ordine), semi-strutturata
(stesse domande ma ordine diverso), non-strutturata (non si seguono domande prestabilite, senza ordine)
-questionario: serie di domande in forma scritta e anonima a risposte chiuse (facili da analizzare per il
ricercatore) o a risposte aperte (più difficili da analizzare per trarre dei risultati da generalizzare).
• Metodo sperimentale = l’esperimento è una situazione che prevede massimo controllo del ricercatore
sulle variabili per cercare relazioni causali tra fenomeni e identificare direzioni di questa causalità.
Questioni etiche: in passato psicologi hanno condotto esperimenti su animali/persone ma oggi molti
esperimenti fatti in passato sarebbero criticati dal punto di vista morale come non etici. Dopo gli anni
Settanta sono aumentate le tutele e le persone devono essere informate e devono dare il consenso per
partecipare agli esperimenti, hanno il diritto di ritirarsi in qualsiasi momento, devono essere informati sugli
obbiettivi dell’esperimento e sugli sviluppi e deve essere garantito l’anonimato.
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione 2. Le funzioni mentali superiori
Le Funzioni mentali superiori sono abilità che gli esseri umani presentano in modo distinto dalle altre
specie animali.
• Intelligenza = serie di capacità come il possesso di una buona disposizione a memorizzare e
apprendere, di risolvere problemi, di capire in fretta, … ma l’intelligenza è qualcosa di distinto da
ciascuna di queste abilità prese singolarmente.
Definizioni di intelligenza:
-per Stern l’intelligenza è la capacità generale di adattare il proprio pensiero, la capacità di far fronte a
situazioni nuove
-per Claparede è la capacità di risolvere problemi nuovi con l’aiuto del pensiero
-per Wertheimer permette di ristrutturare i dati di un problema. Il comportamento intelligente è di tipo
logico-analitico, sintetico, intuitivo, creativo.
L’intelligenza creativa richiede di avere una visione di sintesi elle proprietà di un oggetto o di un evento,
mentre l’intelligenza logica richiede la capacità di esaminare un evento in modo suddiviso, isolando
attraverso l’analisi i fattori che lo originano. Generalmente queste due intelligenze non coesistono nella
stessa persona.
L’intelligenza implica un uso produttivo del pensiero, la condotta intelligente si concretizza nella
produzione di innovazione (creazione artistica, strategia per risolvere un problema o un’alternativa
originale).
La fissità è l’influenza negativa di precedenti apprendimenti sulla possibilità di affrontare un problema
con mente sgombra, aperta a soluzioni nuove e creative. Conoscenza precedenti possono impedire il
raggiungimento della soluzione del nuovo problema.
• Pensiero logico = il ragionamento è la capacità di porre in relazione delle conoscenze e tratte delle
conclusioni. Ci sono due tipi:
-ragionamento deduttivo: dal generale al particolare, se sono vere le premesse sarà vera anche la
conclusione, la conclusione è logica ma non vera ed è implicita nelle premesse iniziali, è un ragionamento
scarsamente informativo. Schema generale: sillogismo = argomentazione logica che ha due premesse (una
maggiore e una minore) e una conclusione. Un esempio è il sillogismo aristotelico dove la premessa
maggiore è “tutti gli uomini sono mortali”, la premessa minore è “Socrate è un uomo” e la conclusione è
“Socrate è mortale”.
-ragionamento induttivo: dal particolare al generale, i meccanismi che vengono in atto sono
l’individuazione di regolarità, la generalizzazione. Dall’osservazione dati si cerca di arrivare a una regola
generale. In questo tipo di ragionamento le conclusioni non sono certe e necessarie ma sono corrette, le
premesse non sono così forti da far tratte le conclusioni ma sono tali da indurre verso certe conclusioni e non
altre.
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione L’euristica è un errore cognitivo che i soggetti fanno sulla base di un calcolo errato arrivando così a
conclusioni non corrette, può essere di due tipi: la rappresentatività (=conclusioni basate su stereotipi) e la
disponibilità di informazioni in nostro possesso (=stimare la probabilità di un evento sulla base della facilità
con cui l’evento riesce ad essere ricordato, gli eventi che si sono verificati con più frequenza nel passato
possono accadere più facilmente in futuro).
• Linguaggio = è il mezzo principale che gli esseri umani hanno a disposizione per comunicare i propri
pensieri, è legato alle nostre capacità di pensiero e alla nostra intelligenza, è la facoltà che ci distingue dagli
altri esseri viventi (infatti gli animali possono comunicare tra loro in modo stereotipato/elementare. Lo
sviluppo delle capacità comunicative negli animali è molto diverso da quello umano. Sono stati condotti
degli studi sugli scimpanzé e si è arrivati alla conclusione che possiedono capacità simboliche ma sono privi
di capacità linguistiche sintattiche.)
Elementi della lingua:
-fonemi: si basa sull’emissione di suoni grazie alla struttura dell’apparato fonatorio e alla capacità di
comando del sistema nervoso, sono unità sonore che non coincidono con le lettere dell’alfabeto ma con le
minime unità del linguaggio che distinguono un significato
-morfemi: sono parole, quando i fonemi sono combinati nel modo giusto seguendo le regole della lingua, le
parole veicolano significati, più fonemi formano un morfema che è la più piccola unità linguistica dotata di
significato. Il morfema libero è una parola intera come un nome o un aggettivo, il morfema legato è un
elemento che modifica il significato a una parola, il morfema lessicale è una parola che si riferisce a cose o
azioni, il morfema grammaticale è una parola che ha una funzione grammaticale. Le regole sintattiche
sono regole che indicano come le parole possono combinarsi e formare frasi.
• Sviluppo del linguaggio: caratterizzato da tre elementi: velocità dell’acquisizione (a 4/5 anni un bambino
padroneggia circa 10.000 parole), numero di errori, la padronanza passiva si sviluppa più rapidamente di
quella attiva (i bambini comprendono meglio la lingua di quanto la parlino).
Le fasi dello sviluppo sono:
1. Prima fase: pre-linguistica (da 0 a 10/12 mesi), un neonato distingua la voce materna da quella di altre
donne e sviluppa una discriminazione uditiva per cui con l’abitudine ai suoni ascoltati nella lingua materna
si perde la capacità di distinguere altri suoni non richiesti dalla lingua di apprendimento. Nelle prime
settimane di vita c’è la comunicazione non verbale poi si passa alla produzione di suoni vocalici, a parole
sillabiche e infine si passa alla lallazione.
2. Seconda fase: monoverbale (12-24 mesi) caratterizzata da parole bisillabiche
3. Terza fase: telegrafica (18-24 mesi) i bambini combinano le parole in frasi ma sono esclusi gli elementi
accessori e si limitano all’essenziale
4. Quarta fase: acquisizione grammaticale e sintattica, il bambino iper-regolarizza i morfemi e c’è uno
sviluppo linguistico e un ampliamento del vocabolario
• Dibattito cultura-natura: si sono sviluppate diverse teorie per rispondere al quesito che si chiede se
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione l’abilità linguistica è il risultato di una predisposizione innata oppure è una conseguenza delle circostanze e
del contesto culturale in cui le persone crescono. Secondo l’innatismo il linguaggio viene acquisito
rapidamente, senza sforzi e spontaneamente, quindi nasciamo con la predisposizione all’acquisizione del
linguaggio. Chomsky ha parlato della presenza della predisposizione innata all’acquisizione del linguaggio
e secondo la LAD (Language Acquisition Devoice) c’è una similitudine tra il bambino che impara a parlare
e un uccello che impara a farsi il nido poiché entrambe le azioni sono innate. Secondo la teoria
dell’influenza del contesto sociale il linguaggio è influenzato dalla cultura, Skinner parla dell’acquisizione
del linguaggio come un apprendimento che avviene mediante il rinforzo. Inoltre si è studiato il caso dei
bambini selvaggi, ovvero quei bambini che non hanno avuto dei rinforzi dall’ambiente esterno per
l’apprendimento della lingua, per esempio Victor è stato ritrovato nella foresta a 12 anni ma la deprivazione
del contatto umano non poteva essere sanata e Victor non riuscì mai a comunicare se non con ululati e
grugniti. Un altro caso è quello di Genie Wiley, una bambina rinchiusa in una cantina per 13 anni che visse
in uno stato di abuso e deprivazione, il suo vocabolario rimase ridotto così come la sua capacità di formulare
frasi e di avere una struttura grammaticale corretta. L’approccio interazionista sostiene che è presente una
naturale predisposizione all’acquisto del linguaggio e che il contesto culturale e sociale di appartenenza
hanno un ruolo importante nel dirigere lo sviluppo di questo processo cognitivo. È un approccio che per
rispondere al quesito sull’abilità linguistica prende in considerazione sia la teoria dell’innatismo sia la teoria
dell’influenza del contesto sociale. Dagli studi condotti sui bambini selvaggi si capisce che ci sono dei
periodi critici (finestre temporali) in cui l’individuo deve essere esposto a stimoli che favoriscono uno
sviluppo adeguato delle competenze linguistiche. Infine secondo la teoria dell’imitazione l’apprendimento
della lingua è passivo ma è una teoria invalidata successivamente da molte osservazioni.
• Comprensione del linguaggio = è un’abilità complessa. Per questo ci sono tre stadi della comprensione:
1. stadio percettivo: capacità di segmentazione del continium del discorso
2. stadio semantico: il significato preciso delle parole è influenzato dal contesto. La semantica è la scienza
che studia il significato delle parole, le parole sono combinate in modo da combinare unità sintattiche
(=frasi) e nelle frasi il significato non è dato solo dalle parole usate ma anche della loro collocazione e dal
ruolo che svolgono, le regole stabiliscono la relazione tra significato e significante.
3. stadio sintattico: prende in considerazione l’ordine delle parole ed altre informazioni per definire qual è
l’oggetto, il soggetto, l’azione, … La sintassi è la scienza che studia le regole, la relazione tra i segni e gli
oggetti a cui si riferiscono. Solo a conclusione del testo capisco tutto il significato della frase, c’è lo studio
della lingua all’interno di contesti specifici. La pragmatica studia il significato della parola all’interno della
frase in base al contesto, sintattica e semantica sono insufficienti per capire come avviene la comprensione
di un’intera frase e per questo c’è la pragmatica che si occupa dell’uso del linguaggio, pone in evidenza la
reazione tra segni e interpreti basata sullo scambio comunicativo, esamina i rapporti che ci sono tra un testo
e il contesto entro cui esso è inserito ed esamina i processi impliciti della comunicazione. L’interferenza è la
capacità logica che l’ascoltatore ha di comprendere il significato della frase della dal parlante.
• Produzione del linguaggio = parlare è un atto strumentale compiuto per avere qualche effetto
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione sull’ascoltatore, si sviluppa in fasi: intenzione comunicativa del parlante, scelta della struttura migliore,
produzione delle espressioni giudicate adatte ad esprimere le proprie intenzioni. Parlare richiede l’abilità di
pianificare il discorso, le frasi e i costituenti e seguire quanto pianificato attraverso l’articolazione cioè quei
meccanismi che aggiungono sequenzialità, ordine temporale e coordinazione.
• Produzione del discorso = nel linguaggio ordinato è possibile distinguere tra ci che si asserisce (ciò che si
die alla lettera) e ciò che si suggerisce/indica perché il parlante non ci dice tutto quello che pensa in quanto
c’è un distacco tra il cervello e la bocca. Secondo la teoria dell’implicito, l’implicatura conversazionale è la
presenza della distinzione tra ciò che si asserisce (ciò che si dice esplicitamente) e ciò che si vuole implicare
(suggerire/indicare). Secondo il principio di cooperazione di Grice i nostri scambi sono generalmente
esempi di coordinamento cooperativo. Uno dei modi usati dagli interlocutori per generare delle implicature
conversazionali (rimanere ambigui) è quello di sfruttare le massime conversazionali pur continuando a
rispettare il principio di cooperazione e quindi a voler collaborare con l’altro interlocutore, c’è la massima di
quantità ovvero non dire troppo né troppo poco, la massima di qualità ovvero dicendo la verità, la massima
di relazione che corrispondere all’essere pertinente e la massima di modo che consiste nell’esprimersi in
modo chiaro, semplice e diretto.
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Psicologia del linguaggio e della comunicazione