Architettura Romana
I romani sono convinti di essere talmente bravi a possedere tecniche di produzione valide a tal punto da essere consentito loro di fare qualsiasi cosa sulla madre terra.
Il loro punto di partenza è l’arco, poiché è attraverso esso che nasce il concetto che non vi fosse nessuna difficoltà a costruire diversi piani.
La possibilità di costruire archi a tutto sesto equivale alla possibilità di costruire una volta a botte.
Un arco è composto da conci lapidi.
Immaginando due pilastri, su ogni pilastro appoggio un trapezio isoscele e nell’inclinazione ne appoggio ancora un altro.
Sagomando i conci di pietra per farli convergere al centro, arrivata al centro metto un concio in modo tale che il peso venga scaricato uniformante.
Più carico al centro più tenuta strutturale ci sarà. Quindi se l’arco ha le forze che contengono le spinte dall’alto potrò fare la stessa cosa per i piani superiori, poiché la tenuta strutturale è tale da permettere di camminarci sopra.
I romani possono proporre, attraverso l’artificio della tecnica edilizia, una tenuta strutturale molto maggiori dei greci, raggiungendo così enormi verticalità. Essi sono quelli delle terme, degli anfiteatri, dei circhi massimi.
Architettura romana = arco a tutto sesto
Che cos’è l’arco per i romani?
È un muro ritagliato in un certo modo. In una pagina muraria taglio un arco e devo organizzarmi i conci in un certo modo per contenere il vuoto. Quando parliamo di arco dobbiamo pensare al muro non alla colonna.
L’arco dei romani è un arco a tutto sesto che genera la volta a botte la quale genera una successione di archi; una successione di archi costituisce una galleria.
L’arco e la volta sono funzionali alla verticalità, perché entrando nella galleria posso ricavare le scale per il piano superiore, dove ci saranno dei posti a sedere.
L’anfiteatro nasce per il diletto del popolo; i romani, che pretendevano il servizio militare e le tasse dal popolo, erano convinti che bisognasse dare al popolo una stagione di pausa che distraesse dai periodi negativi (ludi = giochi).
Le terme erano divise per sesso. Vi erano piscine calidarium (bagno turco), frigidarium, ma all’interno dell’edificio vi erano anche le biblioteche, come si allenavano i corpi si dovevano allenare le menti.
Per determinare gli ambienti caldi e freddi, e l’acqua calda e fredda, si utilizzavano dei canali sotterranei alimentati con legna o ghiaccio. Questo era determinato per induzione attraverso dei fori o condotti che condizionavano le variazioni climatiche.
I romani erano anche degli importanti ingegneri idraulici. Nell’acquedotto è predominante l’arco:
l’acqua viene prelevata dai monti e portata a valle e viaggia con una lieve pendenza. L’acqua da monte a valle viaggia attraverso dei canali, prima sulla terra, poi viaggiano in aria attraverso delle gigantesche arcate. Attraverso questi archi l’acqua arriva fino ad un serbatoio che si trova a monte della città, da qui attraverso altri condotti arriva fino a casa.
L’arco trionfale onorifico era usato per celebrare un momento molto importante.
Arco di Costantino
Arco di Tito -> a 3 archi, 1° e ultimo minori
Arco di Settimio Severo (Campidoglio). Si tratta di un solo arco che interpreta la religiosità. Il vero messaggio è affidato alle tavole marmoree che si trovano all’interno, legate alla conquista di Gerusalemme. Essa venne sottratta agli ebrei e consacrata ad una religione differente. Per capire l’arco bisogna attraversarlo, altrimenti vedi solo l’aspetto monumentale. Per attraversare s’intende che devo abitare l’arco per capire perché è stato costruito, per cogliere il senso devo viverlo.
Gli altri archi già all’esterno raffigurano la vita dell’imperatore. Se sono a 3 il maggiore è riservato a colui che si trova ai vertici amministrativi, gli altri 2 vengono dedicati a chi ha meno importanza.
Non è un caso che l’arco viene monumentalizzato, perché loro vedono nell’arco un loro logo.
Il posto dell’arco non è mai banale, è legato a dei percorsi importanti.
L’arco è la chiave di lettura fondamentale dell’architettura romana, infatti si trova ovunque ci sia architettura romana.
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Dettagli appunto:
- Autore: Debora Neri
- Università: Università degli Studi di Messina
- Facoltà: Scienze Umanistiche
- Esame: Storia dell’Architettura
- Docente: Nicola Aricò
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