La spinta delle fonti comunitarie: F.S. s.p.a. da società operativa a holding - seconda fase
La seconda fase del processo di liberalizzazione si deve all’impulso delle 3 nuove Direttive comunitarie (primo pacchetto comunitario, o pacchetto infrastruttura), recepite in Italia con d.lgs. 8 luglio 2003, n. 188. Con tali direttive si è consentita la piena liberalizzazione del trasporto ferroviario internazionale delle merci su gran parte della rete europea, introducendo una separazione ancora più marcata tra le funzioni inerenti la gestione e delle funzioni inerenti la sicurezza e l’adozione di un sistema uniforme di licenze. È stato integrato il quadro di riferimento con la direttiva 2001/14/CE, per un accesso equo e non discriminatorio alla infrastruttura ferroviaria in virtù della definizione dei sistemi di imposizione dei diritti di utilizzo e di assegnazione della capacità dell’infrastruttura stessa: si è disposto che il gestore dell’infrastruttura, previa consultazione delle parti interessate, deve elaborare e pubblicare un prospetto informativo della rete tale da determinare la natura dell’infrastruttura disponibile per le imprese ferroviarie e contenere informazioni sulle condizioni di accesso alla infrastruttura. Oltre a Trenitalia s.p.a., viene creata la società responsabile della gestione dell’infrastruttura nazionale Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. nel 2001.
Per quanto riguarda il regime di accesso all’infrastruttura, si sono create le condizioni giuridiche per rendere possibile l’accesso alla rete nazionale da parte di singole imprese e di associazioni internazionali di imprese ferroviarie, con sede nel territorio comunitario, dietro rilascio di autorizzazione ministeriale. Il modello di concorrenza della media e lunga percorrenza è quindi quello della concorrenza “nel mercato”, un regime nel quale, fatte salve le regole operative specifiche del settore e il pagamento di una forma di canone o pedaggio, ciascun concorrente può avere accesso all’infrastruttura, mentre per i servizi di trasporto svolti in ambito regionale e locale la liberalizzazione è stata impostata su un modello concorrenziale “per il mercato”, gestito autonomamente dalle Regioni, caratterizzato da un momento competitivo concorrenziale per individuare i soggetti cui affidare diritti di monopolio su specifici mercati o segmenti di questo, a date condizioni e per un periodo di tempo predefinito.
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